“JAZZ GALAXY” a Roma ed è Festival n.27
22 Ott 2003 - News live
Il 27 ottobre prende il via la ventisettesima edizione del “Roma Jazz Festival”, la storica manifestazione della Capitale che, grazie al contributo del Comune di Roma, del Ministero per i Beni e le Attività culturali, della Regione Lazio e della Provincia di Roma, è diventata un punto fermo nella vita culturale romana ed allo stesso tempo uno dei maggiori appuntamenti internazionali dell'autunno. La manifestazione di quest'anno parte da alcune considerazioni tratte dalla lettura degli articoli di noti critici pubblicate sulla rivista, edita dalla nostra associazione per celebrare i venticinque anni del Roma Jazz Festival, che ho letto con attenzione e da cui ho tratto ispirazione per il programma di quest'anno:
“I festival rappresentano uno specchio, talvolta corretto, talvolta deformante della scena jazzistica. I cartelloni possono fornire un'idea di come la più nota delle musiche afroamericane venga percepita nella sua evoluzione documentando tendenze, mode e percorsi; essi scaturiscono da esigenze artistiche, da fenomeni di marketing, dalla mediazione tra mercato e musica, dall'incontaminato procedere degli sperimentatori più radicali come dal mettersi in mostra di jazzisti “. Luigi Onori
“Forse non si è mai suonato tanto jazz come oggi.Forse non si sono mai fatti tanti festival come oggi, Forse non se ne è mai parlato come oggi.E' la forza del passato, di un linguaggio che ha costruito la grammatica su cui sono nati e sviluppati pop e rock, cioè tutto ciò che oggi si ascolta”. Marco Molendini
“Come sarà allora il jazz del futuro? Difficile dirlo, perchè la musica afroamericana è talmente ricca, variegata, lo scenario che propone è talmente frastagliato, da lasciare poche certezze a chi vuole scrutare il domani. Di certo, nonostante le mode, il passare delle stagioni, sappiamo che il jazz sarà sempre tra noi, pronto a raccontare storie e sogni, drammi e visioni, gioie ed avventure, mondi sconosciuti e sentieri selvaggi, proposto da legioni di giovani musicisti che ne avranno scoperto il segreto e che lo tramanderanno ad altri ancora che arriveranno dopo di loro”. Ernesto Assante.
Ecco quindi l'impegno a creare un cartellone con nomi affermati, gruppi noti e talenti emergenti; dove ogni proposta musicale è diversa dalle altre, dove sono rappresentati diversi stili e tendenze, dal contemporaney mainstream al nu-jazz, dal latin jazz allo swing, dal soul jazzy all'avanguardia, dalla tradizione classica europea alla world music. Un mondo di sonorità , una galassia di suoni, anzi una Jazz Galaxy.
Il Direttore Artistico: Mario Ciampà
IL PROGRAMMA
Si parte così il 27 ottobre con il SAX SUMMIT di DAVE LIEBMAN/JOE LOVANO/MICHAEL BRECKER, tre dei migliori sassofonisti sulla scena jazz riuniti insieme per un progetto irripetibile dedicato a Coltrane. Non un “battaglia di sassofoni “, ma un vero discorso sullo stato dell'improvvisazione jazz nel nostro tempo.
Il 29 ottobre sarà la volta del quartetto di CARLA BLEY, pianista e compositrice jazz assolutamente originale, superlativa nel mischiare sapori latini, squillanti polifonie, timbri accesi, serrati episodi swinganti e mille citazioni dalla tradizione musicale jazzistica e non. Accompagna la Bley anche il grandissimo bassista Steve Swallow.
Il 30 ottobre, il Roma Jazz Festival ospiterà FELLINI JAZZ, un progetto nato dal lavoro di Enrico Pieranunzi, che ha arrangiato e rivisitato in modo originale i temi che hanno reso celebri le colonne sonore di “Amarcord”, de “La Dolce Vita”, de “I Vitelloni”, de “Il Bidone”, de “Le Notti di Cabiria” ecc.. Un concerto che vede la partecipazione del “gotha” degli improvvisatori. Pieranunzi sarà infatti accompagnato dal batterista Paul Motian e dal contrabbassista Marc Johnson e da altri ospiti.
Il 31 ottobre toccherà al BOJAN Z TRIO, capitanato dalla straordinario pianista BOJAN ZULFIKARPASIC, considerato l'esatto contraltare europeo del grande Brad Mehldau. Uno stile unico e inconfondibile che spazia dal pianismo classico, alle sequenze modali, fino alle improvvisazioni “free”, con un profondo innesto di musiche popolari dei Balcani.
