La Giornata Internazionale del Jazz al Blue Note


di Giacomo Liverotti

13 Mag 2023 - Commenti live!

Al Blue Note di Milano un’intera serata dedicata a Sidney Bechet e il jazz di New Orleans con la Breezy Jazz Band.

New Orleans, Louisiana. Proprio qui agli inizi del secolo scorso è nato il jazz. Lo stile musicale è figlio della cultura creola, di contaminazione tra gli schiavi di origine africana e i bianchi di origine francese ed europea. Nell’International Jazz Day, festività istituita dall’UNESCO nel 2011 per iniziativa di Herbie Hancock, il Blue Note di Milano celebra la città dove tutto è iniziato, con un concerto dedicato alla musica di Sidney Bechet, originariamente clarinettista ma successivamente sassofonista (forse il primo degno di nota nella storia del jazz), che proprio a New Orleans è nato nel 1897 e ha dato un contributo indubitabile all’espansione dello stile.

Domenico Mamone, sassofonista di grande talento ed esperienza, è il band leader della Breezy Jazz Band e ha eletto Bechet come sua principale influenza. La band è formata da 6 membri e comprende Bruce Stevens (sudafricano, al sousafono e voce), Angelo Astore al pianoforte, Andrea Rotoli alla chitarra, Daniele Petrosillo al contrabbasso e Paolo Xeres alla batteria. Hanno inciso da poco un album interamente dedicato proprio a Bechet dal titolo “Mr. Bechet”, pubblicato da Overdrive Records. Il gruppo è una delle formazioni storiche all’interno del Blue Note italiano e Mamone si muove con sicurezza e dinamicità al comando dei suoi musicisti.

In un’atmosfera permeata dalla cultura creola di inizio ‘900, il gruppo inizia a suonare arrivando dall’ingresso prima di prendere posto sul palco e lanciarsi in 90 minuti dedicati a standard del repertorio e composizioni di Bechet ma inserendo anche alcune composizioni originali, contenute nel disco. Chiaramente regna l’improvvisazione, l’interscambio di idee estemporaneo, gestito alla perfezione dal band leader, che lascia spazio agli altri membri della formazione in diversi momenti. Oltre a Bechet l’omaggio è in toto agli albori del linguaggio jazzistico, a Louis Armstrong (l’altro primo grande solista), al blues e al dixieland. C’è poi anche un momento dedicato al charleston, in cui il palco viene abbandonato dai solisti e lasciato a pianoforte, contrabbasso e batteria. Dopo 2 brani torna sul palco proprio Mamone con il suo sax contralto (che alterna al tenore) per unirsi ai suoi musicisti. Sul finale Stevens invita il pubblico ad aiutarlo con la voce e l’intero live club partecipa nell’atmosfera di festa che davvero si è creata, nella celebrazione dello stile che tutti gli assidui frequentatori del Blue Note amano. Il bis (su richiesta del pubblico) non può non essere When The Saints Go Marching In e ci si avvia verso la conclusione con l’esplosività della band che intreccia i fraseggi solistici proprio come accadeva nelle prime incisioni di jazz, a voler lasciare un ultimo saluto alle leggende che questa storia hanno iniziato a scriverla più di un secolo fa. Nella giornata in cui in tutto il mondo si celebra la musica afroamericana per antonomasia, vengono in mente le parole di Nina Simone “Il jazz non è solo musica, è un modo di vivere, di essere, di pensare”.

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