Follia e carnalità nell’“Amleto²” di Filippo Timi


di Francesca Bruni

5 Feb 2025 - Commenti teatro

Successo dell’istrionico Filippo Timi, al Teatro Manzoni di Pistoia, con una rivisitazione sconvolgente dell’Amleto shakespeariano.

(Foto dello spettacolo di Annapaola Martin, dove non indicato altro nome)

È andato in scena, presso il Teatro Manzoni di Pistoia, sabato 1 e domenica 2 febbraio la pièce “Amleto²” di e con Filippo Timi, attore controcorrente, dalla carriera costellata di grandi successi cinematografici e televisivi.

Ho avuto il piacere di assistere, con curiosità, allo spettacolo pomeridiano di domenica 2 febbraio, consapevole e interessata a scoprire come sarebbe stato.

“Amleto²” è molto più di una rivisitazione della tragedia shakespeariana, Timi stravolge tutto, facendolo suo, mettendo dentro tutto l’Io dell’attore; umorismo e sarcasmo coinvolgono lo spettatore in un “circo dell’esistenza” in cui tutto diventa Kitsch, pop, con venature di crudeltà dell’identità imprigionata in un essere che gli sta stretto, in cui “la speranza dei propri desideri non deve morire altrimenti muore il mondo”, grida Amleto con grinta e dolore.

Fantastico e di grande talento, Filippo Timi si conferma un vero “animale” da palcoscenico.

L’intero spettacolo è incorniciato da una gabbia in cui i protagonisti giocano con il pubblico, coinvolgendolo in un intreccio divertente, a tratti spiazzante e crudele, proprio come la vita.

Il palco contornato dalla gabbia simboleggia quanto siamo intrappolati in un essere che vorrebbe arrivare alle proprie ambizioni ma che spesso fatica ad arrivarci, a causa della società, la quale ci costringe a canoni contrari ai nostri desideri.

“Amleto²” è solo un modo per andare a fondo a dolori esistenziali. Filippo Timi, seduto sul suo trono, osserva follemente e con curiosità gli altri protagonisti, ci chiama e sprona a fare ciò che vorremmo ed invita a riflettere su quanto l’essere normali oggi giorno sia una anormalità; la follia che c’è dentro ad ognuno di noi ci rende autentici e vitali.

Gabriele Brunelli, Lucia Mascino e Filippo Timi

Palloncini, paillettes dorate sul pavimento simboleggiano la leggerezza della vita ma intorno abbiamo tanto dolore e solitudine; il gelo interiore che ho provato durante tutto lo spettacolo è stato uno specchio in cui ho rivisto le mie angosce e paure, ma anche la forza dell’ironia che aiuta a superare il baratro quotidiano.

Dobbiamo imparare a saperci destreggiare al meglio, perché tutto è un circo inaspettato, sempre pronto a colpire come una lama affilata. L’ironia e la follia aiutano a superare i momenti drammatici, così come l’amore, essenza vitale dell’essere umano.

Lo spettacolo rievoca, a mio parere, la stessa follia e l’ironia sottopelle descritte nel cinema di Stanley Kubrick, per l’atmosfera angosciata e allucinata che lo pervade.

Viviamo costantemente con una maschera sospesa nel tempo che passa, perché la società non accetta l’autenticità dell’uomo.

L’ambientazione è colorata ma tremendamente nostalgica, come un tunnel in cui continuamente bisogna destreggiarsi.

Il teatro è contornato da un buio in cui silenzi e battute sono colpi nello stomaco; l’allegria è una triste scatola dell’esistenza.

Accompagna il mattatore Filippo Timi un gruppo di attori di altissimo livello:

Lucia Mascino (foto di Luca Del Pia)

Gertrude, interpretata da una talentuosa Lucia Mascino, madre crudele di Amleto cerca di scuotere un figlio inerme e spento con un linguaggio scurrile e una postura del corpo al limite del pornografico.

Una seducente ed ironica Marina Rocco, già conosciuta per il suo talento angelico e meraviglioso, impersona il fantasma del padre di Amleto, incarnato da una Marilyn Monroe ed una soubrette desiderosa e stanca di essere la Barbie senza anima e corpo, costretta a sorridere anche quando è profondamente triste.

Marina Rocco e Filippo Timi

Il cast è completato da Elena Lietti nel ruolo di Ofelia che cerca di trovare tutte le forze attraverso l’amore di Amleto prima di annegare. Il bravissimo Gabriele Brunelli interpreta il ruolo del giovane Amleto.

Uscita dal teatro ero frastornata ma consapevole di aver visto uno spettacolo autentico e spiazzante, come lo è la vita.

All’uscita del Teatro Filippo Timi ha fatto un saluto audio a Musiculturaonline:

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