“La fuga in maschera” a Jesi
Alberto Pellegrino
13 Set 2012 - Commenti classica
Jesi (AN).Il Festival Pergolesi Spontini di quest'anno ha presentato una novità assoluta proprio di Gaspare Spontini: la commedia in musica in due atti La fuga in maschera, che il compositore ha scritto a Napoli prima di lasciare per sempre la capitale partenopea. L'opera è andata in scena nel Teatro Nuovo di Napoli in occasione del Carnevale del 1800 per poi scomparire nel nulla per oltre due secoli, fino a quando un'antiquaria inglese nel 2007 mette all'asta il manoscritto autografo della partitura della commedia per musica che viene acquistato dal Comune di Maiolati Spontini. Quella andata in scena il 31 agosto al Teatro Pergolesi di Jesi è stata la prima esecuzione in epoca moderna. Il libretto di Giuseppe Palomba rimane del solco della tradizione comica napoletana, trattando il solito tema del matrimonio contrastato: il ricco Marzucco è deciso a far sposare la figlio Elena e la nipote Olimpia secondo le sue scelte, ma le due ragazze hanno idee del tutto diverse e riusciranno a sposare gli uomini che vogliono loro, superando i divieti e gli ostacoli del loro padre e zio, gli intrighi della servetta Corallina e del ciarlatano Doralbo che si spaccia per un illustre medico. Per rappresentare questa vicenda il regista Leo Muscato, ben coadiuvato dallo scenografo Benito Leonori e dalla costumista Giusi Giustino, ha scelto la strada della commedia dell'arte in chiave antinaturalistica e a volte surreale, calcando i caratteri delle maschere (Rosaura e Isabella, Pantalone e Colombina, Brighella e Pulcinella, il Dottore Ciarlatano) rivisitati e aggiornati sui ritmi e gli stilemi di un vaudeville contemporaneo, calcando la mano sugli aspetti paradossali delle varie situazioni comiche secondo meccanismi teatrali che sono stati bene interpretati da un cast di giovani e validi cantanti. Per quanto riguarda la parte musicale, ben interpretata dall'orchestra dei Virtuosi Italiani sotto la valida direzione di Corrado Rovaris, siamo di fronte al lavoro di un giovane compositore che diventerà un grande esponente del neoclassicismo durante il soggiorno francese, ma che andava comunque riproposto. Dinanzi a certe situazioni assurdamente comiche, Spontini ricorre all'eccesso e alla stravaganza musicale, fornendo il meglio nelle arie d'insieme piuttosto che nelle tradizionali arie solistiche.
(Alberto Pellegrino)