Fabio Brisighelli. Dieci anni alle Muse
di Alberto Pellegrino
8 Giu 2016 - Libri
Fabio Brisighelli è un giornalista-umanista particolarmente esperto e versato nella conoscenza della musica classica e dell’opera lirica. Da oltre cinquant’anni frequenta i teatri d’opera e le sale da concerto e da oltre trent’anni collabora come critico musicale con Il Corriere Adriatico e con diverse riviste specializzate con articoli sempre documentati ed espressione di una profonda competenza musicale e teatrale. Ha anche condotto per diversi anni un programma settimanale dedicato al melodramma su Rai Tre regionale. Ha ora deciso di raccogliere gli articoli, in occasione delle stagioni liriche del Teatro delle Muse, nel delizioso volumetto O dolcezze perdute! O memorie I primi dieci anni delle Muse (Affinità elettive, Ancona, 2016), pubblicato nel segno dell’antico motto Meminisse iuvabit. Piacerà ricordare per coinvolgere gli amici-lettori nelle passate atmosfere di grandi spettacoli musicali: “Ho voluto riandare – ha scritto Brisighelli – lungo il sentiero di un’intensa memoria visiva e d’ascolto, per una rinnovata sintonia di emozioni con le impressioni riportate allora, con gli spettacoli di quegli anni alle Muse”.
Brisighelli ha avuto ragione nel ricostruire questo decennale percorso artistico, perché oltre alla sua nota competenza ha messo in questi scritti il fuoco di una passione che crea in certi casi le atmosfere proprie della poesia. Si parte quindi in questo viaggio nella memoria dal concerto inaugurale diretto dal M° Riccardo Muti alla guida dell’Orchestra scaligera per passare a quello straordinario evento impresso nella memoria di tutti noi che è stato l’Idomeneo di Mozart, portato sulla scena dalla “magica” regia di Pier Luigi Pizzi. I grandi eventi musicali si sono succeduti senza sosta sul palcoscenico anconetano: da Lucia di Lammermoor a Butterfly, da Il Re Pastore a un avvincente Ballo in maschera, da Tosca alla straordinaria Norma di De Ana, da Bohème al Ratto del serraglio, dal Trovatore al Pirata di Bellini, da Nabucco alla Traviata, da Roberto Devereux a Lucrezia Borgia di Donizetti, dall’affasciante trilogia mozartiana del Don Giovanni, di Così fan tutte e delle Nozze di Figaro, tre opere rese splendide dalla sublime arte interpretativa del M° Pier Luigi Pizzi. Giustamente Brisighelli ricorda che in questi dieci anni il Teatro delle Muse, grazie alla competenza del M° Vlad, sono diventate il luogo dove è stato proposto al pubblico il più alto numero di opere contemporanee raramente rappresentate: L’enfance du Crist di Berlioz, The Flood di Stravinskij e L’Enfat et les sortilèges di Ravel, L’Elegia di Henze (con un’altra eccezionale regia di Pizzi), The Emeprator Jones l’opera composta da Louis Gruenberg e tratta dall’omonimo dramma di Eugene O’Neill, Hin und Zuruck di Hindemith e L’heure espagnole di Ravel. Una carrellata di capolavori del Novecento che sono andati in scena solo sul grande palcoscenico anconetano.