FRANKESTEIN JR: un musical davvero mostruoso
di Elena Bartolucci
28 Nov 2012 - Commenti teatro
Fermo – Domenica 25 Novembre 2012, in anteprima nazionale sul palco del Teatro dell’Aquila, è arrivato il nuovo musical di Mel Brooks, Frankenstein Jr.
Lo spettacolo è tratto dall’omonimo film, diretto e scritto dallo stesso Brooks nel lontano 1974, che, interpretato da attori del calibro di Gene Wilder, Peter Boyle e Cloris Leachman, fu presto consacrato a diventare un cult movie, segnando la storia della commedia americana e rendendo celebri molte esilaranti battute nella memoria dei cinefili più incalliti.
Questa commedia musicale è stata presentata a Broadway nel 2007 e vi è rimasta fino al 2009, conteggiando ben 485 repliche all’Hilton Theatre, ma finalmente è arrivata anche in Italia.
Un memorabile Giampiero Ingrassia veste i panni del dottor Frederick Frankestein, costretto a recarsi nella lontana e lugubre Transilvania per prendere possesso dei beni lasciatigli da suo nonno, il barone Viktor von Frankenstein.
Al suo arrivo in Romania il giovane Herr Doktor incontra Igor (un eccezionale Mauro Simone), il suo nuovo servo dalla gobba ballerina e la bionda e sensuale assistente Inga (Valentina Gullace), che riuscirà subito a irretire il giovane scienziato con le sue arti amatorie involontarie.
Giunti nel castello di famiglia, Frederick fa la conoscenza anche della misteriosa governante Frau Blücher (Altea Russo), che fa spaventare persino i cavalli quando viene annunciato il suo nome.
Nonostante Frederick abbia persino modificato la pronuncia del proprio cognome in Frankenstin in modo da non essere legato alle strambe teorie mediche di suo nonno (Roberto Colombo), che per anni aveva respinto, dovrà ricredersi dopo averlo visto in sogno insieme ai suoi avi. Lo convinceranno a seguire i suoi passi e lo inciteranno a trovare una creatura da riportare in vita e a sviluppare il brand dell’azienda di famiglia, perchè… si può fare! .
Trafugato il cadavere di un omone impiccato di fresco, Igor è incaricato di trovare il cervello di un compianto e sommo luminare, ma, maldestramente, lo fa cadere a terra e lo sostituisce così con un’esemplare abnorme che non permetterà il buon esito dell’esperimento. La mostruosa creatura riportata in vita (Fabrizio Corucci) non sembra avere nemmeno l’uso della parola ed è bloccato in quel corpo gigantesco dotato di una forza senza pari.
Impaurito dal fuoco, il Mostro riesce a fuggire dal castello e incontra sulla sua strada un povero eremita cieco di nome Abelardo (Davide Nebbia), che, desideroso di compagnia, lo invita a mangiare e bere con lui. Come nel film, l’alta comicità di questa scena garantisce delle risate assicurate.
Il mostro, poi, fuggirà di nuovo, ma trovato dal suo creatore, verrà persuaso e convinto di essere una creatura semplice, buona e con molte qualità .
Per dimostrarlo anche agli altri in paese, organizza un piccolo spettacolo in cui farà esibire la sua creatura persino in un numero di tip tap sulle celebri note di Puttin’ on the Ritz di Irving Berlin. A causa di un piccolo cortocircuito, il Mostro si spaventa e fugge di nuovo portando via con sè anche Elizabeth (una scoppiettante Giulia Ottonello), l’altolocata fidanzata dello scienziato giunta a fargli visita dall’America, che rimarrà estasiata dal rapporto consumato con la creatura.
Tutti in città, capitanati dal cattivo ispettore Kemp (Felice Casciano), danno la caccia al mostro per liberare dalle sue grinfie la povera signorina, ma Frederick sa bene che l’unica arma a disposizione per ritrovarli è quella di suonare una magica musica con il violino che farà così tornare il Mostro al castello. Qui il dottor Frankenstein procederà con un nuovo esperimento e trasferirà con successo parte della sua intelligenza alla creatura, che potrà esprimersi con un linguaggio erudito, mentre Herr Doktor ci avrà guadagnato ben altro che cultura e intelligenza.
Tutto bene ciò che finisce bene: la folla e l’ispettore Kemp si sono placati e l’amore regna felice tra Elizabeth e il suo Mostro e Frederick con la sua cara Inga.
Lo spettacolo riesce a ricreare con grande maestria nel canto e nel ballo tutte le sfumature divertenti del film, regalando anche dei numeri esilaranti, come per esempio diversi assoli di Igor. Molto simpatica anche la scelta di creare dei titoli di coda grazie a un’ultima serie di siparietti ad hoc per raccogliere l’ovazione di applausi finali e regalare un saluto singolare a tutto il pubblico presente.
Le musiche e i testi sono di Mel Brooks. La regia e le coreografie originali sono di Susan Stroman, ma la regia della versione italiana dello spettacolo porta la firma del bravissimo Saverio Marconi (con la regia associata di Marco Iacomelli). Le magnifiche scene sono state curate da Gabriele Moreschi, mentre i costumi sono di Carla Accoramboni e le coreografie di Gillian Bruce. Il disegno luci è stato curato da Valerio Tiberi e il disegno fonico da Enrico Porcelli.