k.d. lang, canta al Manzoni gli Inni del suo paese
Silvio Sbrigata
23 Nov 2004 - Commenti live!
Milano Il 49esimo parallelo è quello che interessa il Canada, paese che ha dato i natali a Kathrine Dawn Lang, ma anche a cantanti dall'imponente levatura, del calibro di Leonard Cohen, Neil Young, Jane Siberry, Bruce Cockburn e Joni Mitchell. Tutti artisti i cui nomi di sicuro sono marcati a fuoco nella storia musicale non solo del paese nordamericano, così come sono scolpiti nella roccia i titoli di molte loro composizioni. Dei veri e propri Inni. Canzoni che tutti conoscono, che molti hanno cantato, ma che pochissimi hanno interpretato con una voce sublime, potente, splendida, coinvolgente e raffinata come quella di k.d.lang. La cantante-poetessa canadese, che in segno di trasgressione e ribellione, ed al contempo anche di umiltà , ha rinunciato alle maiuscole del nome, porta sul palco del Manzoni brani come Hallelujah di Cohen, After the Goldbrush ed Helpless di Young, A Case of You di Mitchell, la strepitosa Valley di Sibbery, e One Day I Walk di Cockburn. Ad accompagnarla (entra a piedi scalzi e casacca nera) Teddy Borowiechi al pianoforte, David Piltch, coautore di Simple, al contrabbasso, Danny Franzel alla batteria, e l'applaudissimo Greg Leisz, alla chitarra, oltre che una sezione d'archi. Il pubblico, quello delle grandi occasioni, è completamente incantato dalla magica voce di kathrine, e non lesina mai gli applausi, soprattutto quando, al rientro, interpreta seduta ad un tavolo da bar, Three Cigarettes in an Ashtray, con un lungo acuto da pelle d'oca. Quasi un obbligo la standing ovation finale. Da non perdere il prossimo appuntamento con David Berger il 19 Dicembre, ma soprattutto l'ultimo appuntamento del lunedì il 7 Marzo con Bob McFerrin.
(Silvio Sbrigata)