La difficile vita di coppia in “Due di noi”
di Elena Bartolucci
20 Feb 2013 - Commenti teatro
Macerata – Giovedì, 14 Febbraio, sul palcoscenico del Teatro Lauro Rossi sono arrivati due grandi attori del calibro di Emilio Solfrizzi e Lunetta Savino con Due di noi (un testo scritto nel 1970 da Michael Frayn) per la regia di Leo Muscato (noto al pubblico maceratese per aver diretto la recente e apprezzata regia de La Bohème del Macerata Opera Festival ).
I due attori si sono fatti interpreti di una simpatica e molto divertente pièce teatrale che indaga il tema della coppia con tutti i battibecchi e le incomprensioni tipiche della vita matrimoniale. Il rapporto tra i due sessi è sempre attuale e quest’opera teatrale lo affronta con grande maestria e semplicità , sottolineandone tutte quelle mancanze e tensioni che segnano nel corso degli anni le dinamiche della vita in comune.
Lo spettacolo si sviluppa in tre atti unici (senza intervallo) in cui un’unica coppia di attori recita tre situazioni matrimoniali diverse tra loro.
Nella prima divertentissima scenetta troviamo un marito e una moglie insonni e dal sistema nervoso a pezzi a causa del loro pargolo urlante. Tornati in vacanza a Venezia nella stessa camera d’albergo dove avevano trascorso la luna di miele, non riescono a trovare un momento di tranquillità e, dopo tanti litigi per futili motivi, finiscono per interrogarsi su come fosse la loro vita prima dell’arrivo del figlioletto, ricordando con nostalgia un’intimità ormai impossibile.
Il secondo atto, dai tratti (in apparenza) meno comici rispetto al precedente, è completamente incentrato sulla figura della moglie, la quale, per sopperire a una totale mancanza di comunicazione con il marito, da tempo si è data all’alcool e finisce spesso per rivolgersi in modo surreale al piede del marito (simpaticamente battezzato come Signor Zampetta) ovvero l’unica parte del corpo che ne tradisce qualche emozione.
In realtà solo alla fine, dopo un lungo monologo della moglie, affranta, sbronza e decisa ad andarsene a letto, si scopre che il marito non le è poi così indifferente e trova un gran sollievo nel rimanere finalmente da solo, seduto nella sua poltrona a leggere il suo libro preferito.
L’ultima situazione, invece, consiste in un vero e proprio sfoggio di bravura attoriale. Marito e moglie si ritrovano a dover gestire una cena alla quale hanno invitato, per errore, Barney e Bee, una coppia di amici da poco separati e Alex, il nuovo amante di lei.
Solfrizzi riesce a regalare moltissime risate grazie ai suoi modi impacciati e una risata finta che sfodera nel tentativo di ravvivare la serata con gli invitati presenti. Al contrario un altrettanto brava e camaleontica Lunetta Savino si trasforma nella moglie piccolo borghese che vuol cercare di salvare la cena.
Con un gioco magistrale di entrate ed uscite e di continui equivoci, i due attori finiscono poi per travestirsi e interpretare altri tre ruoli diversi: Solfrizzi nei panni dell’amico separato Barney e la Savino nel ruolo dell’amica Bee e del suo giovane amante un po’ hippy.
Lodevole la scelta del regista Muscato di usare una semplice scenografia fissa che con un abile gioco di luci è capace di trasformarsi in camera d’albergo, salotto e sala da pranzo, concentrando così tutta l’attenzione dello spettatore sugli stili diversi dei vari personaggi che si susseguono sul palco.
Le scene sono di Antonio Panzuto, i costumi di Barbara Bessi e le luci di Alessandro Verazzi.