I Puritani di Bellini al Teatro Pergolesi


Alberto Pellegrino

12 Ott 2012 - Commenti classica

JESI (AN). La 45^ Stagione lirica del Teatro Pergolesi si è aperta con I Puritani di Vincenzo Bellini, un'opera di straordinario valore musicale andata in scena a Parigi il 25 gennaio 1835. Questo melodramma costituisce il canto del cigno del grande compositore catanese che muore il 24 settembre dello stesso anno. Bellini raccoglie in un certo senso la sfida lanciata nello stesso anno da Donizetti con la Lucia di Lammermoor e compone un'opera fortemente intrisa di romanticismo sia per quanto riguarda la vicenda amorosa sia per alcuni passaggi epici come il celebre duetto (basso-baritono) Suoni la tromba intrepida, e intrepido , che chiude il secondo atto e diviene immediatamente uno dei brani più popolari del nostro Risorgimento. Quest'atmosfera di passione, tradimenti e patriottismo va anche attribuita al librettista Carlo Pepoli, un patriota rifugiato a Parigi che trae ispirazione dal dramma Tetes rondes et Cavaliers di Jacques-Franà ois Polycarped Ancelot e Joseph Xavier Boniface a sua volta ispirato a un romanzo di Walter Scott. Il contesto storico dell'opera è costituito dalla guerra tra Puritani, guidati da Cromwell e gli Stuart nel XVII secolo ma Bellini mette soprattutto in evidenza i contrasti sentimenti amorosi che animano i personaggi di Elvira, Arturo e Riccardo e che s'intrecciano con le lotte delle opposte fazioni che si affrontano sul campo di battaglia fino alla sconfitta degli Stuart.
Nel primo atto la vicenda, che si svolge durante la guerra civile inglese (1645-1649) tra i Puritani guidati da Cromwell e le truppe del re Carlo, ha inizio nel castello di Plymouth retto dal governatore puritano Lord Gualtiero Valton, dove fervono i preparativi per le nozze del cavaliere Sir Arturo Talbo con Elvira la figlia del governatore che era stata promessa in sposa al capitano dell'esercito puritano Sir Riccardo Forth, il quale è disperato perchè a lui è stato preferito un suo nemico politico. Elvira apprende dallo zio Sir Giorgio che il padre ha acconsentito alle nozze con Arturo e si precipita incontro all'amato. Gli abitanti del castello si riuniscono nella sala d'armi per dare il benvenuto allo sposo e il governatore annuncia che non potrà presenziare alle nozze perchè dovrà condurre a Londra una prigioniera in attesa di essere processata. Arturo riconosce nella donna la regina Enrichetta, moglie del re Carlo Stuart che è stato giustiziato. Arturo decide di farla fuggire coprendola con il velo da sposa di Elvira e facendola passare per la sua futura consorte. Riccardo li sorprende ma li lascia passare, sperando di sbarazzarsi così del suo rivale. Elvira apprende la notizia della fuga dei due e, convinta del tradimento di Arturo, perde la ragione.
Nel secondo atto Arturo è stato condannato a morte per alto tradimento. Giorgio descrive come Elvira sia impazzita per la disperazione; infatti, essa si aggira senza meta per le stanze del castello, piangendo la perduta felicità . Giorgio prega Riccardo di salvare Arturo, altrimenti Elvira morrà di dolore e il giovane, controvoglia, acconsente a rinunciare al suo amore per dedicarsi alla patria, alla vittoria e alla gloria.
Nel terzo atto, dopo avere portato in salvo Enrichetta, Sir Arturo si aggira per le campagne inseguito dai soldati puritani e, approfittando della notte, entra nel castello, dove incontra Elvira e le spiega la ragione della sua improvvisa fuga. La giovane, dopo un breve momento di lucidità , ritorna a vaneggiare e immagina che il suo amato voglia tradirla ancora, per cui chiama le guardie che arrestano Arturo. Mentre stanno per affidarlo al boia, arriva la notizia che Cromwell ha sconfitto l'esercito monarchico e che ha concesso il perdono ai fedeli degli Stuart. Elvira riacquista la ragione e può unirsi in matrimonio con Arturo.
