Il Don Pasquale al Teatro delle Muse


Alberto Pellegrino

21 Mar 2011 - Commenti classica

Ancona. Un bel Don Pasquale, allestito qualche anno fa dalla Fondazione Ravenna Manifestazioni, ha chiuso il 4/6 marzo la stagione lirica 2011 delle Muse senza vertici di alto valore, ma con omogenea eleganza e qualità per merito di una straordinaria direzione d'orchestra del M Bruno Campanella che ha saputo mettere in evidenza fin dalla sinfonia d'apertura tutte le raffinate componenti dello spartito di Donizetti. L'opera, composta di getto nel giro di dieci giorni, contiene la leggerezza e il brio dell'opera buffa di derivazione rossiniana, ma segna anche una svolta determinante nel genere del melodramma comico, in quanto le parti del buffo e del baritono sono affiancate dal ruolo del tenore che presenta tutti i caratteri dell'amoroso romantico a partire dalla iniziale tristezza derivante da un sentimento di infelicità per arrivare alla dolente romanza Cercherò lontana terra e per concludersi con la celebre serenata Com'è gentil la notte a mezzo april! . Per il resto si procede secondo i canoni dell'opera buffa con il vecchio innamorato beffato, con il malizioso e intrigante amico di famiglia nella persona del Dottor Malatesta ed infine con la gustosa Norina abbastanza vicina alla Rosina del Barbiere quando canta So anch'io la virtù magica , una giovane donna capace di indossare prima i panni dell'ingenua educanda, poi quelli di una terribile virago e ritornare infine un'appassionata amante del duetto Tornami a dir che m'ami . Una curiosità è costituita dal libretto di Giovanni Ruffini, figura di scrittore (celebre il suo romanzo Il dottor Antonio) e patriota, che fornirà questa unica prova come autore di melodrammi, costruendo una trama divertente che sintetizza molti elementi della commedia dell'arte (travestimenti, raggiri, imbrogli, matrimoni fasulli e lieto fine) con il risultato di mettere a fuoco la psicologia del personaggi e di ottenere sicuri effetti comici.
Buona l'interpretazione dei cantanti a cominciare dai due giovani protagonisti il soprano spagnolo Sandra Pastrana e il tenore russo Alexey Kudrya, il giovane baritono Borja Quiza e, su tutti, il bravissimo basso-baritono spagnolo Carlos Chausson nei panni di Don Pasquale. La regia molto lineare di Andrea De Rosa ha puntato a sottolineare sia i passaggi romantici del tenore, sia le componenti comiche con ritmi scenici molto sostenuti in un continuo girotondo di porte aperte e chiuse, cambiamenti di abiti a vista, l'introduzione di elementi scenografici di sobria eleganza che scendevano dall'alto per poi scomparire verso l'alto con altrettanta rapidità . Efficace il disegno luci di Pasquale Mari e molto eleganti (ma non è certamente una sorpresa) i costumi disegnati da Gabriella Pescucci.
(Alberto Pellegrino)


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