"Il Signore degli Anelli": recensioni e altro
di Manuel Caprari e altri
11 Ago 2013 - Senza categoria
Cinema: Recensioni
Recensione di Manuel Caprari
IL Signore degli Anelli – La Compagnia dell'Anello
(Lord of the Rings – The Fellowship of the Ring)
Origine: USA /Nuova Zelanda 2001
Durata: 178'
Regia: Peter Jackson
Sceneggiatura: Philippa Boyens, Peter Jackson, Frances Walsh
Fotografia: Andrew Lesnie
Montaggio: John Gilbert
Musiche: Enya, Howard Shore
Cast: Elijah Wood, Ian McKellen, Ian Holm, Liv Tyler, Cate
Blanchett, Christopher Lee, Viggo Mortensen, Hugo Weaving
Distribuzione: Medusa
Ascanso d'equivoci, diciamo subito che Il Signore Degli Anelli è una perfettamacchina commerciale. Di quelle che risultano furbe e odiose se costruiteintorno a un film che non se lo merita, ma che sono geniali, doverose e percerti versi anche arrischiate se invece supportano (o sono supportate da)un film che, oltre ad essere ben confezionato, vibra di passione e di magia,come questo di Peter Jackson; perchè il battage pubblicitario è statolunghissimo , ma accompagnato da immagini in anteprima ( su internet e inqualche festival) di bellezza mozzafiato. Un kolossal fluviale, girato perintero poi suddiviso in tre parti, tre segmenti tutt'altro che autoconclusivi,almeno a giudicare da questa prima puntata; il che porterà inavitabilmente glispettatori a tornare al cinema a vedere il seguito, tranne ovviamente idelusi, che saranno verosimilmente un'esigua minoranza, dato che il filmsoddisfa le ragionevoli aspettative, a tratti le supera, e, a detta degli amanti della saga tolkieniana, risulta piuttosto fedele al romanzo, purriassumendo eccessivamente qua e là ; e verosimilmente il lungo anno d'attesaporterà molti a ripassarsi il film in vhs o in dvd ( dove puntualmente verrannoinseriti quei quaranta minuti tolti per far fronte ad una lunghezza francamenteeccessiva.Quel che è meglio, poi, è che a molti il film farà venire voglia dileggere il romanzo, e non solo per sapere cosa succede dopo, domanda lasciataassolutamente in sospeso dal finale , ma anche per la curiosità di vedere laresa narrativa di questo mondo fantastico così magistralmente trasposto inimmagini, e per conoscere meglio quegli eventi e personaggi che nel film siaccumulano a ritmo frenetico e spesso lasciano la sensazione che molto non siastato raccontato. Perchè se all'uscita dal cinema si è frastornati dal tantofragore da quel susseguirsi di battaglie e peripezie, la sensazione che mano amano cresce nello spettatore è di essere catapultati ex abrupto in un mondo conle sue regole, di cui nessuno sembra tenuto a dovervi spiegare troppo. Equalcuno potrà vedere in questo una pecca del film, giustificabile magari colfatto che era impossibile mettere tutto, e invece è il suo punto di forza: inprimo luogo perchè presuppone che lo spettatore possa aver letto o leggerà ilromanzo, il che è sintomo di rispetto per l'intelligenza del pubblico; masoprattutto perchè è la fascinazione del non detto, il lasciare lo spettatore a fantasticare sugli snodi più oscuri della vicenda a creare quellasospensione, quel senso di straniamento dalla realtà che colpisce e cattura.Perchè quando si spiega troppo si accentua, anzichè diminuirla, la distanza trail nostro mondo e quello fantasticato sullo schermo, sciupando l'effetto. perquesto Il Signore Degli Anelli ( almeno stando a queste prime tre ore) èottimo, ed Harry Potter, ad esempio, è puro mestiere. Il fascino della tramadel romanzo di Tolkien sta in molti punti: la capacità di creare, appunto,tutto un mondo, con le sue regole e la sua logica, l'intrigo complicatissimo,il richiamo al mitologico e al fiabesco, l'efficacia di usare come simbolodella brama di potere un