Grande successo a Urbisaglia per “Anfitrione” di Plauto
di Alberto Pellegrino
29 Lug 2019 - Commenti teatro
Ottima messa in scena di “Anfitrione” di Plauto nell’Anfiteatro Romano di Urbisaglia (MC) per i Teatri Antichi Uniti 2019.
Pubblico delle grandi occasioni per la rappresentazione di Anfitrione, la celebre commedia di Plauto scritta verso la fine del terzo secolo a.C., andata in scena in anteprima nazionale il 24 luglio nell’Anfiteatro Romano di Urbisaglia (MC). Il capolavoro plautino, prodotto da La Pirandelliana e dalla Fondazione Teatro della Toscana, coinvolge nella vicenda Giove e Mercurio e va pertanto considerato in controtendenza rispetto alla tradizione teatrale classica, secondo la quale nelle commedie si rappresentavano fatti riguardanti personaggi popolari senza portare sulla scena le divinità dell’Olimpo, per cui lo stesso Plauto ha definito questa sua opera una tragicommedia.
Mercurio, nei panni del servo Sosia, sorveglia la casa di Anfitrione generale comandante dell’esercito tebano, perché Giove, che ha assunto l’aspetto di Anfitrione, sta consumando il suo amore per la bella Alcmena ed ha allungato la notte per avere la possibilità di giacere il più a lungo possibile con la donna. Nel frattempo il vero Anfitrione è sbarcato in Grecia dopo una vittoriosa spedizione contro i barbari e Sosia lo precede a casa per raccontare ad Alcmena le valorose imprese del consorte, ma si trova dinanzi un minaccioso Mercurio che ha assunto il suo aspetto e gli impedisce di entrare. Il servo, ormai convinto che il vero Sosia sia l’altro, corre da Anfitrione, mentre Giove saluta Alcmena dopo avergli dichiarato tutto il suo amore.
Il vero Anfitrione ritorna a casa e si stupisce della fredda accoglienza di Alcmena, la quale è meravigliata del solito e rozzo comportamento del marito, mentre ha passato la notte con un uomo gentile e con un raffinato amante. Il condottiero l’accusa di adulterio, ma la donna difende la sua onestà e accusa il marito di essere un impostore. Alcmena minaccia di andarsene, ma sopraggiunge Giove per scusarsi del trattamento che Anfitrione le ha rivolto poco prima, così i due si appartano di nuovo nella loro camera, mentre Sosia deve constatare che tra moglie e marito è ritornata la pace.
Anfitrione ricompare, ma viene malamente accolto da Mercurio che, sotto le sembianze di Sosia, finge di non riconoscerlo e lo accusa di essere un impostore, sostenendo che il vero Anfitrione in quel momento si trova insieme ad Alcmena che nel frattempo rimane incinta. Bromia, l’ancella della donna, annuncia un prodigio: è scoppiato un tuono e la casa si è riempita di riflessi d’oro, mentre Alcmena ha dato alla luce due gemelli, uno dei quali è Ercole che ha mostrato subito la sua forza, strozzando due serpenti inviati da Giunone gelosa per l’ennesima scappatella del marito. Giove interviene di persona e chiede ad Anfitrione di avere cura dei due gemelli e di perdonare sua moglie che ha agito in perfetta buona fede, avendo creduto di dividere il proprio letto con il marito.
Questa classica commedia degli equivoci, che è stata ripresa in passato da Molière, Kleist e Giraudoux, è stata riscritta con gusto e intelligenza da Sergio Pierattini, il quale ha riportato la vicenda ai nostri giorni nel pieno rispetto dell’anima plautina. Anfitrione è diventato un politico ambizioso e populista che ha stravinto le elezioni in modo del tutto inaspettato e che ora si appresta a diventare il presidente del Consiglio dei ministri. Sosia si è trasformato nel suo autista-portaborse, mentre la bella Alcmena, prossima First Lady, è un’insegnante di scuola media di una piccola città di provincia, la quale non perde occasione per correggere l‘uso dei verbi e gli strafalcioni del marito.
Giove compare in scena, incurante della incredulità e dello scetticismo che circonda oggi il mondo degli dei, per ricordare che questi continuano ad agire e a sconvolgere con il loro intervento il destino degli umili e dei potenti. Giove, per possedere Alcmena, ha fatto vincere le elezioni al marito, una nullità che si trova alle prese con un intrigo che la sua intelligenza non è in grado di spiegare. La stessa Alcmena è protagonista di un inganno che a poco a poco le si svela attraverso un gioco di cui ella stessa è vittima. La donna è infatti disorientata dal fatto di trovarsi davanti un Anfitrione volgare, arrogante, ignorante e un Anfitrione (Giove), un modello di uomo perfetto, gentile nei modi e raffinato parlatore. Questa situazione porta la povera Alcmena è sull’orlo di una crisi di nervi: da un lato è vittima della sciatteria del marito; dall’altro è una donna dolce e sensuale quando si trova accanto Giove.
La metamorfosi investe sia Sosia alle prese con Mercurio, un alter ego diabolico e sfrontato, sia sua moglie Bromia che si trova ad avere due “mariti” ed è scontato che la sua preferenza vada verso Sosia-Mercurio. Alla fine è lo stesso Giove ha fare chiarezza e a rivelare ad Anfitrione che diverrà padre di due gemelli, uno dei quali sarà suo figlio, mentre l’altro diventerà il semidio Ercole prediletto di Giove. Mentre Alcmena si rende conto di esser stata una donna ingannata e umiliata, Anfitrione in una specie di comizio finale volge a proprio favore l’intera vicenda convinto che il futuro politico del paese sarà sempre più condizionato da inganni, tradimenti e cinici comportamenti. L’intero spettacolo, ricco di situazioni comiche, grottesche e spiazzanti che fanno da specchio alle sempre disorientanti vicende del nostro presente, ha suscitato l’ilarità e la partecipazione del pubblico, il quale ha accolto con grande calore il finale della rappresentazione valorizzata dalla regia di Filippo Dini, dalle scene di Laura Benzi, dai costumi di Alessandro Lai, dalle luci di Pasquale Mari e dalle musichedi Arturo Annecchino. Il successo della commediaè dovuto anche alla qualità del cast formatto da attori di grande bravura a cominciare da Antonio Catania che è stato un formidabile Anfitrione; da Barbora Bobulova che ha interpretato con misura e intensità un’appassionata e tormentata Alcmena; da Giovanni Esposito che ha messo tutta la sua vena e la sua arguzia napoletana nell’impersonare un formidabile Sosia; da Gigio Alberti che è stato un appassionato ed elegante Giove; da Valerio Santoro (Mercurio) e Valeria Angelozzi (Bromia) che hanno interpretato con sicura efficacia i loro personaggi.