Intervista al trio Falomi, Turchet e Trabucco per la release di “Naviganti e sognatori”
a cura della Redazione
13 Dic 2021 - Commenti live!, Dischi, Interviste
Intervista 2
Intervista realizzata al trio Falomi, Turchet e Trabucco per la release del disco “Naviganti e sognatori” (Abeat Records), disponibile su tutte le piattaforme digitali, in streaming e in cd dal 14 ottobre scorso con la partecipazione straordinaria di Daniele di Bonaventura al bandoneon.
Disponibile dal 14 ottobre in digital download, in streaminge in CD“Naviganti e Sognatori”(Abeat Records), il nuovo disco del prestigioso trio formato da Luca Falomi alla chitarra, Alessandro Turchet al contrabbasso e Max Trabucco alla batteria, che vede la straordinaria partecipazione di Daniele di Bonaventura al bandoneon. Il lavoro, che arriva dopo la pubblicazione del singolo Rotte Mediterranee, attraverso le sue nove tracce trasporta l’ascoltatore in un viaggio immaginifico dove si sogna e ci si emoziona anche grazie ad un sound magistrale.
Ecco la tracklist di “Naviganti e sognatori”
- Terra e mare
- Rotte mediterranee
- La nova gelosia
- Le vie del mondo
- La tredicesima ora
- Naviganti e sognatori
- Lanterna de zena
- Nina d’amor me consumo
- Voi che son dos stelis
Falomi, Turchet e Trabucco, con questo progetto onirico e visionario, ci raccontano un intreccio di storie nascoste nei riflessi salmastri e sfuggenti dell’Italia marittima e del mediterraneo, quelle storie che sopravvivono in una linea melodica, in un canto accorato, in qualche riga di parole che altri sogni e altri naviganti hanno sovraimpresso. Le composizioni originali si alternano a riletture di celebri brani della tradizione ligure, veneta, napoletana e friulana. Il tutto impreziosito dal contributo di Daniele di Bonaventura, che con il suo bandoneon ci regala guizzi e intuizioni di grande espressività. “Naviganti e sognatori”è stato registrato mixato e masterizzato allo studio Artesuono, Udine, da Stefano Amerio e prodotto da Falomi, Trabucco e Turchet per Abeat Records. Hanno suonato: Luca Falomi (chitarra), Alessandro Turchet (contrabbasso), Max Trabucco (batteria), Daniele di Bonaventura (bandoneon).
INTERVISTA
D. Innanzitutto grazie per concederci questa chiacchierata. Vorremmo chiedervi per iniziare: cos’è il jazz per voi e cosa rappresenta nella vostra vita?
R. Il jazz al giorno d’oggi è diventato un grande contenitore di tendenze musicali differenti e variegate che hanno radici comuni. I suoi tratti distintivi sono innovazione, attenzione alle nuove tendenze musicali, incontro tra culture, popoli e suoni differenti. Un genere ancorato saldamente al passato ma che si evolve continuamente grazie a ciò che succede nel presente. L’improvvisazione stessa, che è uno dei tratti distintivi di questo genere musicale, è una forma di creazione estemporanea, che ha la capacità di rigenerarsi continuamente. Il jazz è un modo di pensare la musica e la vita: esplorare la realtà, osservare i dettagli e muoversi con intelligenza e fantasia mettendosi a nudo.
D. Nella scena jazz italiana ognuno di voi ha il suo spazio. Cosa vi ha spinti ad unirvi per questo nuovo progetto e cosa ognuno di voi ha portato in esso?