oggetto piccolo e letteralmente alla portata ditutti; e questo simbolo del potere che abbrutisce gli uomini èsuscettibile di essere caricato di tutte le valenze possibili e immaginabili,eterne o contingenti che siano, e quindi di rifuggirle tutte, oltre a dare lapossibilità di creare uno scontro tra Bene e Male che si sposta incontinuazione da un livello generale a uno intimo e personale; che poi delromanzo siano state date le più varie interpretazioni ideologiche,politiche e religiose ( e che il film potenzialmente mantenga, non fosse altroche per rispetto al testo, questa ampia gamma di possibilità ), da unaparte ne manifesta la grandezza; perchè la grandezza di un'opera sta anchenella capacità di dare adito alle letture più diverse, anche al di là delleintenzioni dell'autore stesso, in quanto ciò implica quantomeno lapresenza di situazioni e personaggi complessi e a tutto tondo; d'altra parte,tutto ciò ci permette di goderci il film o il romanzo, oggi, senza stare aspaccarci la testa su questioni ideologiche: l'hanno già fatto altri per noi,in passato. Poi c'è quest'aspetto curioso, che alcuni fanno notare, che laclassica struttura della quete spirituale qui è rovesciata: non si tratta dicercare di impossessarsi di un oggetto, ma di liberarsene. Variante da nonsopravvalutare in sè per sè, perchè non cambia proprio nulla, e proprio perquesto motivo importante: che si cerchi di procurarsi un oggetto o di disfarsene,lo scopo resta uguale: la salvezza. Fisica, morale, spirituale. Senza maidimenticare che, almeno a livello di struttura narrativa, quel che conta non ètanto la meta mail viaggio. E difatti i momenti in cui il film è più scorrevolesono quelli in cui per un po' ci si dimentica dell'anello, come in tutta lastrepitosa sequenza delle caverne. Perchè le tre ore del film, a dire laverità , non è che scorrano sempre via lisce come l'olio: a tratti l'accumulo dipersonaggi, intrighi, scene d'azione e di magia, e la colonna sonora,maestosa ed invadente, possono generare un senso di sazietà ; ma anche su questo difetto si sorvola, di fronte a tale quantità di sequenze che restanoimpresse nella memoria. Un senso di appagamento invade lo spettatore dopol'iniziale frastornamento, l'impressione di essere andati al cinema per vedereun film fantasy (anzi, un terzo di film fantasy) e di averli visti invecetutti, condensati insieme. Un po' come I Predatori Dell'Arca Perduta era unconcentrato ipervitaminico del cinema d'avventura di tutti i tempi. La resavisiva è stupefacente, fin dal prologo, con quelle masse di guerrieri el'entrata in scena di Sauron in armatura che emerge letteralmente dal bassodell'inquadratura; persino l'unico momento di vera tranquillità del film, allacontea degli hobbit, ci presenta un paesaggio da fiaba di grandissimaefficacia. Al regista Peter Jackson non si poteva umanamente chiedere di più ;non solo la regia è adrenalinica e ricca di belle trovate ( resta impresso ilvolo della libellula sullo sfondo dell'oscuro laboratorio dove Saruman crea isuoi demoni guerrieri) , ma soprattutto , com'era lecito sperare da un tipocome lui, esalta tutto il cotè orrorifico e visionario nonchè i vari momenti disuspense della storia: i cavalieri neri, le disgustose creature che assaltanola compagnia dell'anello nelle grotte, i mostruosi guerrieri di Saruman, lostranissimo Gollum, son tutte creature degne dell'horror più coriaceo,del latopiù oscuro, minaccioso ed inquietante del fiabesco. Un fiabesco che si tinge ditenebra, grazie anche all'ottima fotografia, che si cela sotto le formedell'epica, e che non finge di ignorare un sospetto di melodramma. Tutti generiestremi, che vanno affrontati senza mezze misure, senza timidezze, senza ritegno.E