JAGO: THE EXHIBITION a Roma nel Palazzo Bonaparte
di Flavia Orsati
21 Lug 2022 - Arti Visive
Palazzo Bonaparte, a Roma ha ospitato la prima grande mostra dedicata a Jago (Jacopo Cardillo). L’abbiamo visitata e ve la raccontiamo.
L’opera d’arte è una fuga che va all’infinito e che bisogna fermare per chiuderla: questa si chiama composizione. Questa fuga va in tutti i sensi, destra sinistra alto basso avanti e indietro; scolasticamente questo si chiama prospettiva o profondità, ma nell’arte vera questa è spazio. A. Martini – La scultura lingua morta
Palazzo Bonaparte a Roma haospitato dal 12 marzo al 3 luglio 2022 la prima grande mostra dedicata a JAGO, pseudonimo di Jacopo Cardillo, a cura di Maria Teresa Benedetti. Jago, classe 1987, è tra i maggiori artisti contemporanei ad aver compreso l’utilità e l’importanza delle odierne modalità di comunicazione, piegandole a suo favore ed unendole al sapere artigianale proprio della tradizione e dei grandi della scultura.
A Palazzo Bonaparte la genialità di JAGO viene documentata per la prima volta in una mostra che riunisce una serie di opere realizzate fino ad oggi, dai sassi di fiume scolpiti (da Memoria di Sé a Excalibur), fino alle sculture monumentali di più recente realizzazione (come Figlio Velato e Pietà), passando per creazioni meno recenti ma più direttamente mediatiche quali il ritratto di Papa Benedetto XVI (Habemus Hominem).
Se c’è un’evidenza che emerge dal percorso espositivo è che, per Jago, la scultura non è lingua morta, ma corpo vivo e pulsante, strettamente calato nella società, intreccio di pietas e di violenza, indagine nei recessi della bellezza nascosta nel nodo del tempo e nel suo incedere, appassire e sfiorire. Nell’artista il legame con il mondo circostante è fortissimo, letto alla luce della memoria, mescolando classicità, tradizione tecnica, materiali (il bianco marmo) e adozione della figura umana a tematiche strettamente contemporanee.
L’indagine e la riflessione sull’uomo e sul suo ruolo nel mondo si fanno dirompenti nell’allestimento. A testimoniare questo conflitto sono opere dalla forte risonanza mediatica, come Habemus Hominem, dedicata al papa emerito Benedetto XVI, o meglio, all’uomo Joseph Ratzinger, spogliato fisicamente e simbolicamente della veste papale e dei paramenti liturgici e reso più terreno, umano: la nudità senza fronzoli del pontefice si declina come un gesto di spoliazione radicale, fisica e metafisica.
Anche la Venere offre un affaccio sul tema della senilità: non giovane donna piena di vita e voluttà, ma anziana, carica di una grazia non più supportata dal corpo, sformata dal passare del tempo, collocata in una stanza prismatica dove, grazie ad un sapiente gioco di specchi, lo spettatore è portato a riflettere su ogni angolazione della propria vita, sui rimandi tra le varie facce dell’esistenza, sondando ogni sfaccettatura tra passato, presente e futuro.
Jago sembra volerci dire che l’uomo è, in sé, una compiuta unità, oscillando tra l’infinita potenza di una vita in procinto di dispiegarsi e l’infinita debolezza di un’esistenza passata, che volge al termine. Per questi motivi, un’opera come First baby (affidata alle cure dell’astronauta Luca Parmitano e lanciata in orbita nella Stazione Spaziale Internazionale) spinge a meditare sulla relazione tra finitezza umana e infinità, dilatando la presenza terrestre verso confini più ampi. L’unità dell’uomo si esprime, però, anche nella moltitudine. Ciò avviene in Apparato circolatorio, dove in una sala sono esposti trenta cuori di ceramica che corrispondono a trenta fotogrammi: ognuno di essi è diverso dal precedente e dal successivo, mostrando plasticamente la sequenza del battito cardiaco umano.
Nel percorso della mostra, il fruitore è portato ad una serie di rivelazioni, condotte attraverso grande maestria e perizia tecnica, conoscenza della storia dell’arte e consapevolezza della tradizione, che non è venerata come un qualcosa di sacro e avulso dalla vita, ma che può essere calata nell’oggi. Ciò avviene, ad esempio, nella magistrale Pietà, rivisitazione contemporanea di un antichissimo modulo cristiano. Qui viene espressa la pietà come sentimento e amore paterno, al di là delle immagini sacre a cui siamo abituati. Un uomo, desolato, tiene fra le braccia un’adolescente esanime, mostrando sul suo volto una sofferenza al limite dell’indicibile, una pietà genitoriale per la vita strappata anzitempo. Si tratta di un canone invertito di un famoso episodio biblico, che cala il dolore umano nel mondo atemporale dell’arte, inserendo il tempo presente nel flusso della tradizione, amalgamandolo e rendendolo degno di divenire, un domani, antichità. Si tratta, insomma, di una grande indagine sul materiale e sull’origine della scultura, sempre con la libertà di poter inventare nuovi mondi – speculativi e concettuali, ma anche fisici – per approdare, inevitabilmente, alla dimensione del fare e del saper fare, ambito quasi morale, che attribuisce all’artista un forte senso di responsabilità, che si estrinseca ogni qualvolta egli decide di dedurre una forma fenomenica dalla pietra.
DIDASCALIE DELLE IMMAGINI:
Fig. 01 Jago Venere, 2018 Marmo, 70x70x193 cm Photo by Jago Fig. 02 Jago La pelle dentro, 2012 Marmo, 35x30x75 cm Collezione privata in esposizione presso il Gioberti Art Hotel di Roma Photo by Jago Fig. 03 Jago Figlio Velato, 2019 Marmo, 200x100x50 cm Chiesa di San Severo fuori le mura (NA) Photo by Alessio Li Volti Fig. 04 Jago Sphynx, 2015 Marmo, 65x30x50 cm Photo by Jago Fig. 05 Jago Excalibur, 2016 Marmo, 40x30x60 cm Collezione privata Romano Oliveri Photo by Jago Fig. 06 Jago Habemus Hominem, 2009 / 2016 Marmo, 60x35x69 cm Photo by Jago Fig. 07 Jago Memoria di sé, 2015 Marmo, 145x65x50 cm Collezione Angelo Casa in esposizione presso Pop House Gallery Photo by Jago Fig. 08 Jago First baby, 2019 Marmo, 3x3x7 cm Photo by Luca Parmitano Fig. 09 Jago Containers, 2015 Marmo, dimensioni varie Collezione privata - Fondazione Franz Ludwig Catel Photo by Jago Fig. 10 Jago Apparato Circolatorio, 2017 Ceramica, 30x15x15 cm - 30 pz Photo by Jago Fig. 11 Jago Pietà, 2021 Marmo, 140x80x150 cm Photo by Jago Fig. 12 Jago Venere, 2018 Marmo, 70x70x193 cm Photo by Dirk Vogel Fig. 13 Jago Apparato Circolatorio, 2017 (dettaglio) Ceramica, 30x15x15 cm - 30 pz Photo by Massimiliano Ricci Fig. 14 Jago Excalibur, 2016 Marmo, 40x30x60 cm Collezione privata Romano Oliveri Photo by Jago Fig. 15 Jago Figlio Velato, 2019 Marmo, 200x100x50 cm Chiesa di San Severo fuori le mura (NA) Photo by Jago