Federica Jannella all'organo Fioretti
Andrea Zepponi
20 Gen 2010 - Commenti classica
Il patrimonio organario italiano si è arricchito di un altro pregevole strumento: quello attribuito a Don Benedetto Antonio Fioretti (1707) nella chiesa di S. Lucia ad Ostra Vetere (AN) e restaurato nel 2009 dalla Fabbrica d'organi Inzoli Cav. Pacifico & Figli di Bonizzi Ettore Claudio & C. Il concerto inaugurale si è tenuto la sera del 16 gennaio scorso e ha visto come protagonista l'organista Federica Iannella che ha presentato un vasto repertorio di brani in linea con la tipologia di organo italiano come il Fioretti. Al concerto ha preso parte anche il M Luigi Faggi che ha suonato alcuni brani alla tromba in duo con l'organo. Restauro ricostruttivo va propriamente definito l'intervento svolto dalla ditta Inzoli-Bonizzi e reso possibile grazie alla generosità delle famiglie del posto Benni e Catalani, oltre che alla perseveranza del parroco Don Mauro Baldetti; ben poco infatti restava dell'organo originario che era ridotto alla sola presenza della tastiera, il somiere, entrambi in cattivo stato, e un numero incompleto di canne ritorte e deformate. Il merito della ricostruzione sta nell'aver ripristinato tutto il materiale esistente integrandolo in maniera filologica con elementi esemplati accuratamente su un altro organo Fioretti presente nella zona (Pianello); da questi esemplari si evince che Fioretti fu il capostipite di una scuola locale, quella di Montecarotto, con singolari tratti costruttivi, ad esempio quello di comporre la facciata dell'organo con canne di piombo. L'eloquenza dello strumento restaurato nei minimi particolari è notevole: grande nobiltà del registro principale, trasparenza e forza espressiva nei ripieni e nella voce umana. Il programma presentato dall'organista Federica Iannella ha arricchito il mero intento inaugurale del concerto dimostrando di saper sfruttare e dispiegare tutte le potenzialità sonore dello strumento restaurato: dalle profondità bachiane della Fantasia in Do BWV 570, con cui ha esordito, alle sfumature timbriche e melodiche di una ottocentesca Ave Maria di Saint Saà ns, dal nitore barocco di una Sonata, Sei Versetti e un Ripieno di Benedetto Marcello, alla trascrizione del concerto grosso vivaldiano in Fa maggiore di Johannes de Gruytters (1673-1741) ed alla allusività orchestrale di stampo rossiniano della Sinfonia in Do di Ferdinando Provesi (1770-1833), noto soprattutto per essere stato il primo maestro di Verdi. Il tocco magistrale della Iannella ha avuto ragione di una tastiera molto sensibile e ha rivelato grande consapevolezza interpretativa nonchè pregnanza stilistica nello spiccare tempi sicuri e nella sobrietà delle ornamentazioni usate soprattutto per risaltare l'aspetto ritmico; anche il rigore filologico con cui ha eseguito i brani, nulla ha concesso ad abbandoni melodici, sempre evitando rubati fuori stile e mettendo in luce un fraseggio rispettoso e attento alla lettera, ma anche allo spirito dei brani presentati: nella Toccata per l'Elevazione di Domenico Zipoli (1688-1726) l'interprete ha toccato davvero le corde più intime dello strumento e la sacrale soavità del brano è risultata esemplare nella lettura della professoressa Iannella che è docente di Organo presso il Conservatorio E. Cilea di Reggio Calabria; al suo attivo ha l'incisione di prime esecuzioni assolute delle Sonate a quattro mani di Giovanni Morandi (Tactus 2006) e le Sinfonie per organo a quattro mani di Gioachino Rossini (Tactus 2006) entrambe in duo con l'organista Giuliana Maccaroni. Invitata ad esibirsi in prestigiosi festival italiani e stranieri (Germania, Francia, Belgio, Repubblica Ceca, Stati Uniti e Russia) svolge un'intensa attività concertistica come solista e in formazioni corali ed orchestrali. Compiuti gli studi musicali presso il Conservatorio G. Rossini di Pesaro e dopo aver conseguito il diploma in Organo e Composizione Organistica con il M Marco Arlotti presso il Conservatorio A. Pedrollo di Vicenza, e la laurea cum laude in Discipline Musicali con indirizzo Interpretativo Organistico sotto la guida del M Roberto Antonelli, Federica Iannella affianca alla formazione organistica quella musicologica: laureatasi con il massimo dei voti in Discipline Musicali anche presso l'Università di Bologna, ha curato trascrizioni in chiave moderna ed edizioni critiche di opere liriche e strumentali. à inoltre Organista Titolare preso la Chiesa Santa Maria della Neve di Senigallia e Direttore Artistico del prestigioso Festival Organistico Internazionale città di Senigallia (www.organsenigallia.com), promosso e sostenuto ogni anno dalla Fondazione Uccellini-Amurri in collaborazione con il Comune di Senigallia. Di grande impegno interpretativo i brani in duo con la tromba di Luigi Faggi, musicista eclettico, versato nel jazz e nella musica afroamericana come membro stabile della Colours Jazz Orchestra, che si è formato da autodidatta e si è diplomato al Conservatorio di Pesaro in Tromba nel 1996 sotto la guida del M Lamberto Spadari, in teoria della Musica Sperimentale nel 1997 con il M Carmelo Piccolo ed in Musica Elettronica nel 200 con il M Eugenio Giordani. In duo con l'organo ha eseguito brani come il Trumpet Voluntary di Jeremiah Clarke (1673-1707), la Sinfonia per Tromba ed Organo di Alessandro Stradella (1644-1682) e infine la celeberrima Passacaglia in sol minore di Haendel. Grande afflato interpretativo si è riscontrato anche per la Sonata Prima di G. B. Viviani ( 1638-1693) e per l'Adagio e l'Andante Largo dal Voluntary n 5 op. 6 di C. John Stanley (1713-1786). L'ufficialità della serata era rappresentata dal Vescovo di Senigallia Mons. Giuseppe Orlandoni che ha officiato una cerimonia di benedizione dello strumento e dal sindaco di Ostra Vetere, Massimo Bello, che ha proluso al concerto insieme al promotore della manifestazione, Carlo Petrucci, rappresentante degli Organisti della Parrocchia; di non minore interesse, l'intervento del restauratore ha illustrato su uno schermo le varie fasi del restauro e della ricostruzione dell'organo fornendo al folto pubblico intervenuto copie della pubblicazione relativa alla sua relazione finale sul restauro; l'intento di sensibilizzare il pubblico alla conoscenza delle problematiche restaurative e quindi degli aspetti organologici dello strumento è quanto mai encomiabile e ha reso il concerto doppiamente interessante e coinvolgente.
(Andrea Zepponi)