Peter Jackson si accolla tutti i rischi e le responsabilità del caso,prendendo come unica precauzione contro un possibile flop al botteghino un castdi attori famosi (ma a ben veder senza una vera star, a parte forse Liv Tyler),scelti, peraltro, con grande oculatezza; perfetti, tutti quanti, e basterà citare, a mo' d'esempio, Ian McKellen e Christopher Lee per l'incredibilephysique du role, o Ian Holm e Cate Blanchett, che danno ai rispettivi ruoli unnotevole barlume d'ambiguità morale, tanto da farci sorgere il dubbio se sial'anello a trasformarli, o se siano loro stessi a rivelare, sotto la suainfluenza, la loro natura più nascosta. Ma tutto il cast, ripetiamo, èstraordinario, i personaggi, anche i più improbabili, risultano credibili, e conun certo rilievo psicologico ( ovviamente nei limiti del genere). Resta daspendere qualche parola sugli effetti speciali, che sono assolutamentesplendidi, e non solo quando devono essere obbligatoriamente ammirevoli ( nelcreare mostri e affini), ma anche e soprattutto quando sono più discreti, comenel gioco delle proporzioni fra uomini, hobbit e nani, quando insomma servononon a stupire ma a creare un mondo. L'effetto speciale diventando onnipresentetrova una sua collocazione naturale, ritrova una sua discrezione, entra a farparte del linguaggio del film, non lo soffoca e non lo scimmiotta, ma loarricchisce. E se qualcuno pensasse che questo sia scontato, trattandosi difantasy, si vada a rivedere Harry Potter e si faccia il confronto da solo.
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recensione di Ludovica Rampoldi
“…Un Anello per domarli, un Anello per trovarli,
un Anello per ghermirli e nel buio incatenarli…”
Accontentare i milioni di tolkeniani integralisti sarà un'impresa ardua. Eppure Peter Lord of the rings Jackson, come è stato ormai ribattezzato, alle avventure azzardate sembra avvezzo: solo con una buona dose di coraggio un regista avrebbe potuto immaginare di trasporre uno dei libri più fantasiosi e amati da vasta schiere di fedelissimi, in piatta celluloide. Come se non bastasse, Jackson ha deciso di girare i tre episodi della trilogia contemporaneamente, impresa in cui nessun regista si sia mai cimentato, mettendo a dura prova i nervi e la sua forma psicofisica. Il risultato, tuttavia, sembra dargli ragione.
Con un budget astronomico (300 milioni di dollari, un record) Jackson ha trasformato la Nuova Zelanda nella mitica Terra di Mezzo, popolandola di hobbit, nani, elfi, maghi e troll, rispettando la diversità culturale e linguistica tracciata da Tolkien, e riuscendo nella difficile impresa di risultare credibile.
La Compagnia dell'Anello , il primo episodio da cui si dipana la trilogia, ci introduce nella Contea di Hobbiville dove vive Frodo Baggins, giovane fin troppo entusiasta e curioso per essere un hobbit . Frodo diventa il Possessore del mitico Anello Assoluto di millenaria discendenza, creato da Sauron, l'oscuro signore di Mordor, per regnare incontrastato sui popoli della Terra di Mezzo. L'anello è potentissimo, ma ha dentro di sè una forza oscura, capace di ammaliare e sedurre, e vuole ritornare nelle mani del suo oscuro creatore. Consigliato da Gandalf, potente mago Istari, Frodo decide di distruggere l'anello, gettandolo tra le fiamme del Monte Fato. Per riuscire nell'impresa avrà a disposizione una compagnia eterogenea: i suoi amici hobbit Sam, Merry e Pippin, il saggio Gandalf, i coraggiosi Aragorn e Boromir, l'abile elfo Legolas, e la forza del nano Gimli. Intorno alla Compagnia si agitano le oscure forza del male come i Ringwraiths, neri cavalieri nè vivi nè morti, dannati a vivere nella zona crepuscolare di Sauron, che cercano di sottrarre l'Anello alla Compagnia.
