Il ritorno di Cristina Donà


10 Apr 2003 - News live

Ci sono voluti quattro anni a Cristina Donà per chiudere il cantiere di questo “Dove sei tu”: un tempo che misurato in termini di music business vale un'era geologica. Dopo i successi dell'esordio
di “La Tregua” e la conferma di “Nido”,
poteva essere rischioso aspettare così tanto, ma Cristina ha avuto il coraggio di andare per la propria strada, magari rischiando di perdere l'orientamento.
Capita, quando si percorrono strade non battute. Il risultato, comunque, giustifica ampiamente l'attesa: “Dove sei tu” è un album splendido e godibile, nel quale Donà frequenta con più decisione la “forma
canzone”. Una scelta che sicuramente è stata assecondata dalla produzione di Davey Ray Moor dei Cousteau (in cabina di regia al posto di Manuel Agnelli degli Afterhours, che aveva prodotto i due album precedenti). “Il mio giardino”, “Invisibile”, “The Truman Show” sono “solo” semplici, magnifiche canzoni rock. Ottima la band che segue Cristina (Cristian Calcagnile, il chitarrista Lorenzo Corti, Marco Ferrara) e che sa dare un suono credibile anche ai pezzi più sperimentali, come l'asimmetrica “Triathlon”. Su tutto, tra elettronica (poca e ben misurata) e
chitarre spicca la voce di Cristina: ora sensuale, ora fragile, ora tagliente, ma sempre originale e tutta da ascoltare.


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