KRAMER CONTRO KRAMER: dal cinema al teatro
di Elena Bartolucci
16 Dic 2012 - Commenti teatro
Civitanova Marche – Giovedì 13 Dicembre 2012 in un Teatro Rossini alquanto vuoto è stata portata in scena la nuova versione teatrale del celebre titolo Kramer contro Kramer, che porta la firma di Avery Corman, celebre autore dell’omonimo romanzo e anche della versione cinematografica.
Kramer contro Kramer tratta una tematica molto attuale ovvero le difficili situazioni che si creano in quei drammi familiari tra genitori che decidono di separarsi mettendo però in mezzo i figli, le vere vittime di queste contese.
La storia è ambientata a New York e parla dell’involuzione della vita di coppia dei coniugi Kramer. Joanna (Federica Di Martino) vorrebbe tornare a lavorare, perchè, vivendo costantemente a casa accanto al suo piccolo Billy (un giovanissimo Osvaldo Brigante in grado di regalare una recitazione naturale già alla sua tenera età), sente come se il suo cervello si stia paralizzando. E’ stufa di fare la mamma a tempo pieno, trascorrendo le sue giornate a fare le vocette, a costruire le casette con i mattoncini della Lego, a starsene a quattro zampe o a raccontare sempre le solite storielle. E’ stanca di non avere più una vita sociale e di non potersi relazionare con altre persone adulte all’infuori della sua amica e vicina di casa, Bonnie (Francesca Romano Succi). Si sente soffocare ed è stanca anche del marito Ted (Daniele Pecci), un vero stacanovista, che è preso a tal punto dal suo lavoro da non ascoltarla mai e da non trovare abbastanza tempo da dedicare al figlioletto.
Si rende conto di non amarlo più e decide così di lasciare lui e anche il piccolo Billy. Per Ted sarà difficile inizialmente riuscire a coniugare il suo lavoro e il costante impegno che richiede suo figlio. Non riuscendo più a concentrarsi sulla sua attività di pubblicista, perde il lavoro, ma non demorde e, pur di accettare uno stipendio molto più basso di prima, riesce a trovare un nuovo impiego.
Dopo quasi un anno Joanna ritorna in città ed è desiderosa di riabbracciare il figlio. Sembra un’altra. Ha finalmente trovato la sua strada, è tornata a vivere, sentendosi realizzata con il suo nuovo lavoro e con un altro compagno al suo fianco. Ecco però iniziare le tensioni tra i due proprio per contendersi l’affidamento esclusivo del bambino. Si arriva in tribunale (magnifica la scelta come fondale della tela intitolata Combustione di Alberto Burri) e il giudice decide che sia meglio per il bene del bambino che torni con la madre, ma Joanna ribalterà la sentenza. Si è resa conto che, in tutti quei mesi di lontananza da Billy, Ted è riuscito a cavarsela benissimo e che sarebbe atroce strappare il figlio da un ambiente che conosce bene e da un padre che lo ama così tanto e che non ha mai pensato di abbandonarlo, neanche per un secondo.
E’ impossibile non cogliere diversi riferimenti al celebre film, ma è stato precisato dallo stesso autore che la versione teatrale è stata derivata dal romanzo e non dalla trasposizione cinematografica. Sarebbe sbagliato, quindi, porre a confronto le singole interpretazioni con quelle degli attori del calibro di Dustin Hoffman e Meryl Streep, che, recitando nella famosa pellicola del 1979, vinsero entrambi l’Oscar come miglior attori protagonisti (il film si aggiudicò anche il premio come miglior film, ma anche quello di miglior regia e miglior sceneggiatura non originale a Robert Benton).
In svariate scene si perde di vista la drammaticità della storia lasciando spazio a qualche sorriso, soprattutto nelle scene tra padre e figlio che sembrano aver finalmente trovato un punto d’incontro.
L’unico neo di tutto lo spettacolo è l’eccessiva lunghezza dell’intero allestimento che porta a far spazientire lo spettatore a causa di continui cambi di scena, utili comunque a ricreare i numerosi passaggi della storia, che si sviluppa nell’arco temporale di diversi mesi. Soprattutto nel primo tempo (caratterizzato da ritmi lenti e scambi di battute poco convincenti) sembra che lo spettacolo non riesca mai a decollare nonostante la storia continui a dipanarsi.
Vanno menzionati tra l’altro gli attori secondari ovvero Fulvio Falzarano, Raffaele Latagliata e Adriano Evangelisti. La regia è affidata a Patrick Rossi Gastaldi. Le scene e i costumi sono di Marta Cristolini Malatesta e le musiche originali di Patrizio Maria D’Artista.