Nella fame favolistica che ha caratterizzato questo inizio d'anno, Il signore degli Anelli sembra destinato a diventare l'antagonista di Harry Potter, sia sul fronte cinematografico che su quello del merchandising: un grande battage pubblicitario e il lancio di mille gadget, pupazzi, spade, giochi da tavola sta accompagnando l'uscita del film. Nella lotta a colpi di super poteri il mago bambino cede il passo all'hobbit dai lunghi piedi pelosi: nel testa a testa delle sale americane ormai pochi miliardi di dollari li separano, e il Signore degli Anelli, dopo quattro settimane al primo posto della vetta, non sembra terminare la sua ascesa. Merito di un grande cast, di una sceneggiatura che rende giustizia all'originale, e di un team che ha saputo ricreare quelle atmosfere rarefatte, oniriche ma iperrealistiche delle avventure tolkieniane.
<i<(fonte film.it)
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PETER JACKSON, IL REGISTA
di Andrea Nobile
Nessuno ha mai ha mai tentato di girare tre film contemporaneamente. Ora che l'ho fatto, capisco perchè. Non lo farò mai più. (Peter Jackson)
La situazione in cui si trova Peter Jackson è allo stesso tempo invidiabile e pericolosa: da una parte, può contare ancora prima dell'uscita del film su un pubblico di almeno 50 milioni di persone, tanti quanto i lettori dell'opera di Tolkien. Dall'altra, sa benissimo che si tratta di un pubblico estremamente esigente, che per anni ha sognato ma anche temuto una versione cinematografica del Signore degli anelli .
Eppure Peter Jackson, enfant prodige del cinema neozelandese, non appare spaventato. Il signore degli anelli , ha dichiarato, rimane uno dei più grandi libri mai scritti. Ciò che io sto offrendo è un'interpretazione, sperando che sia una interpretazione che porti i film di genere fantasy ad un livello del tutto nuovo di profondità e credibilità .
Nato il giorno di Halloween del 1961 in Nuova Zelanda, già a nove anni aveva una Super 8 in mano. Nel 1987, dopo quattro anni di lavorazione soprattutto nei week-end, realizza Bad Taste , il suo primo lungometraggio che evidenzia la sua passione per l'horror e lo splatter movie in particolare. Bad Taste vince il Fantafestival di Roma e ottiene un discreto successo, tanto da permettere a Jackson di recuperare una vecchia idea per il suo successivo film, Meet the Feebles (1989), una parodia dei Muppets dissacrante e provocatoria. In Braindead (1992) queste due anime, quella splatter e quella ironica e parodiante, si incontrano in un film che è di gran lunga il più amato dai fan.
Ma è con Heavenly creautures ( Creature del cielo , 1994) che Jackson ottiene la notorietà internazionale. Il film, basato su un matricidio realmente accaduto in Nuova Zelanda negli anni '50, vince il Leone d'argento a Venezia e ottiene la nomination agli oscar come miglior sceneggiatura (vinta, quell'anno, da Tarantino per Pulp fiction ). E probabilmente Jackson deve a questo film, e in particolare agli inserti fantasy che vogliono rappresentare la potente immaginazione delle due giovani protagoniste, il credito che i fan del Signore degli anelli gli hanno concesso, almeno in attesa di vedere il primo episodio della trilogia.
Heavenly creatures fa notare Jackson a Hollywood e in particolare a Robert Zemeckis, che produce il primo film americano del regista neozelandese, Frighteners ( Sospesi nel tempo , 1996). Di Frighteners Jackson cura anche gli effetti speciali digitali, riuscendo a ottenere ottimi risultati con un budget inferiore alle medie e convincendo Zemeckis ad affidargli anche alcuni degli effetti di Contact .
Poi, dopo il divertissment di Forgotten Silver (1996), quando si vociferava di un suo prossimo remake di King Kong (uno dei suoi film preferiti, bloccato a sceneggiatura già ultimata per l'uscita di Godzilla e Il grande Joe ), finalmente, nell'agosto del 1998, l'annuncio della trilogia, fortemente voluta dallo stesso Jackson, disposto ad impegnarsi per cinque anni su un progetto estremamente ambizioso, con pochi paragoni nella storia del cinema per investimento di risorse, tempo, uomini.
