Giuseppe Cavalli.Fotografie 1936-1961


11 Ago 2013 - Libri

Omaggio a Giuseppe Cavalli. In occasione della mostra tenutasi al Museo di Roma nel 2006 è stato pubblicato il volume Giuseppe Cavalli. Fotografie 1936-1961 (Gangemi Editore, Roma), che contiene un'ampia antologia della produzione artistica del grande fotografo, il quale ha segnato con la sua presenza il mondo della fotografia italiana negli anni Quaranta-Cinquanta. Il volume è suddiviso in quattro sezioni (Paesaggi, Nature morte, Ritratti, Marine) ed è arricchito da una catalogazione di tutti gli scritti dell'artista e da una bibliografia finalmente completa sulla sua opera. Giuseppe Cavalli è stato sempre un fotografo che ha coltivato il piacere del Bello , ha sempre cercato e documentato la Bellezza in tutte le sue forme, andando in contro tendenza rispetto alla dominante concezione della fotografia sociale o antropologica . Infatti egli riteneva che nell'arte il soggetto avesse un'importanza relativa, ma che in ogni caso qualsiasi soggetto (paesaggio, natura morta, universo umano) potesse prestarsi per esprimere la bellezza in una sintesi suprema fra una tecnica raffinata (dove erano privilegiati i toni alti , cioè tendenti al bianco), un eccezionale rigore compositivo e un afflato poetico (si pensi alle straordinarie atmosfere delle marine o di alcuni paesaggi urbani dai toni crepuscolari ). Tra i fondatori del circolo veneziano La Bussola e dell'associazione fotografica Misa a Senigallia (fucina di giovani talenti tra cui Mario Giacomelli), Cavalli è un grande fotografo-poeta che va alla ricerca dei suoi soggetti preferiti, aspettando a lungo con la pazienta del cacciatore per cogliere l'attimo , per studiare l'inquadratura migliore, per attendere la luce più suggestiva, un colpo di vento, un riflesso solare, una nuvola che diano forza emotiva alle sue opere. Le due curatrici della mostra e del volume, Anita Margiotta e Federica Pirani, per definire la poetica di Cavalli sostengono che egli aveva il dono di togliere tutto il superfluo per arrivare all'essenza delle cose, per levare il sur plus di significato, smaterializzare una casa, un albero, un oggetto, immergendoli in una luce definitiva ed assoluta per arrivare alla pura forma ed al puro significato, al linguaggio puro .Recensione di Alberto Pellegrino


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