Intervista a Irene Franchi in occasione della sua personale in Sardegna “Stones”


a cura della Redazione

11 Apr 2022 - Arti Visive, Interviste

“Nel mio lavoro fotografico e video cerco sempre di ricercare il materico, il reale” afferma Irene Franchi che espone “Stones” dal 15 al 25 aprile. La Mostra fotografica è nell’ambito della “Prima Rassegna D’Arte Il Calice D’oro” nell’omonimo ristorante di Costa Paradiso. Musiculturaonline ha intervistata la filmaker e fotografa toscana.

Autoritratto (part.)

Il vernissage dell’esposizione fotografica personaleStones”di Irene Franchi, dedicata alle suggestive formazioni rocciose di Capo Testa, apre il 15 aprile (ore 19.30) la “Prima Rassegna D’Arte Il Calice D’oro”, ospitata negli spazi espositivi del ristorante di Costa Paradiso “Il Calice D’Oro”. La mostra sarà visitabile fino al 25 aprile.

Irene Franchi, che ha curato anche il catalogo d’artedella Rassegna, è filmaker e fotografa professionista formatasi all’Accademia di Belle Arti di Carrara e docente di Editing video al biennio specialistico del Dipartimento di Fotografia all’Accademia Ligustica di Belle Arti di Genova.

Della Mostra e dell’artista abbiamo parlato nell’articolo uscito qualche giorno fa che potete leggere nel nostro magazine a questo link: https://www.musiculturaonline.it/stones-di-irene-franchi-apre-la-prima-rassegna-darte-il-calice-doro/.

Qui, a seguire, l’intervista che ci ha rilasciato l’artista:

D. La sua mostra Stones”, che inaugura la Prima Rassegna DArte Il Calice DOro” è dedicata alle suggestive formazioni rocciose di Capo Testa. Lei è toscana, che rapporto ha con la Sardegna e con i suoi paesaggi?

R. Mi sono follemente innamorata della Sardegna già molti anni fa. La prima volta che vidi il paesaggio sardo risale ai tempi del liceo (purtroppo molti anni fa…circa venti). Rimasi subito rapita dalla moltitudine di colori delle rocce e dai contrasti dati da una natura incontaminata e da un’atmosfera lontana nel tempo. Ho avuto la fortuna di tornarci molte volte per lavoro (soprattutto per la realizzazione di videoclip musicali che ho voluto fortemente ambientare nei paesaggi della Gallura). Infine, grazie ai vari viaggi in nave, ho conosciuto il mio compagno, anche lui legato fortemente a questa terra, che mi ha fatto conoscere Capo Testa. È stato più di un amore a prima vista poiché ho deciso di voler passare molto tempo in questo paesaggio granitico, trovando in questo luogo, in ogni momento dell’anno, suggestioni visive incredibili. È come se queste rocce avessero un’energia forte che mi attrae e la mia fantasia si perdesse ad immaginare personaggi fantastici e preistorici nascosti in questi anfratti granitici.

D. Qual’è la sua filosofia” in materia di editing: foto patinate o autenticità?

R. Nella mia ricerca artistica e nel mio lavoro in generale sono molto “tecnologica”, adoro il nuovo e mi piace molto sperimentare le incredibili possibilità offerte dall’innovazione. Nonostante questo, sono strettamente legata alla tradizione e all’essenza autentica delle cose. Nel mio lavoro fotografico e video cerco sempre di ricercare ilmaterico, il reale. Sono per le immagini pulite e non uso molti filtri e tecnicismi che mi porterebbero lontano dalla mia estetica. I mezzi vanno conosciuti e la tecnologia è potente ma la poesia e la mia espressione riesco a trovarla nell’autenticità.

D. La appassiona maggiormente la realizzazione di videoclip musicali o di video aziendali in stile “storytelling”?

R. È una domanda difficile perché in entrambi i casi si raccontano visivamente delle storie… quindi adoro entrambi i generi di audiovisivi. Se devo indicarne uno, però, sicuramente la mia risposta è il videoclip musicale, che, in linea con quella che è la mia idea di espressione artistica (quando il videoclip non diventa pilotato da esigenze esclusivamente commerciali), è la più creativa e la più completa espressione per un videomaker. È possibile spaziare attraverso varie tecniche e trovare metafore visive che, unendosi alla musica, accompagnano lo spettatore in un’altra dimensione. Quando mi viene data la possibilità di scrivere e realizzare liberamente la mia idea del brano riesco ad esprimere al meglio me stessa (molte volte i problemi sono legati al budget, ma una soluzione riusciamo sempre a trovarla, in nome della ricerca della massima libertà di espressione). Vorrei solo aggiungere che in questo campo le etichette discografiche indipendenti sono quelle che abbracciano maggiormente le espressioni creative. Credo che in Italia dovremo cercare di supportare queste realtà poiché è qui che si nasconde lo sperimentale e il nuovo… il resto appartiene più a dinamiche legate alla esclusiva promozione e commercializzazione.

D. Quanto ha influito sulla sua formazione lessere figlia darte”?

R. Ha influito sulla mia vita in generale ed è stato meraviglioso. Sono nata e cresciuta contornata dal bello. Mio padre mi ha sempre portato con lui in studio e ancora lo viviamo insieme godendo ogni giorno delle meraviglie della creatività. Ho usato da sempre strumenti e attrezzi di ogni genere,nello studio di mio padre hai l’impressione che tutto sia possibile e realizzabile! Mi ha insegnato l’amore per l’arte e soprattutto il rispetto e la dedizione verso di essa.

D. Il progetto che ha realizzato del quale va maggiormente fiera?

R. Il progetto di cui vado più fiera è “Time”, una video-installazione che celebra l’inesorabile scorrere del tempo e il cambiamento inarrestabile della forma. Sono fiera poiché ogni persona che ha visto l’opera mi ha detto di aver provato diverse emozioni e sempre molto forti. È quello che desidero maggiormente raggiungere: realizzare visivamente un concetto universale con immagini semplici ma potenti che arrivino dritte al cuore degli spettatori. In più molti hanno pensato che fosse realizzata attraverso l’utilizzo della computer animation, in realtà è una ripresa in piano sequenza. Per me, quindi, è stata una conferma della mia radicata convinzione che le idee e le emozioni superino i tecnicismi e le spettacolarizzazioni.

D. Attualmente insegna Editing video al biennio specialistico del dipartimento di Fotografia allAccademia Ligustica di Belle Arti di Genova. Come sta vivendo questa esperienza di docenza?

R. Non avrei mai pensato di insegnare, invece è un’esperienza entusiasmante. I miei studenti si nutrono dei miei insegnamenti e io cerco di trasmettere loro non solo nozioni ma soprattutto la passione incondizionata verso il mondo del video. Mi nutro a mia volta della loro energia e sono felice quando riesco a non far spegnere le loro speranze, spesso segnate dall’incertezza e dalla difficoltà che vedono nel futuro. Quella scintilla che vedo nei loro occhi (poiché purtroppo ormai vedo solo quelli, attraverso le mascherine) è la stessa che vedevo nello specchio tanti anni fa e che, nonostante mille difficoltà, continuo ancora a vedere, adesso anche grazie alla luce che si accende nei loro occhi.

D. Come si immagina tra dieci anni?

R. Questa è veramente una domanda difficilissima. Più che una visione è una speranza.  Continuare a poter fare quello che amo, trovare sempre nuovi stimoli e superare le difficoltà con il sorriso. Una cinquantenne con le rughe date dal sorriso e dal pianto di chi ha sempre combattuto per essere quella che è senza adagiarsi sulle comodità.

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