Il “Don Giovanni” di Mozart a Civitanova Marche
di Roberta Rocchetti
11 Nov 2024 - Commenti classica
Per la sesta stagione lirica di “Civitanova All’Opera” è andata in scena l’opera “Don Giovanni” di Mozart. L’impresa, guidata da Alfredo Sorichetti, è stato un successo. Ottimo il comparto voci.
(Foto di Luigi Gasparroni)
Si è aperta con le ipnotiche note dell’ouverture del Don Giovanni di W. A. Mozart la sesta stagione lirica di Civitanova All’Opera e già questo è una nota di merito per il teatro Rossini della cittadina marchigiana, non è semplice infatti per un piccolo teatro mettere in scena questo caposaldo della Musica (maiuscola non casuale), soprattutto quando si decide di farlo con una nuova produzione.
Eppure, Civitanova è riuscita nell’impresa, guidata da Alfredo Sorichetti deus ex machina del progetto e direttore a capo dell’Orchestra Sinfonica dell’Adriatico.
Una direzione incisiva con un occhio di riguardo per il pathos contenuto nel pentagramma ma senza mai sovrastare le voci e rispettando tempi e dinamiche.
La regia di Mirco Michelon ha ambientato la narrazione negli anni’80 del ‘900 in un luogo geografico presumibilmente identificabile con gli States, cosa che si è evinta un po’ dal gusto e un po’ dallo skyline che evoca il ponte di Brooklyn.
Sfruttando tutto lo spazio a disposizione, platea e balconata compresi, il pubblico si è sentito all’interno della storia con la complicità delle luci di Giordano Corsetti.
Le scene di Sauro Maurizi neutre e versatili si sono docilmente piegate ad ogni quadro complici i pochi oggetti simbolici aggiunti di volta in volta, alcuni passaggi riguardanti soprattutto quelli che richiedevano le arie dei vari protagonisti hanno richiesto una cortina nera volta a chiudere il boccascena allo scopo di portare l’attenzione sui personaggi.
I costumi di Massimo Eleonori hanno ben descritto un universo volgare e decadente all’interno del quale i personaggi tessono le tele della propria esistenza.
Nel ruolo del titolo abbiamo trovato il basso riminese Mirco Palazzi che ha dimestichezza col ruolo e questo gli ha consentito di gestire le asperità disseminate da Mozart tra le cinque righe.
Accattivante e spavaldo il Leporello di Gianpiero Ruggeri vero burattinaio della vicenda.
Davide Bartolucci è stato un Masetto di ottima tessitura vocale ed interpretativa che è riuscito a dare al personaggio uno spessore realistico e meno macchiettistico di quanto non abbiamo visto spesso fare da altri interpreti, lo stesso dicasi per il dolente e protettivo Don Ottavio di Gian Luca Pasolini, vocalmente valido, virile ed empatico, lontano dagli ottusi cicisbei che spesso solcano il palco in questo ruolo.
Perfetto il Commendatore di Raffaele Costantini, stentoreo, dominatore della scena, spaventoso.
Ottimo tutto il comparto delle voci femminili, su tutte la Donna Anna di Paola Antonucci, voce grande e ben gestita, maliziosa e armonica la Zerlina di Jessica Ricci, ottima cantante e ottima attrice. La donna Elvira di Clementina Regina ha reso uno straziante quadro di un personaggio distrutto dagli eventi, insieme al trucco sul suo viso si scioglie ogni speranza di cambiare chi cambiare non può.
Solerte e attento il Coro Ventidio Basso guidato da Pasquale Veleno.
Chiudiamo questo resoconto attribuendo un ideale premio coraggio al Teatro Rossini di Civitanova, per aver osato oltre le traviate e le bohème senza sconfinare per puro amor di originalità in lavori probabilmente giustamente finiti dimenticati in qualche cassetto, ma decidendo di ridare luce a capolavori veri, le cui note meritano di echeggiare sulle tavole di palcoscenici grandi e piccoli per dimensioni, ma tutti ugualmente grandi per valore culturale.
La stagione di Civitanova segue con Nabucco di Giuseppe Verdi, che sarà in scena sabato 25 gennaio 2025.