La danza verticale anima lo Sferisterio


di Elena Bartolucci

12 Ago 2021 - Commenti danza

Stuck – Opera on the Wall, un evento sui generis, però dalla struttura poco chiara, all’Arena Sferisterio per il Macerata Opera Festival. Spettacolo firmato da Il Posto Vertical Dance Company e Marco Castelli Small Ensemble.

(Fotografie di Tabocchini Zanconi)

Macerata – Lo scorso martedì 3 agosto, presso lo Sferisterio, ha preso vita uno spettacolo mai visto prima in occasione del Macerata Opera Festival.

Accanto ai titoli operistici presenti nel cartellone di quest’anno, stavolta è stata la danza la vera protagonista sul palco o meglio sulle mura dell’arena: STUCK – Opera on the Wall rappresenta infatti uno spettacolo di danza verticale firmato da Il Posto Vertical Dance Company e Marco Castelli Small Ensemble.

I sette danzatori in scena (Simona Forlani, Isabel Rossi, Giulia Mazzucato, Francesca D’Agostino, Giorgio Coppone, Gian Mattia Baldan, Giorgia Maurizio) hanno cercato di raccontare una storia, effettivamente strabiliante però poco comprensibile al pubblico presente.

I passaggi lenti e ripetitivi dal basso verso l’alto e viceversa hanno reso in diversi momenti la performance piuttosto piatta. Le evoluzioni aree degli stessi ballerini sembravano non seguire una presunta logica e tanto meno una specifica sincronia nei movimenti, dando quindi la suggestione di una struttura portante non definita.

Dalle note della regia si legge che la creazione della coreografa Wanda Moretti e del musicista Marco Castelli si concentra sulla ricchezza della biodiversità e sulla complessità delle strategie della vita sulla Terra, tentando di comprendere gli innumerevoli aspetti che compongono l’essere umano e mostrando al contempo un opposto che non è inteso negativamente ma che è anzi in grado di aprire le porte a un pensiero stravolgente. Sulle mura dell’arena Sferisterio, epicentro di suggestive sinergie, “l’immagine dell’essere umano nelle architetture della città genera la suggestione di corpi plasmabili in spazi rigidi, una fascinazione nata dal desiderio di riflettere sulla relazione fisica che abbiamo con i luoghi che viviamo”.

Una premessa piuttosto specifica e profonda che, però, non si riesce a palpare concretamente in scena.

Nonostante il ritmo stupendo regalato dalla musica eseguita dal vivo e l’incredibile spettacolarità degli effetti visual proiettati sullo sfondo, i ballerini non sembravano infatti trovare la giusta collocazione né a livello musicale e tanto meno a livello di immagini.

Riccardo Sacchi, assessore allo Sport, al Turismo e ai Grandi Eventi, ha comunque dichiarato: “Uno spettacolo in cui la danza si àncora a un luogo reale, lo Sferisterio. La danza verticale interpreta e rilegge l’architettura, esaltandola. La musica gioca su richiami, interferenze, citazioni e generi. Un evento creativo che sottolinea l’indissolubilità del legame tra la cultura sportiva e il nostro territorio”.

Volendo quindi salvare solo alcuni dettagli di questo evento che ha certamente l’aspetto positivo di aver fuso insieme musica, sport, danza e atletismo, il progetto in generale non ha lasciato il segno.

Marco Castelli ha senz’altro composto una colonna sonora eccezionale, ricca di echi e allusioni, che ripercorrono in modo personalissimo e creativo la relazione tra i vari generi musicali (elettronica, jazz e musica classica), ma non è bastevole per poter decretare l’effettiva riuscita della serata. La coreografia e i video sono a cura di Wanda Moretti, le musiche di Marco Castelli (sax e live electronics – accompagnato sul palco dalle percussioni di Marco Vattovani), Gioachino Rossini, Giuseppe Verdi e Wolfgang Amadeus Mozart, i costumi di Elettra Del Mistro e le maschere di Anna Ave.

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