“Il flauto magico” di Mozart a Liegi
di Alma Torretta
22 Dic 2023 - Commenti classica
All’Opéra Royal de Wallonie-Liège, dal 19 al 31 dicembre, per le Festività è tornato “Il flauto magico” di Mozart per tutta la famiglia nell’allestimento di Cécile Roussat et Julien Lubek. Abbiamo assistito alla prima: non del tutto convincente.
(Foto di © ORW-Liège/J.Berger)
Il flauto magico di Mozart, come si sa, è una favola iniziatica che può essere apprezzata sia dai grandi che dai bambini, ognuno restandone affascinato e comprendendola secondo il proprio livello di conoscenze. Nel 2010 in Belgio, all’Opéra Royal de Wallonie-Liège, ne è stata creata una versione particolarmente adatta a tutte le età, per andarvi in famiglia, come si va al circo oppure al teatro di marionette.
Il successo è stato grande, tanto che siamo già alla terza ripresa dello spettacolo nella sola Liegi, senza contare i tanti altri teatri che pure l’hanno proposto. La regia, le scene, le luci, le coreografie, sono della coppia Cécile Roussat et Julien Lubek che si sono incontrati durante una formazione presso il mimo Marcel Marceau e da allora hanno proseguito insieme il loro percorso, personale e professionale, quest’ultimo caratterizzato da un approccio sempre pluridisciplinare e poetico, che mescola arte dell’acrobazia e arte della magia, clown, marionette e giochi di luci.
Tutto questo si ritrova in questo Flauto magico, uno dei loro primi lavori nel mondo dell’opera, che può ancora destare tanto meraviglia soprattutto nei più piccoli. Per gli adulti, il libretto di Emanuel Schikaneder, franco-massone come Mozart, è un po’ troppo semplificato e banalizzato con le prove del percorso, verso una piena consapevolezza e l’acquisizione di valori degni di una superiore umanità, illustrate solo come bravura in numeri da circo. Insomma, l’opera mantiene ancora un certo fascino poetico visuale ma dal gusto sempre più vecchiotto.
C’era molto attesa anche per il cast di giovani interpreti ma, anche a causa di diverse sostituzioni, infine anche la parte vocale non ha convinto del tutto ed il pubblico della prima è rimasto freddo solo alla fine gratificando i cantanti con una buona dose di applausi.
Analogamente non ha convinto la direzione musicale dell’americano Christopher Franklin, un po’ soporifera, mentre il coro ha dato buona prova di sé anche se si è visto poco. Nella parte del principe Tamino alla fine è arrivato dall’Italia il bravo tenore Giulio Pelligra, bel timbro ma pronuncia tedesca da perfezionare. Al suo fianco, ad interpretare Pamina è stata chiamata il giovane soprano Tanja Kuhn, le note più alte un po’ deboli. Al contrario, il basso russo Aleksei Kulagin nel cantare il grande sacerdote Sarastro è invece apparso debole nelle note più gravi. Nella impervia parte della Regina della Notte si è cimentata Lucie Kaňková, che ha tutta l’agilità e le note necessarie, ma appare un po’ giovane per la parte, scenicamente non pronta del tutto, anche se sfodera tanto carattere e ormai questo ruolo lo canta spesso. Sicuramente è una delle migliori Regine della Notte sentite dal vivo ultimamente, ma le manca ancora tutta la necessaria potenza ed il suo dolce viso non riesce ancora ad esprimere credibilmente la furia cattiva del personaggio, senza dubbio però un’artista da continuare a seguire con grande attenzione. Buona prova poi sia di Paul-Armin Edelmann e Adèle Lorenzi, rispettivamente Papageno e Papagena, bel timbro baritonale il primo, giovane interessante soprano la seconda. Papageno, cacciatore di uccellini, scenicamente risulta pure penalizzato da un costume assai ridicolo, tutto piumette come se fosse anche lui un uccellino; e lo stesso disappunto si prova nel vedere il cattivo guardiano Monostatos, qui interpretato dal tenore Olivier Trommenschlager il cui costume è una incomprensibile via di mezzo tra quella di uno spazzacamino e un mendicante. I costumi di Sylvie Skinazi e le scene di Elodie Monet appaiono spesso ormai polverosi, ma le tre dame vestite da egiziane sono ancora assai divertenti e piacevoli da vedere, ben interpretate con ironia da Dušica Bijelić, Julie Bailly e Marie-Juliette Ghazarian. Bravissimi, infine, i bambini che interpretano i tre fanciulli.