L'opera, che è stata diretta dal giovane maestro marchigiano Giacomo Sagripanti ed è stata eseguita dall'Orchestra Filarmonica Marchigiana e dal Coro Bellini, ha rappresentato una difficile sfida lanciata dalla Fondazione Spontini Pergolesi proprio perchè essa è raramente rappresentata per le difficoltà esecutive e interpretative che presenta la partitura. L'ostacolo è stato superato grazie alla bravura e all'impegno dei giovani interpreti dal tenore cinese Yijie Shi che è stato un ottimo Arturo, dal baritono coreano Julian Kim (Riccardo), dal basso Luca Tittoto (Sir Giorgio), che ha conferito grande intensità e spessore umano al suo personaggio. Una menzione a parte merita il soprano cubano Maria Aleida che è stato un'appassionata Elvira, riuscendo a superare brillantemente il difficile scoglio della lunga e complessa scena della pazzia.
I momenti più suggestivi dell'opera sono stati la cavatina di Riccardo Ah, per sempre ti perdei, la cavatina di Arturo A te, cara, la polonaise di Elvira Son Vergin vezzosa, il concertato del primo atto Ah, vieni al tempio; nel secondo atto spiccano la romanza di Giorgio Cinta di fiori, l'aria di Elvira Qui la voce sua soave, la celebre cabaletta del duetto finale tra Giorgio e Riccardo Suoni la tromba, e intrepido, che diventerà uno dei brani più popolari del nostro Risorgimento perchè, contro il parere di Bruno Cagli, sono chiare le intenzioni patriottiche di questo brano scritto dal patriota Carlo Pepoli dove s'inneggia alla libertà dei popoli, alla vittoria e all' amore di patrie impavido ; nel terzo atto sono rilevanti la canzone di Arturo Corre a valle, corre a monte, il duetto tra Elvira e Arturo Finì me lassa, il concertato Credeasi, misera.
Ingiustamente considerata un'opera di transizione, I Puritani è al contrario l'ultimo tentativo di un grande compositore di cercare nuove strade artistiche con la creazione di una partitura vasta e movimentata che, nonostante i limiti oggettivi del libretto di Pepoli, presenta una notevole complessità melodica determinata anche dall'estremo romanticismo e dalla passionalità del tessuto musicale. Secondo il regista Carmelo Rifici è possibile tracciare un certo parallelismo tra questo melodramma e la Maria Stuarda di Schiller soprattutto per quanto riguarda i cambiamenti sentimentali e i tradimenti dei personaggi principali determinati dal contrasto tra il permissivismo della chiesa cattolica e la severa rigidità e austerità della morale della religione protestante. Infatti, all'interno della cornice storica della guerra civile inglese, al di là delle situazioni belliche e dei frequenti riferimenti alla Patria, all'Onore e alla Santità , emerge una società guidata da un Dio cupo e vendicatore , basata sulla repressione dei sentimenti e della sessualità in nome di un amore che può essere soltanto sacralizzato: da un lato la puritana Elvira parla soprattutto della sua verginità e del suo casto amore; dall'altra il cattolico Arturo l'ama e vuole sposarla, ma rinuncia rapidamente a lei per favorire la Fuga di Enrichetta, dettata dalla Ragione di Stato, ma che assume anche la fisionomia di una fuga d'amore. Arturo vede in lei oltre alla correligionaria una donna passionale, differente dalla glaciale Elvira che tiene a dire son vergine vezzosa . La giovane impazzisce non solo perchè è stata abbandonata, ma perchè esplode la passionalità repressa di una donna innamorata, tradita e repressa; la sua pazzia nasce dal conflitto tra il desiderio dell'uomo amato e il senso di colpa inculcato dalla società puritana, per cui tutta l'opera è pervasa da un'atmosfera religiosa e di tragedia. Coerente con questa visione il regista Rifici ha voluto costumi in bianco e nero che bene si adattano alle cupe atmosfere del puritanesimo; egli ha inoltre ambientato la vicenda in un palazzo dalle strutture geometriche e minimaliste, che sorge in una pianura innevata a simboleggiare il gelo che caratterizza i sentimenti dei protagonisti. Vi è un ampio ricorso a simboli di morte e anche nel celebre duetto che inneggia alla patria e alla libertà le bandiere inglesi, che calano sul fondale, sono intrise di sangue. L'intera scena è divisa in due parti come le vite dei vari personaggi: in basso si svolge la vita reale; al piano superiore (chiesa, stanza da letto, assemblea) prendono corpo i desideri più segreti e inconfessabili dei protagonisti (Elvira, Arturo, Enrichetta, Riccardo) interpretati da attori che rendono possibile questo sdoppiamento della personalità : Fantasmi che si muovono sul piano del sogno e che chiariscono al pubblico la dinamica del desiderio represso .
(Alberto Pellegrino)


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