“Il barbiere di Siviglia” del ROF 2024


di Giosetta Guerra

11 Set 2024 - Commenti classica

Le scene chiare ed eleganti di Pier Luigi Pizzi, il prezioso ricamo dell’Orchestra Sinfonica G. Rossini, la verve e l’empatia di tutti gli artisti, avvolti dalla preziosa musica di Rossini, hanno confezionato, con questo “Il barbiere di Siviglia”, un pacchetto regalo molto gradito per gli spettatori del R.O.F. 2024.

(Foto Amati Bacciardi)

Filonczyk, Lepore, Corrò

Pier Luigi Pizzi conferisce al Rossini buffo la leggerezza e la leggiadria: la leggerezza è determinata dalla luminosità diffusa delle scene, dalle linee classiche degli ambienti, dalle figure morbide composte dai coristi anche in controluce; la leggiadria è determinata dalla lettura giocosa del regista che trasferisce nei personaggi un’ironia che non trabocca mai in caricatura. I personaggi manifestano il loro carattere in modo acuto ed intelligente. Ad esempio, un giovane aitante nel ruolo di Figaro che si denuda per entrare in vasca è una licenza registica che non dispiace, anzi…

Bartolo non è un vecchio pancione, ma un bell’uomo elegante di una certa età, ben vestito e beneducato. Il conte d’Almaviva è un giovane vivace e fantasioso (anche se stimolato da Figaro), quindi si può permettere anche delle acrobazie, come ad esempio camminare in ginocchio, per sembrare più basso, nelle vesti del maestro di musica. Due cose invece avrei evitato: la balbuzie di Don Basilio e l’ubicazione della casa del conte vicino a quella di Rosina, perché se i due erano dirimpettai non potevano non conoscersi. 

La levità delle scene, dovuta al bianco dominante, è arricchita nei costumi dai colori tipici di Pizzi: il rosso, il nero, l’oro, il viola e qualche altro color pastello. Un altro merito di Pizzi è quello di far eseguire la Sinfonia d’inizio a sipario chiuso, senza inutili distrazioni. 

I moduli architettonici mobili permettono il cambio degli ambienti, quindi viene mostrato anche l’interno della casa di Bartolo, ma non compare la bottega di Figaro, a meno che non sia rappresentata dalla vasca nella quale Figaro si immerge. 

Il tenore Jack Swanson è il classico tenore contraltino rossiniano. Nel ruolo del Conte d’Almaviva usa generosamente una voce di medio spessore, esibisce bei filati, mezze voci e acuti ben sostenuti, le agilità sono un po’ scivolate e il rondò finale poco funambolico.

Il baritono Andrzej Filonczyk, nel ruolo di Figaro, ha un fisico abbastanza atletico per seguire il ritmo travolgente del personaggio. Prorompente e un po’ gigione, fa il giro della passerella a dorso nudo. Vocalmente carismatico, ma poco raffinato anche nel sillabato, ha una zona acuta vastissima, capace di addolcirsi nel duetto con Lindoro.

Il mezzo soprano Maria Kataeva è una Rosina brillante e volitiva, ha un bel modo di porgere una voce estesa e sicura in ogni registro, è brava nella coloratura, produce acuti e affondi strabilianti, ma la zona grave a volte è pesante a causa di alcuni suoni chiusi.

Il basso Michele Pertusi, nelle vesti di Don Basilio, a parte la calunnia poco convincente con tempi e intonazione discutibili, esibisce poi una grande voce, bella ed estesa.

Il basso Carlo Lepore, come Bartolo, esibisce voce vibrante nei recitativi, agile nella coloratura e nel sillabato fitto, oltre a suoni robusti, rotondi e cavernosi nel canto.

William Corrò, nel duplice ruolo di Fiorello e dell’Ufficiale, ha voce baritonale corposa.

Berta è ben interpretata dal soprano Patrizia Biccirè.

L’Orchestra Sinfonica Rossini brilla per delicatezza e per abilità nel seguire il ritmo vorticoso e travolgente dei concertati.

Bravissimo il Coro del Teatro Ventidio Basso di Ascoli Piceno, preparato da Giovanni Farina.  Con ottime qualità vocali restituisce un amalgama sonoro di alta qualità e un avvolgente flusso musicale insieme alla brava Orchestra Sinfonica G. Rossini diretta dal M° Lorenzo Passerini.  Dalla Sinfonia, diretta e suonata fantasticamente col crescendo finale, alle delizie musicali di pagine più scoperte, dalla pienezza sonora nei concertati al ricamo finissimo di certe situazioni inaspettate, direttore e orchestra si sono mossi entro le linee tracciate dal compositore.

Regista collaboratore e alle luci Massimo Gasparon.

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