(fonte: film.it)
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“IL SIGNORE DEGLI ANELLI”: leggende produttive
di Andrea Nobile
Il pubblico normale se ne è accorto il 12 gennaio scorso, quando negli Usa code interminabili di fan hanno assediato i cinema dove si proiettava Thirteen days . Migliaia di persone disposte a pagare 8 dollari e a fare anche 12 ore di fila non per vedere il film di Roger Donaldson ma solo per gustarsi in anteprima il trailer di Il signore degli anelli , l'attesissima versione cinematografica del capolavoro di Tolkien.
Gli oltre 50 milioni di lettori della trilogia, e il numero di gran lunga maggiore di appassionati di fantasy in tutte le sue forme (letteratura, giochi di ruolo, videogames) in realtà erano in fibrillazione già da un po' di tempo. Almeno da quando, nel 1998, è stata annunciato il progetto Lord of the rings . Una dimostrazione delle potenzialità della pellicola si è avuta l'anno scorso, quando un primo trailer, disponibile solo su Internet, è stato scaricato in 24 ore da oltre 1 milione e 600 mila persone. Per fare un confronto, il trailer di Star Wars The phantom menace aveva avuto meno di un milione di download (e il riferimento a Star wars non è casuale: George Lucas ha più volte dichiarato che Il signore degli anelli ha avuto parecchia influenza nella realizzazione della sua trilogia di fantascienza). Quando poi il teaser cinematografico è stato messo a disposizione sul sito ufficiale del film (The lord of the rings), a gennaio di quest'anno, la reazione è stata ancora più imponente: oltre 40 milioni di contatti in quattro giorni.
Eppure l'unico vero tentativo finora compiuto (se si escludono due adattamenti televisivi a cartoni animati) è stato quello, nel 1978, di Ralph Bakshi: un film a tecnica mista (parte animazione, parte riprese dal vivo), naufragato per difficoltà produttive, uscito lo stesso in una deludente versione che lascia la storia in sospeso.
Adattare il capolavoro di Tolkien è infatti estremamente complesso, impossibile secondo molti, e ciò ha contribuito a tenere lontano dal grande schermo uno dei libri di maggior successo di tutti i tempi. Tolkien stesso ha lavorato 16 anni sulla trilogia, sviluppando dietro e intorno alla storia un intero universo, con la sua propria geografia, storia, lingue, etnie, leggende (contenuti soprattutto nella pubblicazione postuma Il Silmarillion ).
Peter Jackson ha tentato di superare questi problemi in tre modi: rendendo il suo adattamento una trilogia dalle oltre 6 ore di durata complessiva, con un lungo lavoro sulla sceneggiatura, basato anche sulle altre pubblicazioni di Tolkien e aperto agli stimoli e ai suggerimenti dei fans coinvolti via Internet nella lavorazione, attraverso il sito ufficiale del film, infine, con un budget colossale, che ha raggiunto (alcuni dicono anche superato) quota 270 milioni di dollari. Il che permette anche a Jakcson di fare largo uso di effetti digitali (oltre 1200 scene nella trilogia se ne avvarranno), indispensabili per ricreare in modo credibile la Terra di mezzo.
Per vedere il film, però, con un cast che comprende Elija Wood, Ian McKellen, Ian Holm, Christopher Lee, Liv Tyler e Cate Blanchett, bisognerà attendere ancora a lungo: il primo episodio uscirà il 19 dicembre negli Usa (non è stata ancora confermata ma si vocifera di una uscita in contemporanea mondiale), e i successivi due a dicembre del 2002 e del 2003.
Nel frattempo, una succosa anteprima si avrà a Cannes, dove indiscrezioni dicono che il cast sbarcherà in grande stile, portandosi dietro parti del set e perfino affittando un castello in Costa Azzurra.
(fonte: film.it)
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COSTI E CURIOSITA'
di Andrea Nobile
Certo, non sarà davvero Il signore degli anelli'.. ma potrebbe risultare lo stesso un film dannatamente bello. (Peter Jackson)
I numeri più interessanti della trilogia di Peter Jackson sono quelli relativi alla produzione: un budget di 270 milioni di dollari (alcuni affermano però che si sono già superati i 300). Una cifra che andrebbe quasi triplicata considerando che la produzione si svolge interamente in Nuova Zelanda, come spiega il regista: affittare una macchina da presa per una settimana che negli Usa costa 3000 dollari qui ci costa solo 1000 dollari, considerato anche il cambio. Il che vorrebbe dire avere a disposizione una cifra che supera gli 800 milioni di dollari, mille e seicento miliardi di lire: il budget più alto mai messo a disposizione per un singolo progetto. La decisione di filmare tutti e tre i film insieme, inoltre, ha permesso ulteriori risparmi, anche se per Peter Jackson il tutto risulterà un tour de force incredibile, con più di cinque anni di lavorazione senza pause sullo stesso progetto.