R. Grazie all’opportunità dataci dal Festival “Sile Jazz” ed al suo Direttore Artistico, Alessandro Fedrigo, nel luglio 2020 ci esibimmo in un concerto che, a grandi linee, ci diede l’opportunità di delineare il suono che come trio, forse ancora inconsapevolmente, stavamo cercando. Da qui la volontà di portare idee melodiche, arrangiate a più mani, che hanno dato vita agli inediti contenuti nel disco. “Terra e Mare” il brano di Max che dà il benvenuto all’ascoltatore evocando il tema cardine del nostro lavoro, questo “viaggio onirico” che, sempre presente, si modifica a seconda della navigazione attraverso onde sonore e sensazioni. Segue “Rotte Mediterranee”, brano a quattro mani di Max e Luca che esemplifica la poetica tutta Mediterranea da noi cercata ed impreziosita dal bandoneon di Daniele di Bonaventura. “Le Vie del Mondo” di Max è sicuramente il brano più onirico che ci porta verso sud, alle terre Berbere lambite dal nostro mare. “La Tredicesima Ora” di Luca, anch’essa impreziosita dalla presenza di Daniele, dimostra quella cantabilità che contraddistingue la scrittura musicale del nostro popolo, brano molto riflessivo, nato durante il periodo di isolamento forzato del lockdown del 2020. Ed infine “Naviganti e Sognatori” di Luca, una sorta di Bossa Nova a descrivere i momenti di calma e di piacevole brezza lungo il viaggio. Questa ricerca sonora ci ha portato ad arrangiare brani della nostra tradizione regionale: “Lanterna de Zena” antico canto di mare genovese dedicato alla Lanterna, il faro portuale, che da qualunque parte la si guardi mostrerà sempre i tre lati; “La Nova Gelosia” canzone classica napoletana resa celebre dalla magnifica interpretazione di Murolo, qui arrangiata per chitarra baritona, contrabbasso ed udu; “Voi che son Dos Stelis” tradizionale carnico-friulana, una ballata semplice ma dal dolce tema; e “Nina d’Amor me Consumo” canzone veneziana, qui presente in una versione etno-prog.
D. Parliamo di Naviganti e Sognatori, un disco che abbiamo ascoltato e ci ha emozionato, fatto viaggiare. Quale è stata la scintilla creatrice dei brani?
R. Il progetto ha preso vita da una collaborazione tra me (Luca Falomi) e Max Trabucco. Ci eravamo conosciuti “virtualmente” un anno prima e abbiamo pensato, durante il lockdown 2020 di suonare insieme anche se a distanza un brano di Egberto Gismonti, che abbiamo poi pubblicato su YouTube. Da lì la voglia di conoscerci di persona e suonare insieme dal vivo. L’occasione è arrivata nel luglio 2020 per il festival Sile Jazz dove ci siamo esibiti coinvolgendo Alessandro Turchet, che entrambi conoscevamo e stimavamo. Con una giornata di prove abbiamo assemblato un repertorio di brani originali e il concerto è stato molto bello e con un forte interplay tra di noi. Questo ci ha spinti a pensare un progetto originale da portare avanti insieme. I lunghi mesi di inattività live ci hanno permesso di scrivere materiale nuovo e organizzare varie sessioni di prove in cui abbiamo messo a punto l’intero album che abbiamo registrato nel maggio 2021 nel prestigioso studio Artesuono di Udine, per l’etichetta Abeat.
D. Le sonorità sono indiscutibilmente mediterranee, con un tocco di sudamerica. Bossanova, Onda Nueva, un pizzico di tango. Da chi o cosa siete stati ispirati?
R. Certamente quello che può essere definito come etno-jazz o world music è stato il nostro principale affluente. Ognuno di noi, portando la propria esperienza lavorativa e musicale, tramite ascolti e suggerimenti ha cercato di indirizzare la ricerca verso suoni che, certamente, hanno una matrice popolare ed etnica, ma che, attraverso il jazz e le esperienze legate alla musica moderna e classica contemporanea, si sono “contaminati” (ovviamente in positivo) con le armonie del ‘900. Abbiamo cercato di mantenere alla base un suono acustico, dato dalla natura intrinseca degli strumenti stessi e dalla varietà dei loro colori e timbri, anche questa scelta ha influenzato la creazione dei brani e degli arrangiamenti.
D. Doverosa una domanda su Daniele Di Bonaventura, special guest del lavoro ed il cui bandoneon crea intrecci e dialoghi interessanti in tutto il disco. Quanto è stata importante la sua presenza?
