Il capolavoro “Ferdinando” al Teatro delle Muse
di Roberta Rocchetti
30 Ott 2023 - Commenti teatro
Splendida messa in scena, per la regia di Arturo Cirillo, del “Ferdinando”, capolavoro di Annibale Ruccello, al Teatro delle Muse di Ancona da dove lo spettacolo partirà per una tournée italiana.
(Le foto sono di Tommaso Le Pera)
Dintorni rurali di Napoli.
Una stanza da letto barocca, opprimente, scura, come l’esistenza dei personaggi che vi orbitano all’interno a partire da Donna Clotilde, nobile vedova, non più giovane ma non ancora vecchia, un capitale economico che va disgregandosi come la sua casa e il suo mondo, nostalgica del regno borbonico agli albori di un’unità d’Italia che Donna Clotilde rigetta rifiutandosi di esprimersi in italiano e di uscire dal letto ove si è auto confinata.
A servirla con pazienza, astio, rancore e frustrazione c’è Donna Gesualda, imparentata con lei tramite qualche contorto ramo del nobile albero genealogico ma senza quel sostegno monetario necessario ad affrancarla dalle angherie che la cugina le ammannisce quotidianamente.
A fare puntualmente visita alle due donne c’è Don Catello, altro parente della padrona di casa e della servente, infido, interessato e mellifluo ha una relazione con Donna Clotilde.
Poi arriva Ferdinando, annunciato da una lettera consegnata da Don Catello, l’adolescente irrompe nell’esistenza dei tre tramutandola in vita, amore, morte.
Non è semplice raccontare in sintesi la trama delle opere di Annibale Ruccello e farne emergere il genio, perché il genio di questo autore stabiese scomparso a soli 30 anni nel 1986 si trova tra le pieghe della narrazione, nei testi musicali ritmici, inquietanti ed arcaici come i battiti della tammorra, nelle atmosfere, nell’assenza di puntelli morali che danno la vertigine mostrandoci l’assoluto non controllo che abbiamo sulle nostre esistenze.
Ferdinando è andato in scena al Teatro delle Muse di Ancona per quattro sere registrando un afflusso di pubblico e un consenso che apre più di una speranza rispetto alla riscoperta del tratto talentuoso di un autore mai in ogni caso dimenticato, ma che meriterebbe molto di più in termini di diffusione e non solo con questo testo.
Il merito va dunque ad Arturo Cirillo, fresco di premio dell’Associazione Nazionale dei Critici di Teatro, regista ed interprete che con Ruccello ha un lungo legame e col quale divide anche la città di origine, a lui il compito di riportare sul suolo nazionale con una tournée capillare che parte appunto da Ancona questo titolo.
Cirillo interprete a sua volta di Don Catello ha impostato una regia tagliente, sanguigna, che enfatizza il lato amaramente ironico della drammaturgia ma che attraverso un gioco di chiaroscuri rende anche più evidenti le miserie, le abissali solitudini, le meschinità, ma anche l’insopprimibile bisogno d’amore dei personaggi, bisogno talmente sceso in profondità per alcuni di loro da averne perso traccia.
Sabrina Scuccimarra attrice di origine abruzzese ha colto una grande sfida accettando quel ruolo di Donna Clotilde che fu per decenni della grandissima Isa Danieli sulla quale fu peraltro modellato, sfida vinta su tutta la linea. La Scuccimarra è in scena una figura prorompente dall’eloquio preciso come un bisturi, serrato e con una propria personalità che si smarca dalle interpreti precedenti senza snaturare il personaggio.
La Donna Gesualda di Anna Rita Vitolo attrice salernitana è un demonio che si contiene a malapena negli austeri e mortificanti panni della serva controvoglia, vero deus ex machina della svolta nella vicenda perché è accecata dai sensi ma non dai sentimenti e Don Catello non mancherà di farglielo notare in uno dei momenti più carichi di pathos.
Ferdinando, ovvero lo tsunami che si abbatte travolgendole sulle vite dei tre miseri personaggi citati in precedenza è impersonato da Riccardo Ciccarelli, giovane attore in realtà già ben più di una promessa, l’unico napoletano verace del cast ma paradossalmente quello che si trova a recitare di più in italiano. Dall’aspetto meno efebico ed ambiguo degli interpreti che l’hanno preceduto Ciccarelli porta da subito una fisicità e una sensualità virilmente esplicita a cui nessuno degli abitanti o frequentatori della casa saprà resistere.
Le scene di Dario Gessati trasudano cupezza, aria ferma e tempi sepolti riuscendo ad essere polverosamente barocche pur nell’essenzialità.
I bei costumi di Gianluca Falaschi lasciano i tre personaggi della casa nel loro mondo ottocentesco liso e decadente proiettando il solo Ferdinando dalle ali d’arcangelo in un futuro ormai dominato da nuovi stili e dall’emblematico blu Savoia.
Le musiche originali sono di Francesco De Melis e le luci di Paolo Manti
Ovunque vi troviate cercate la tappa più vicina dove si mette in scena questo spettacolo e non avrete a pentirvene.
Usciamo dal teatro gremito mentre ci risuonano ancora nella mente una delle ultime frasi pronunciate da una disincantata Donna Clotilde:
Tu appartiene a ‘na brutta razza, a ‘na brutta generazione…’na razza, ‘na generazione ca nun tene ricorde, e chi nun tene passato, nun tene manco futuro.
(La recensione si riferisce alla recita di sabato 28 ottobre 2023)
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Per approfondire l’argomento potete ascoltare l’audio intervista ad Arturo Cirillo, raccolta da Roberta Rocchetti e pubblicata il 25 ottobre scorso: https://www.musiculturaonline.it/audio-intervista-al-regista-e-attore-arturo-cirillo/
FERDINANDO: le altre date della tournée
- da 1 a 5 novembre, ROMA, Teatro Parioli
- da 7 a 12 novembre PRATO, Teatro Metastasio
- 14 novembre VIGONE (To), Baudi di Selve
- 15 novembre TORTONA, Teatro Civico
- da 16 a 19 novembre MILANO, Teatro Carcano
- da 21 a 26 novembre TORINO, Teatro Gobetti
- 28, 29 novembre SARZANA Teatro Impavidi
- 30 novembre FOLLONICA Teatro Fonderia Leopolda
- da 1 a 3 dicembre MONZA, Teatro Manzoni
- 5, 6 dicembre OLEGGIO, Teatro Civico
- da 8 a 17 dicembre NAPOLI, Teatro Bellini
- 9 gennaio 2024 SAN SEVERINO MARCHE, Teatro Feronia
- da 11 a 14 gennaio GENOVA, Teatro Duse
- 16 e 17 gennaio TARANTO, Teatro Fusco