Dove sono andati a finire tutti questi soldi?
Gran parte di essi verranno impiegati per il lungo processo di post produzione (appena iniziato) e soprattutto per gli effetti speciali prodotti dalla Weta Digital, una società neozelandese fondata dallo stesso Jackson. La Weta, che ha anche una divisione per gli effetti non digitali (la Weta Workshop) interverrà massicciamente con ritocchi ed aggiunte, agendo in particolare su alcuni personaggi che saranno esclusivamente digitali (Gollum, soprattutto, ma anche altri come ad esempio gli Ents) e sulle scene di battaglia per moltiplicare le comparse (per le quali è stato creato un software apposito, chiamato Massive, sviluppato per due anni appositamente per il film). Ma molti dei soldi sono finiti in location (oltre 100, tutte nella incontaminata natura neozelandese) o nell'uso di oltre 15.000 comparse.
IL RAPPORTO CON I FANS
Peter Jackson ha dedicato molta importanza al rapporto con i milioni di fans di Tolkien. Grazie ad Internet Jackson ha permesso ai fan durante la fase di pre produzione e quella delle riprese di porgli domande e di dare consigli, in cambio ha aggiornato il sito ufficiale con immagini e video in diretta dal set. L'incredibile attesa che il film ha generato testimoniata oltre che dal numero dei contatti e dei download anche dall'enorme quantità di siti (oltre 200) fioriti attorno al film, è stata sfruttata collaborando con i migliori tra questi, rendendoli in un certo senso ufficiali.
Per cercare di accontentare i fan (importantissimi naturalmente anche da un punto di vista commerciale) l'attenzione ai dettagli durante la lavorazione è stata maniacale. Se è vero infatti che la trama ha subito qualche cambiamento (la storia tra Arwen e Aragorn è stata ampliata, Tom Bombadil è scomparso, alcuni episodi sono stati leggermente anticipati o posticipati), inevitabile in un adattamento che è per forza di cose una riduzione, si è avuta molta cura per l'immaginario visivo già condiviso: sono stati chiamati in qualità di conceptual designers Alan Lee e John Howe, già esperti e conosciuti perchè illustratori dell'edizione cartacea (inglese) della trilogia. Molta attenzione è stata dedicata anche al linguaggio, elemento fondamentale per Tolkien: si è cercato di usare differenti accenti per le diverse razze (quindi gli hobbit parleranno con un accento inglese rurale, gli uomini americano, i nani un accento cockney, eccetera), mantenendo quando possibile le battute del testo, e arrivando ad usare occasionalmente anche la lingua (inventata da Tolkien) degli elfi, con una probabile aggiunta di sottotitoli.
(fonte: film.it)
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VADEMECUM PER I FAN: i siti Internet
di Andrea Nobile
Primo e ovvio riferimento su internet è il sito ufficiale del film. Completamente rinnovato dallo scorso 12 gennaio, in occasione del lancio del trailer, il sito offre numerose informazioni, interviste video con Peter Jackson e altri collaboratori, oltre a una sezione ( explore the epic ) in cui vengono raccolti video sulla realizzazione del film. La promessa della New Line, casa produttrice del film, è di aggiornare il sito almeno settimanalmente, con un'accelerazione giornaliera man mano che ci si avvicina alla data di uscita, fissata per il 19 dicembre.
Sul sito ufficiale è presente il teaser del film ma solo in modalità streaming. Per poterlo scaricare meglio rivolgersi a siti come http://www.comingsoon.net/lotr, da dove è possibile scaricare non solo il teaser (in due formati diversi) uscito nelle sale ma persino quello uscito solo su internet ormai un anno fa, ovvero le prime immagini in movimento che è stato possibile vedere.
