“I promessi sposi” rivivono a Fermo
di Elena Bartolucci
21 Feb 2024 - Commenti live!
Grazie alla compagnia Musical Insieme, il più grande romanzo storico italiano viene affrontato in un’indescrivibile ottica moderna senza rinnegare la tradizione.
Fermo – Sul palcoscenico del meraviglioso Teatro dell’Aquila, la compagnia Musical Insieme ha portato in scena l’opera moderna de I promessi sposi: una rappresentazione scenica a metà strada fra il musical e l’opera rock, ispirata all’omonimo romanzo di Alessandro Manzoni.
L’amore contrastato fra i due protagonisti Renzo Tramaglino e Lucia Mondella si inserisce in uno specifico momento storico e sociale dell’Italia del 1600, delineando delle macro-tematiche quali la fede, la giustizia e il potere corrotto.
Rispetto al testo originale manzoniano, il musical ha sicuramente l’incredibile capacità di condensare le fasi principali del racconto ponendo la giusta enfasi sia sui protagonisti cardine che sui momenti più poetici quali l’Addio ai monti di Lucia o la conversione religiosa dell’Innominato.
Nonostante una prima battuta d’arresto dovuta ad alcuni problemi tecnici del suono, lo spettacolo è proseguito abbastanza celermente, intervallando scene corali di grande effetto, in parte inficiate dall’asincronismo di alcuni figuranti nel playback delle voci precedentemente registrate.
Il plauso maggiore va ai due protagonisti principali che hanno dato voce e corpo a Renzo (Thomas Tossici) e Lucia (Carla Rossetti), dimostrando di essere molto intonati, agili in tutti i registri e regalando al contempo la migliore performance interpretativa.
Nulla da togliere anche a Gianluca Fornari e Sara Sonaglioni che hanno interpretato rispettivamente Fra Cristoforo/Cardinale Borromeo e la Monaca di Monza, entrambi molto convincenti a livello canoro.
Meno convincenti sono stati, senza dubbio, gli altri personaggi: Don Abbondio (Roberto De Angelis), piuttosto fuori fuoco; Don Rodrigo (Alessio Blasi), forzato sulle note alte e non sempre espressivo; l’Innominato (Vincenzo Dell’aglio) in sordina all’inizio è migliorato successivamente; il dottor Azzeccarbugli (Dino Gazzani), non sempre intonato.
A giustificazione di quanto detto su alcuni protagonisti, sicuramente, va sottolineata la difficoltà di uno spartito scritto su un’estensione decisamente ampia e che gioca su contrasti di colore e dinamiche interpretative difficili e concentrate in una narrazione necessariamente contratta.
La scenografia minimale ma funzionale per dare spazio ai trentatré partecipanti sul palco non è stata sempre supportata da un uso equilibrato delle luci.
Apprezzabile la regia in linea generale. Ne sono esempio le immagini della pioggia che vince la peste rappresentando il trionfo della vita, la gestione delle masse ben distribuite sul palco, le danze e i giochi popolari, … Peccano un po’ di fluidità gli stacchi tra le scene.
Nel cast figurano anche: Bianca Di Battista (Gertrude da piccola), Cinzia Dominguez (madre di Cecilia), Azzurra Del Gatto (Cecilia), Giuseppina Gazzella (Agnese), Federica Cestarelli (Perpetua), Francesco Properzi (Egidio / Conte Attilio), Nello Raccichini (Griso), Nicola Pantanetti, Lorenzo Ferracuti e Max Girombelli (i bravi) e Mariano Antolini, Lucrezia Donzelli, Gaia Gallucci, Michela Iulitti Idalia Marzetti, Alessia Napoletano, Carlotta Palazzo, Nicola Pantanetti, Alice Petruzzelli, Gloria Romanelli, Valerio Silenzi, Francesco Splendiani, Patrizia Sullini e Riccardo Tomassini (monatti e popolani).
Lo spettacolo su libretto di Michele Guardì, di cui sono state proposte diverse repliche nei maggiori teatri marchigiani, prevede la firma alla regia di Elisa Ravanesi (anch’essa presente con maestria sulla scena), mentre le musiche sono di Pippo Flora, la direzione artistica/musicale di Valerio Marcantoni, le coreografie di Silvia Giacchetti e le scenografie di Irina Bakhmach.