Il trovatore a Camerino
Alberto Pellegrino
10 Lug 2004 - Commenti classica
Dopo ottant'anni Il Trovatore di Giuseppe Verdi è ritornato sul palcoscenico del Teatro Comunale Filippo Marchetti il 4 aprile 2004, in occasione del 150 anniversario di questo capolavoro. In precedenza questa opera era stata rappresentata a Camerino nel 1857 in occasione dell'inaugurazione del rinato Teatro La Nuova Fenice, insieme al Gentile da Varano di Filippo Marchetti e alla Matilde di Rhoan di Gaetano Donizetti. Nel 1864 si era stata un'edizione interpretata dal soprano Amelia Boschi, dal tenore Augusto Parboni e dal mezzosoprano Giulia Giuria; infine nel 1914 il melodramma era stato diretto dal maestro Franco Ghione con l'interpretazione del soprano Bice C. Zunnino, del mezzosoprano Amelia Bruschi, del tenore Pietro Corallo e del baritono Mario Zanni. .
Questa edizione dell'opera, allestita dall'Accademia lirica Katia Ricciarelli in collaborazione con l'Assessorato alla cultura della Provincia di Macerata e con il Comune di Camerino, nasce dal progetto “Opera Mundia” ideato dal musicologo Lorenzo Arroga in collaborazione con il maestro Francesco Zimei con la finalità di riportare la grande opera lirica nei teatri storici delle piccole città per restituire al melodramma un ruolo artistico e sociale. I punti di forza del progetto sono la messa in scena di un'opera molto popolare a costi limitati, grazie all'impiego di un organico orchestrale e corale ridotti, ma sufficienti a restituire tutta la musicalità dello spartito, alla valorizzazione di giovani cantanti accuratamente selezionati, all'utilizzazione di scene e costumi originali ed eleganti nella loro semplicità , all'affidamento della regia e della direzione d'orchestra a giovani artisti emergenti e di sicuro avvenire, capaci di portare sulla scena l'opera allo stato puro, senza furbizie e adattamenti, ma nella sua piena attualità .
Secondo questo spirito, l'allestimento dell'opera è diventato un evento culturale caratterizzato dalla permanenza a Camerino dei cantanti e dello cast tecnico, arricchito dall'allestimento nel foyer del teatro di una mostra dedicata al “Trovatore” intitolata Mezz'ora prima del Trovatore con alcuni oggetti teatrali, costumi storici, documenti, spartiti e con sette pannelli di sole figure riguardanti l'immaginario di Verdi e del suo mondo: gli zingari, le streghe, i luoghi dove si svolge l'azione del melodramma, il piccolo mito loggionistico del do di petto aggiunto a celebre brano “Di quella pira”, la storia dell'interpretazione di ieri e di oggi; la fortuna dell'opera è stata poi documentata nella mostra attraverso caricature, stampe buffe, calendarietti di parrucchieri, parodie, il più famoso dei manichini di De Chirico dedicato all'opera in questione, un'immagine tratta dal film Senso di Luchino Visconti, il ricordo di una grande Manrico come Franco Corelli. Infine lo spettacolo è stato preceduto da una tavola rotonda dedicata a Il fascino del Trovatore, a cui hanno preso parte i musicologi Arruga, Brisighelli e Landini, con l'intervento di Katia Ricciarelli.
Il pubblico della grandi occasioni, proveniente anche da diversi centri della nostra regione, ha affollato il teatro camerinese in una pomeridiana di lusso. Gli spettatori hanno seguito con entusiasmo e hanno salutato con fragorosi applausi questa rappresentazione, che si è rivelata di alta qualità per l'impegno e la capacità artistica del giovane direttore d'orchestra Alessandro D'Agostini che ha guidato con mano sicura l'Orchestra di Puglia e Basilicata e il coro “L'Arpeggione”. L'intero cast di giovani interpreti ha dato buona prova di sè a cominciare dal soprano lirico Antonella Iacono dalla voce nitida e carica di coloriture sentimentali e dal giovanissimo tenore argentino Marcelo Puente, appassionato e generoso Manrico; al loro fianco si sono poi distinti il baritono spagnolo Javier Franco per l'elegante vocalità , il mezzosoprano Maria Josè Trullu per l'intensa drammaticità e il basso Luca Gallo impegnato nel severo personaggio di Ferrante.
(Alberto Pellegrino)