Il 5 novembre, il musicista tunisino DHAFER YOUSSEF presenterà il suo nuovo lavoro “Digital Prophecy”: oud “classico”, voce da muezzin, percussioni e chitarre decisamente “new jazz”, sullo stile di Bugge Wesseltoft. Un progetto caratterizzato da sonorità più attuali, in linea con le architetture elettroniche create dal mainstream alternativo contemporaneo. Compagni d'avventura Eivind Aarset e Rune Arnesen, due apprezzati musicisti norvegesi che da tempo collaborano con Nils Petter Molvaer.
Il 7 novembre sarà dedicato alle contaminazioni elettroniche. E' di scena infatti NUSPIRIT HELSINKI, un collettivo che riunisce i migliori musicisti, DJ e produttori finlandesi e che ha già riscosso un notevole successo nell'ambito della musica elettronica europea, proponendo una miscela di jazz, soul, funk, sonorità latine e musica africana.
L'8 novembre arriva il trio del pianista e compositore Danilo Perez, nuova stella sulla scena del latin-jazz. Tre Grammy Nominations, numerosi Awards, ed i giudizi entusiasti della critica lo pongono come il più importante esponente del Pan-American jazz.
Il 9 novembre l'appuntamento è con TAKE 6, il più originale, innovativo ed inimitabile gruppo vocale nella musica popolare americana. Vincitore di diversi Grammy Awards, Soul Train, Dove e Down Beat Magazine Awards, milioni di dischi venduti. Il loro repertorio spazia dal gospel, al jazz, doo-wop, R&B, pop, soul sino all'hip-hop. La vera tradizione popolare afro-americana del canto a cappella.
Il 10 novembre si esibisce HEATH BROTHERS QUARTET. I “Buena Vista” del jazz, i fratelli Percy, Albert, Tootie sopra la soglia dei 70 anni, separatamente hanno suonato con i più grandi musicisti dell'era swing, be-bop e mainstream. Insieme rappresentano uno spaccato della storia della musica jazz dagli anni '40 ai '60.
L'11 novembre sarà di scena YELLOWJACKETS, la mitica band degli anni '70, nata su iniziativa di Robben Ford, che continua ad esplorare e sperimentare nel campo della poliritmia, mischiando e fondendo diversi generi musicali: blues, pop, R&B, jazz. Nomination nel 2003 per il Grammy “Best Contemporary Jazz Album”.
Il 12 novembre è il turno del Lee Konitz String Project. Il famoso sassofonista Lee Konitz, uno dei più lirici e creativi improvvisatori di jazz, insieme al compositore e clarinettista Ohald Talmor ed ad uno stravagante quanto virtuoso quartetto d'archi di Vienna, si confronteranno con la musica classica di Satie, Debussy ed altri compositori romantici francesi.
Il 14 Novembre assisteremo all'atteso concerto di Malia, la straordinaria vocalist divenuta famosa per un videoclip girato a Città del Capo sulla colonna sonora del primo estratto dal cd di debutto, Yellow Daffodils. La storia di questa ragazza è un remake contemporaneo in veste jazz'n'soul di My Fair Lady. Canzoni semplici, senza tempo e ricche di melodia, con profonde radici jazz, immerse nello spirito degli standard degli anni '40, sofisticati arrangiamenti, con molto swing, delicati accenni di elettronica. Su tutto la voce di Malia, alla maniera di Billie Holiday o Shirley Horn.
Il 15 novembre è il momento di un altro volto nuovo, la cantante Cibelle, definita la nuova regina della bossa nova, una “nu bossa” che mescola Matmos e Jobim, rock e jazz. La sua è una grammatica universale, un concentrato di atmosfere e di passioni. Un suono nuovo, con molto della tradizione della bossa di Tom Jobim e con un omaggio a Ella Fitzgerald ed Elis Regina.
Martedi 18 novembre il Roma Jazz Festival chiude con un doppio appuntamento.
Si inizia con gli “STANDARS 2003” proposti dal quartetto del sassofonista ANTHONY BRAXTON, considerato una figura fondamentale della musica degli ultimi anni del XX secolo. Il suo lavoro, come sassofonista e come compositore, ha stabilito un nuovo livello concettuale e tecnico fra la tradizione musicale africana e quella europea. Questo concerto è un ritorno alla tradizione bianca degli anni cinquanta da Lennie Tristano a Chet Baker.
Seguirà il progetto “DIASPORA BLUES” del trombettista/compositore STEVEN BERNSTEIN. Per realizzare questo progetto musicale Bernstein ha chiamato uno dei maggiori esponenti del free jazz, SAM RIVERS, a cimentarsi sugli arrangiamenti del cantore Moshe Koussevitsky una celebrità nella musica Semitica del '900, precussore della world music. Il risultato è stato una perfetta fusione tra musica liturgica ebraica, blues e free jazz.
Il PROGRAMMA DETTAGLIATO è nel “calendario giorno per giorno”
Info:
06/4875444 – 06/56309574
info@romajazzfestival.it – www.romajazzfestival.it