All'indirizzo http://www.lordoftherings.it/filmfoto.htm, oltre ai filmati citati, se ne trovano altri sulle location e making of vari.
The lord of the rings movie site (http://tolkien-movies.com/) è stato tra I primi a nascere, nel 1998, ed è una miniera di informazioni, con raccolte di articoli e una grande collezione di immagini.
The one ring.net (http://www.theonering.net/), è un sito molto vasto che ha una sezione chiamata Spy report con notizie rubate dal set. Tra le più complete le faq (frequently asked questions) sul film.
Da citare anche il sito http://fan.theonering.net, che si distingue dalle altre centinaia dedicati al film perchè è specializzato solo sugli effetti speciali usati per la trilogia.
The bastards have landed (http://tbhl.theonering.net/) è il sito ufficiale del fan club di Peter Jakson e contiene naturalmente molte informazioni sulla sua ultima fatica.
Il sito ufficiale di Ian McKellan (http://www.mckellan.com/) contiene al suo interno un diario sulla lavorazione del film scritto dell'attore che ha ottenuto il ruolo più ambito, quello di Gandalf.
25 hobbits (http://www.25hobbits.com/topsites), infine, è una selezione dei migliori siti su Tolkien e sul film.
(fonte: film.it)
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TOLKIEN, LO SCRITTORE
di Andrea Nobile
John Ronald Reuel Tolkien nasce a Bloemfontein, in Sud Africa, nel 1892. Resta in Sud Africa solo per quattro anni, fino alla morte del padre, impiegato di banca, ma la memoria di quella natura selvaggia influenzerà non poco le sue opere, soprattutto paragonata alla campagna inglese. Nel 1896 con la madre e il fratello si trasferisce in Inghilterra, vicino a Birmingham. Nel 1904 la madre Mabel muore: Tolkien e il fratello vengono affidati ad una zia, mentre la loro educazione è affidata ad un parroco. Fin da ragazzo Tolkien si dimostra particolarmente abile con le lingue: oltre ad eccellere in greco e latino, impara molti linguaggi sia antichi che moderni, come il gotico e il finlandese, e ne inventa di propri per diletto.
Laureatosi in Letteratura Inglese a Oxford, Tolkien, dopo essersi sposato, viene mandato in guerra sul fronte francese poco prima l'offensiva della Somme. Dopo soli quattro mesi di trincea però si ammala di febbre da trincea , una specie di tifo che lo fa tornare in Inghilterra. Nel frattempo la passione per le lingue, inventate e non, va avanti (impara anche il gallese, l'islandese, il tedesco moderno e quello antico), così come quella per il componimento in versi. Già dopo la guerra Tolkien scrive il Book of the lost tales (pubblicato postumo), dove sono presenti molte delle storie che poi finiranno nel Silmarillion e nella famosa trilogia. Mentre la malattia stenta a lasciarlo, Tolkien riesce dapprima a lavorare come lessicografo per il nuovo Oxford English Vocabolary, e successivamente a diventare lettore per l'università di Leeds. Qui Tolkien continua a lavorare al Book of the lost tales e inventa il linguaggio degli elfi. Nel 1925 si trasferisce a Oxford per ricoprire la carica di professore di lingua e letteratura anglosassone (successivamente cambierà cattedra e insegnerà inglese), ed è tra i fondatori del club degli Inklings , luogo privilegiato dove parlare e leggere le proprie opere in costruzione. Da una storia della buonanotte inventata per i suoi tre bambini sta nascendo infatti The hobbit : la storia viene letta dal presidente della casa editrice George Allen & Urwin, che per avere un consiglio la passa al figlio di dieci anni. La sua reazione entusiasta lo spinge a pubblicare The hobbit , che esce nel 1937 ed è subito un grande successo. Su richiesta della casa editrice, Tolkien presenta un altro suo lavoro, quello che in seguito sarà Il Silmarillion . L'opera viene giudicata non commerciabile, e a Tolkien è espressamente richiesto un seguito di The hobbit . Il lavoro sarà molto lungo e complesso, ma alla fine, tra il 1954 e il 1955, la trilogia di The lord of the rings vede la luce.
