Intervista al cantautore milanese Bemynorth
a cura della Redazione
24 Apr 2021 - Commenti live!, Dischi
All’uscita del singolo Therapy, qualche mese fa, abbiamo intervistato il promettente cantautore milanese Bemynorth.
Dal 18 dicembre scorso, è disponibile in digital download e in streaming Therapy, il nuovo singolo del cantautore milanese Bemynorth.Il brano, come esplicitato nel titolo, vuole essere un supporto a chi soffre di depressione, con chiari riferimenti nel testo alla condizione di solitudine di chi ne soffre. Bemynorth, attraverso le sue parole, vuole dare una speranza, una luce, a chi è finito in quel “tunnel”, complice anche il periodo estremamente stressante che tutto il mondo sta vivendo, tra lockdown e incertezze.
I know you see me black and white And everything around you is so heavy I will help you moving on
Le sonorità di Therapy miscelano l’elettronica alle chitarre, che rimangono il marchio di fabbrica del sound di Bemynorth, e che in questo brano vogliono richiamare quel suono crunch stratocasteriano dall’animo vintage. Un coro gospel nella seconda strofa regala ulteriore particolarità alla composizione pop e grazie al suo significato carico di unione e collettività valorizza il messaggio della canzone, rivolto a molti.
I lost my voice somewhere out there But everyday is a new start
«Questo brano è stato scritto circa due anni fa, e registrato nell’estate 2020 presso l’home studio di Mattia Frassinetti. – racconta Bemynorth – Ho deciso di rilavorare a questa canzone perché ci stiamo rialzando a fatica dalla pandemia che ci circonda, e spesso ciò che ne consegue sono anche effetti psicologici non desiderati, come la solitudine che questo virus crea attorno a sé. Sappiamo che molte persone che contraggono il virus sono costrette a isolarsi, fino a completa guarigione. Nei casi più critici e sfortunati, qualcuno rischia persino di non rivedere mai più i suoi cari e viceversa, e solo il pensiero ipotetico di questa situazione può creare ansia e stress, soprattutto nei soggetti più sensibile a questo tipo di pensieri, fino alla depressione. La canzone era nata in inglese, e visto il tema globale che affrontiamo tutti i giorni, ho deciso di lasciarla così.»
Therapy è stata scritta da Alessandro Passera (Bemynorth), che ne ha composto anche la musica con Mattia Frassinetti, e registrata nell’home studio di Mattia Frassinetti. Produzione, mix e master di Mattia Frassinetti. Voce: Alessandro Passera – Mimì Fitzgerald. Chitarre, arrangiamento ed elettronica: Alessandro Passera – Mattia Frassinetti. Artwork: Alberto Tanga aka AT Art.
BIO
Alessandro, in arte Bemynorth, è un cantautore Milanese. Il progetto nasce dopo la rottura con una band post hardcore chiamata Black Skyline, a seguito della quale Alessandro non tocca uno strumento per mesi. Raccolte nuove idee, sente l’esigenza di continuare il suo percorso musicale da solo. In un anno scrive e compone il primo EP, in lingua inglese, No quiet place, pubblicato in digital download e in streaming il 20 settembre 2019. Il lavoro, composto da cinque canzoni, è caratterizzato da un sound acoustic-pop ed
elettronico. Chiuso questo capitolo, inizia a lavorare su nuove produzioni, questa volta in lingua italiana, la prima delle quali, Voglia di normale, esce il 3 aprile 2020, toccando tematiche strettamente legate all’isolamento causato dal Coronavirus. Il 25 settembre dello stesso anno pubblica il singolo Twix. Il 18 dicembre è la volta del singolo Therapy.
INTERVISTA
D. Ciao Bemynorth e benvenuto! Sono stati giorni intensi per te per la release del singolo Therapy. Che emozioni hai provato vedendo il brano online su tutti i digital store?