R. Daniele Di Bonaventura è un artista che stimiamo molto e seguiamo da tempo. Il suo strumento (il bandoneon) ha sonorità interessantissime e il suo modo di suonarlo riesce a incorporare tradizione e innovazione, in quanto il suo approccio è molto personale e creativo. Nessuno di noi aveva ancora avuto occasione di collaborare con lui e abbiamo pensato di contattarlo perché, vista la natura così evocativa e onirica del progetto, ci sembrava il contesto giusto in cui coinvolgerlo e conoscerci musicalmente. Con la massima naturalezza, in studio, ci siamo trovati in grande sintonia. Le sonorità così “antiche” del bandoneon, utilizzate in una chiave moderna e raffinata hanno reso il brano davvero speciale. Siamo molto grati a Daniele per aver ampliato la tavolozza di colori del nostro album.
D. Ultima domanda ed inevitabile: quali sono i progetti futuri?
R. Stiamo pianificando dei concerti di presentazione e promozione del nostro album, anche se l’incertezza circa le regole per la riapertura dei club e dei teatri non rende le cose semplici. Quest’estate siamo stati ospiti di tre festival molto belli: Sile Jazz a Jesolo, Jazzaltro a Olgiate Olona e Jazz per le terre del sisma, a L’Aquila (in favore delle terre colpite dal terremoto del 2009). Abbiamo scaldato i motori e siamo impazienti di tornare di nuovo sul palco insieme… quindi incrociamo le dita, sperando che la vita culturale del nostro paese possa riprendere anche al chiuso, nei prossimi mesi.
BIOGRAFIE
Luca Falomi
Muove i primi passi nella musica a soli sei anni. Parallelamente allo studio accademico della chitarra classica, presto scopre il jazz e l’improvvisazione e intraprende un percorso che lo porta ad approfondire la conoscenza dei linguaggi e dei generi musicali. Partecipa a masterclass con artisti internazionali che gli suggeriscono una visione più ampia della musica e del suo strumento. L’interesse per il suono lo porta a sperimentare con strumenti a corda acustici, elettrici ed etnici. La sua attività musicale lo vede coinvolto in progetti di generi musicali differenti: jazz, world music, musica 2014 da “Sober”, prodotto in collaborazione con Marco Canepa, sound engineer e produttore discografico di grande esperienza. Dà vita inoltre al progetto e all’album omonimo “Esperanto”, con il contrabbassista Riccardo Barbera e il batterista Rodolfo Cervetto e al progetto MotusLaevus con cui pubblica l’album “Y” per l’etichetta Felmay. In qualità di chitarrista, arrangiatore e compositore partecipa a svariati progetti discografici, tour e progetti teatrali collaborando con: Esperanto, Franca Masu, Petra Magoni, Ferruccio Spinetti, Anna Oxa, Javier Girotto, Daniele Di Bonaventura, Max De Aloe, David Clayton, Francesco Baccini, Hannah Scott, Fausto Beccalossi, Edmondo Romano,Tina Omerzo, Alberto Fortis, Elisabetta Pozzi, Lukas Mantel, William Naraine, Marco Fadda, Giovanni Ceccarelli, Michela Lombardi, Mario Arcari, Gino Paoli, Al Schmitt, Riccardo Barbera, Andrea Celeste, Roberto Freak Antoni, Armando Corsi, Stephane Casalta, Nicola Stilo, Max Manfredi, Roberta Alloisio.