Il successo è immediato, sebbene le recensioni varino dall'apologia alla stroncatura. Si muove perfino la BBC che decide di farne un adattamento in 12 episodi per la radio. Sebbene i risultati siano ottimi, il vero e proprio caso letterario scoppia quando nel 1965 esce una edizione pirata a basso prezzo. Oltre a raggiungere un pubblico ancora più vasto, l'eco della disputa per i diritti si rivela una grossa pubblicità soprattutto nel mercato americano.
Il grande successo della trilogia negli anni '60 e '70 spinge il figlio Christopher, alla morte del padre nel 1973, a pubblicare un po' alla volta la grande mole di materiale lasciato da Tolkien: vedono così la luce il Silmarillion nel 1973 e tantissime altre pubblicazioni tra cui la raccolta in dodici volumi The history of Middle-Earth .
Recentemente numerosi referendum e sondaggi negli Usa e in Inghilterra hanno indicato The lord of the rings come il libro più amato del XX secolo.
(fonte: film.it)
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HOBBIT, ELFI E NANI
di Ludovica Rampoldi
HOBBIT: Gli Hobbit, o abitanti delle caverne , abitano la parte nord-ovest della Terra di Mezzo, una tranquilla regione agricola nota come la Contea. Non sono più alti di 90 cm, hanno lunghi piedi ricoperti di pelliccia, e dimorano all'interno di buche scavate sui fianchi delle colline. Sono esseri semplici e di buon cuore, molto generosi e amanti della vita sedentaria. Renitenti alle avventure, gli hobbit amano mangiare, fumare l'erba-pipa dal profumo fragrante, e raccontare storie davanti al focolare.
ELFI: Chiamati anche i Luminosi, gli Elfi sono la più antica delle stirpi della Terra di Mezzo. Sono creature di straordinaria bellezza, esseri magici ed eleganti capaci di creare armi, musica e tradizioni. La loro antichissima lingua è dolce e musicale. Immortali e senza età , gli Elfi hanno creato a Gran Burrone il loro estremo rifugio, tra giardini assolati, terrazze e cortili.
NANI: Più bassi degli Uomini ma più alti degli Hobbit, i Nani vivono sottoterra, in caverne e gallerie costruite nei luoghi più nascosti del mondo. Dalla lavorazione delle pietre hanno creato il loro sostentamento, creando spade e gioielli di straordinaria bellezza. Più brutali e meno eleganti degli elfi, i Nani si sono fatti la reputazione di esseri avidi e bramosi di ricchezze, pur essendo famosi anche per il grande valore in battaglia e il senso della giustizia.
UOMINI: Gli uomini sono deboli. Il nobile sangue di Numenor non scorre più nelle loro vene. Non si curano d'altro che dei loro meschini desideri. Così sono gli Uomini della Terra di Mezzo. Fragili e pieni di difetti, gli Uomini avrebbero potuto distruggere l'Anello Assoluto ma furono sedotti dal suo fascino e dal loro desiderio di potere. Razza ancora inesperta, gli Uomini tuttavia posseggono talvolta anche coraggio e onore.
ISTARI: La parola Istari è un termine elfico per indicare una confraternita di maghi. I maghi sono i più potenti, ma possono volgere il loro potere anche verso il lato oscuro, come Saruman. Ciascuno degli Istari porta un colore che distingue il suo grado di potere: Saruman il bianco è il più potente, mentre Gandalf il grigio è dotato di minori poteri.
ORCHI: Gli orchi furono creati dall'Oscuro Potere, durante la Prima Era. Vennero rapiti gli Elfi, torturati e mutilati nelle segrete dell'Oscuro Signore, fino a essere trasformati in una nuova forma di vita, aggressiva e ripugnante: gli Orchi. Gli Orchi formano il potente esercito dell'Oscuro Signore, creato per opprimere i Popoli Liberi del mondo. Cresciuti nell'oscurità , odiano la luce e si riproducono a velocità altissima.
(fonte: film.it)
(Manuel Caprari e altri)