R. Ciao a tutti, vi ringrazio per questo spazio che mi avete riservato e sono felice di poterne prendere parte. Pur non essendo il primo brano che pubblico, pubblicare un proprio brano emoziona sempre. Questa volta forse ancora di più perché trovo analogie tra ciò che la canzone racconta e ciò che tutto il mondo sta vivendo.
D. C’è però una curiosità che vorremmo “sfamare”: perché hai scelto un art name così strano? Bemynorth, appunto.
R. Il progetto era stato pensato in inglese e volevo a tutti i costi includere la parola “nord” nel nome perché dà quel senso di punto di riferimento che tutti vorremmo avere. Un giorno, mentre ero a lezione alla Rock Guitar Academy, scuola di musica in cui attualmente proseguo il mio percorso di studi, mi è capitato di leggere l’accordo di si minore che nel linguaggio internazionale della musica viene tradotto in B minor e da quel momento è nata l’ispirazione per poter legare un gioco di parole ad un significato denso: “Siate il mio Nord”.
D. Torniamo a “Therapy”: sappiamo che il brano è stato scritto prima dell’arrivo del coronavirus ma che hai deciso di pubblicarlo proprio durante la pandemia. Spiegaci il perché.
R. Ho deciso di pubblicarla in questo periodo storico particolare perché quando scrissi il brano, circa due anni fa, ero appena uscito da un periodo della mia storia personale poco felice e, ritrovandomi a comporre questo brano, sono riuscito sempre più a superarlo; quindi potrei dire che è stato proprio una terapia personale e, dato il momento intriso di situazioni complicate dovute alle perdite che molte persone hanno subito, ho sentito dentro di me che era giunto il tempo di rendere pubblica e condividere una parte di me che in passato è riuscita ad aiutarmi; mi sono aggrappato a quel piccolo, ma grande aiuto che piano piano riesce a rendere sopportabile il presente, ovvero il sorriso.
D. Musicalmente parlando quali sono gli artisti che più hanno influenzato il sound del brano?
R. Questa è una bella domanda, non esistono artisti particolari che hanno influenzato le mie scelte di sound, ma semplicemente ho seguito il mio gusto personale caratterizzato dalle influenze che in diversi anni mi hanno catturato. Sono comunque partito dall’influenza principale del mio strumento, ovvero la chitarra. Sono partito da un riff e ho proseguito inserendo elementi provenienti dalla musica elettronica, dal pop e dal gospel. Cosa c’entra tutto questo insieme? Non lo so nemmeno io! Però mi piaceva e siccome amo sperimentare nuove sonorità e colori ho fatto sì di trovare il modo per far suonare tutto nel migliore dei modi.
D. Therapy è un brano in inglese ma in passato hai anche pubblicato brani in italiano. Sei indeciso sulla direzione da prendere? O forse la direzione è proprio quella di fare come ti pare?
D. Fare come mi pare suona ostile 🙂 In realtà una direzione c’è, questo è stato un fuoripista, ma non potevo tenermi dentro questa canzone che ho provato a riadattarla in italiano ma non sono mai riuscito a farla quadrare come in inglese, mi è sempre piaciuta moltissimo così.
D. Ti ringraziamo per questa chiacchierata e ti chiediamo di salutare i nostri lettori con un pensiero, una citazione, nella quale ti identifichi in modo particolare.
R. In questo periodo particolare dove mi trovo, dove ci troviamo, dove si pensano progetti, dove si suda per realizzarli anche in minima parte, dove vorremmo tutti un mondo migliore senza far fatica, dove vorremmo tutti essere i più bravi senza sacrifici, dove vorremmo tutti essere ricchi senza lavorare, dove vorremmo milioni di cose che non sono forse nemmeno essenziali, mi viene in mente una frase di Tolstoj: “Tutti pensano a cambiare il mondo, ma nessuno pensa a cambiare se stesso”. Grazie amici di Musiculturaonline, spero di risentirvi presto, e magari di parlarvi di persona.
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