“Il medico dei maiali” conquista con la sua ironia e cinismo
di Elena Bartolucci
5 Feb 2025 - Commenti teatro
Una riflessione amara, “Il medico dei maiali”, scritta e interpretata magistralmente, sul significato del potere e al contempo del parallelismo tra uomo e bestia. Sul palco del Teatro Cicconi di Sant’Elpidio a Mare prova magistrale di Luca Bizzarri, Francesco Montanari, David Sebasti e Mauro Marino.
(Foto di Salvatore Pastore ed Emiliano Luciani)
Sant’Elpidio a Mare (FM) – Venerdì 31 gennaio è andato in scena al Teatro Cicconi di Sant’Elpidio a Mare il testo vincitore del Premio Nuove Sensibilità 2.0 nel 2022 intitolato “Il medico dei maiali”, scritto e diretto da Davide Sacco.
Il re d’Inghilterra muore all’improvviso durante l’inaugurazione di un albergo di lusso in Scozia. Fuori, il temporale impedisce al medico di palazzo di arrivare a constatarne il decesso e così l’ingrato compito toccherà all’unico dottore disponibile in zona ossia un veterinario specializzato in maiali.
L’umile uomo non è uno sprovveduto come tutti potrebbero pensare e capisce subito che il re non è morto d’infarto come i consiglieri vogliono far credere. Nel frattempo, arriva in albergo il principe ereditario, che porta ancora i segni di una notte di bagordi. Mezzo ubriaco e vestito da nazista per una festa a tema durante il gay pride, apprende della morte del padre e al contempo gli viene data la notizia che deve salire al trono e tenere il suo primo discorso da re.
L’erede della corona inglese è sempre stato visto come un uomo dissoluto, tossicodipendente, stupido, sadico e irresponsabile e quindi mai ritenuto, né dal popolo né dai consiglieri di palazzo, all’altezza di poter reggere il peso del potere e delle responsabilità che ne conseguono.
Inaspettatamente il principe chiede però di rimanere solo con il medico, al quale chiede consigli per cosa dire alla nazione. A suo modo, il veterinario cerca con grande astuzia di sparigliare le carte in tavola e tenta di cogliere questa strana opportunità per convincere il futuro monarca a fare un gesto eclatante che potrebbe sconvolgere la vita di un intero Paese e lo farebbe ricordare in eterno.
Davide Sacco ha dichiarato: “Ma il caso non esiste e la vita si mostra sempre più beffarda, violenta e crudele di quanto si potrebbe immaginare. Chi ha il potere resta al potere, ma i servi non vogliono più essere servi. Quando le certezze cadono, quando muoiono i padri e crollano le torri, l’essere umano si mostra sempre per quello che è: una bestia, una bestia pronta a essere un uomo.”
La scelta di chi essere per davvero, uomo o maiale, stravolge ogni dinamica finora rappresentata dalla saggezza e l’arguzia di un uomo umile che si scoprirà di non esser capitato lì per caso e la stupidità di un nobile che capisce di poter finalmente dire la sua fregandosene delle grandi gesta di un padre che ha invece dato tanto alla propria nazione.
Un’opera profonda e grottesca al tempo stesso, che è stata scritta in modo sagace ed è in grado di stupire sia a livello di costruzione che di dialoghi: si raggiungono picchi di ironia e cinismo inaspettati e vengono fornite non poche riflessioni filosofiche sull’essenza dell’uomo e sul fil rouge che lega potere e politica.
Interessante la scelta classic-rock di iniziare il racconto proprio dall’epilogo di tutta la storia che non è affatto la morte del re, richiamata invece da una gigantesca scritta (“King is dead”) che troneggia per tutto il tempo sulla parete della scenografia, elegante ed essenziale, in cui gli attori si muovono con grande maestria.
Luca Bizzarri, Francesco Montanari, David Sebasti e Mauro Marino si sono infatti alternati sul palco in maniera magistrale, facendo crescere il livello di pathos intrinseco del racconto.
A modo loro tutti sono stati protagonisti di diversi faccia a faccia intensi e interessanti che hanno messo a nudo fragilità e punti di forza di ciascuno. Sicuramente tra tutti spicca la figura di Montanari, che è riuscito a mettere in scena un personaggio metamorfico in grado di rinascere dalle proprie ceneri e dar vita a un antieroe con i fiocchi.
Non da meno si è dimostrato il suo alter ego Bizzari, che ha dimostrato di saper tenere benissimo il palco sostenendo ritmi di racconto davvero concitati e regalando quel giusto pizzico di ironia iniziale al suo personaggio che ha agganciato immediatamente il pubblico.
Il testo e la regia portano la firma di Davide Sacco. L’aiuto regia è di Claudia Grassi, le scene di Luigi Sacco, i costumi di Anna Maria Morelli, le luci di Luigi Della Monica e le musiche di Davide Cavuti.
Lo spettacolo è una produzione Ente Teatro Cronaca e LVF – Teatro Manini di Narni, proposto tramite il sostegno del comune e AMAT e il contributo di MiC e Regione Marche.