Alessandro Turchet
Inizia lo studio del basso elettrico sotto la guida del M° Piero Cescut. Intraprende lo studio del contrabbasso sotto l’egida del M° Romano Todesco. Si diploma in contrabbasso presso il Conservatorio “J. Tomadini” di Udine sotto la guida del M° Franco Feruglio. Approfondisce gli studi classici con il M° Mauro Muraro ed il M° Fabio Serafini. Approfondisce lo studio del linguaggio Jazz con il M° Marc Abrams. Svolge la professione di musicista ed insegnante di musica dal 2000. Svolge attività didattica presso la “Scuola di Musica Città di Codroipo”, Codroipo (Ud), come insegnante di basso elettrico e contrabbasso. È presente in più di 100 incisioni discografiche, tra le quali in evidenza: “Numen” Angelo Comisso, Alessandro Turchet, Luca Colussi (Artesuono 2021); “Naviganti e Sognatori” Luca Falomi, Alessandro Turchet, Max Trabucco (Abeat Records 2021); “Bordo Fiume” Daniele Labelli, Alessandro Turchet (DaVinci Jazz 2021); “Segni” Luca Colussi Trio (Artesuono 2021); “Let’s start from here” Paolo Corsini (Jazzy Records 2020); “Arrivederci Chet!” Cool Cat 3io (Folkest 2020); “Kaleidoscopic” Riccardo Morpurgo Mandala Trio (Artesuono 2019); “La Ricchezza della Povertà” Glauco Venier e Luca Fantini (Artesuono 2018); “Landscapes” Lorena Favot (Artesuono 2018); “Untitled” Dario Carnovale (Albore 2018); “Hallways” Gaetano Valli (Jazzy Records 2017); “Sound of Africa” Claudio Cojaiz & Second Time (Caligola 2017); “Jazz Loft” Massimo De Mattia & Bruno Cesselli (Artesuono 2016); “Quinteto Porteño with Strings” Quinteto Porteño (Birdland Sounds 2016); “Waves” Riccardo Chiarion (Caligola 2015); “La Bela Vie” Mocambo Swing (Nota 2015); “Rinascimento” Quinteto Porteño (Alfaproject 2014); “Symphonika” Glauco Venier & Michele Corcella (Artesuono 2013); “Quando Divento Grande” Mocambo Swing (Nota 2013); “Blue Naif” Blue Naif (Cat Sound Records 2013); “Mosaico” Riccardo Chiarion (Caligola 2013); “Trilemma” Massimo De Mattia (Caligola 2013); “Waits” Glauco Venier 4et (Artesuono 2013); “Black Novel” Massimo De Mattia (Rudi Records 2012); “Acustikè” Lorena Favot & Gaetano Valli (Artesuono 2012); “Mikiri +3” Massimo De Mattia (Setole Di Maiale 2011); “Desiderata” Quinteto Porteño (Alfaproject 2010); “Suoni & Luoghi” Gaetano Valli (Artesuono 2010); “Visionary” Lanfranco Malaguti Quartet (Splasch 2010); “Decarissimo” Quinteto Porteño (Sowhat 2008); “Travellers” U.T. Gandhi Fearless Five (Artesuono 2008); “Schiume” Quertetto Ghirardini (Extraurbania 2005). È presente nelle colonne sonore di: “Easy – Un viaggio Facile” di Andrea Magnani (Tucker Film 2017) colonna sonora: Luca Ciut; “Sangre en la boca” di Herman Belon (Netflix 2016), colonna Sonora: Luca Ciut; “Dancing with Maria” di Ivan Gergolet (Exit Media 2014), colonna Sonora: Luca Ciut; “L’ultima ruota del carro” di Giovanni Veronesi (Worner Bross Italia 2013), colonna Sonora: Elisa Toffoli; “Cuccioli – il codice di Marco Polo” di Sergio Manfio (01 Distribution 2010), colonna Sonora: Lorenzo Tomio.
Max Trabucco
Nato a Treviso nel 1989, consegue a pieni voti il diploma di laurea di I livello in “Batteria e Percussioni Jazz” presso il conservatorio “C. Pollini” di Padova, e successivamente il diploma di laurea di II livello in “Batteria Jazz” presso il conservatorio “A. Steffani” di Castelfranco Veneto. Poco dopo o si diploma sotto la guida del M° Roberto Gatto presso la CEMM di Milano. Ha approfondito i suoi studi frequentando masterclass e seminari di alto livello quali: – “Inside Jazz Drumming”, tenuta dal M° Roberto Gatto; – “Masterclass di pianoforte Jazz”, tenuta dal M° Keith Tippeth – “Tecniche e strategie per un controllo ritmico complesso”, tenuta dal M° Jarrod Kagwin; – “Masterclass di strumenti a percussione”, tenuta dal M° Jarrod Kagwin – “Sviluppo del senso ritmico”, tenuta dal M° Jarrod Kagwin. Nel 2014 Flavio Caprera, giornalista e critico musicale inserisce la sua biografia all’interno del libro “Dizionario del Jazz Italiano” edito da U.E. Feltrinelli. Nel 2016 viene selezionato da Veneto Jazz come “Giovane talento del jazz Italiano”. Nel 2017 Amedeo Furfaro dedica una pagina del suo libro “Il giro del jazz in (altri) 80 dischi” (CJC) alla presentazione del disco “Racconti di una notte” – che è la sua prima pubblicazione da leader – inserendolo tra gli ottanta dischi più significativi degli ultimi dieci anni. Negli anni ottiene numerosi riconoscimenti: I° Classificato al Concorso Nazionale “Tomorrow’s Jazz” – 2020; I° Classificato al concorso Nazionale “Chicco Bettinardi” – 2017; I° Classificato al concorso Nazionale “Blow in to the Nightfly” – 2012; I° Classificato al concorso Nazionale “Giovani Musicisti” – 2010; Gli viene riconosciuta una targa di merito durante la serata organizzata dal circolo del jazz di Verona dedicata a “Luciano Zorzella” elogiando “la sua visione musicale, l’eleganza nell’esecuzione ricca di dinamiche, per colori e suggestioni”. Nel 2019 si aggiudica il bando Nazionale “Vette e dopo” partecipando ad una residenza artistica presso la Casa del Jazz di Roma. Nell’anno seguente vince il bando Nazionale dal titolo “Orchestra aperta, la conduzione chironomica” partecipando ad una seconda residenza artistica alla Casa del Jazz, esibendosi presso la sala studio dell’auditorium “Parco Della Musica”. Nel 2020 prende parte al lungometraggio “Pansodia”, ideato dall’università degli studi di Padova, ed al docufilm “Una Striscia Di Terra Feconda”, proiettato presso l’auditorium Parco della Musica di Roma. Nell’anno successivo entra a far parte dell’Orchestra Nazionale Jazz Giovani Talenti, diretta dal M° Paolo Damiani. Negli anni ha partecipato a diversi festival Nazionali ed Internazionali (Il jazz italiano per le terre del sisma, Veneto Jazz, Festival (VE), Les rendez-vous (FR), Trieste Love Jazz (TS), Umbria Jazz (PG), Sile Jazz (TV), Piacenza Jazz festival (PC), International Guitar Festival Iserlohn (DE), Guitar Summit at King’s Place (UK), Ossola Guitar Feastival (VB), Jazz Altro (MI), Festival chitarristico Internazionale (TV), Nuci Jazz Festival (LE) ecc..) ed ha preso parte a numerosi spettacoli teatrali esibendosi in prestigiose sale da concerto (Teatro Astra, Teatro Mario Del Monaco, Kings Place, Teatro San Mauro, Teatro Goldoni, Teatro Bratuz, Teatro dei Frari, Teatro Miela, Teatro La Fenice, Teatro Morlacchi ecc..). È stato ospitato da numerose trasmissioni radiofoniche Nazionali (Radio Rai 3, Radio Rai 1, Radio Statale, RadioBase, Radio Venezia, Radio Veneto Uno, Eden Tv, On Air Radio) ed ha suonato in diretta presso gli studi Rai di Milano durante la trasmissione “Piazza Verdi”. Ha collaborato con numerosi musicisti di fama internazionale quali: Liliano Mille, Klaus Gesing, Francois Corneloup, Paolo Damiani, Daniele Roccato, Daniele di Bonaventura, Tullio de Piscopo, Zoran Majstorovic, Lanfranco Malaguti, Nicola Fazzini, Alessandro Fedrigo, Michele Polga, All Schmitt, Steve Genewick, e molti altri. Oltre ad aver preso parte a numerose pubblicazioni discografiche, ha anche pubblicato svariati metodi didattici dedicati allo studio della batteria.