È uscito il video del brano “Damn maD” di Mc Sof
a cura di Felice Capasso
1 Set 2020 - Video
Presentiamo il recente video del brano Damn maD, del napoletano Fabio Caliendo, in arte Mc Sof.
Fabio Caliendo, alias Mc Sof, è un ragazzo partenopeo nato nel Settembre del 79 che sin dall’adolescenza era solito praticare lo skateboard ed i graffiti, discipline appartenenti sia alla cultura punk che a quella hip hop.
Col passare del tempo si è appassionato di più a quest’ultima al punto tale da coinvolgerlo oltre che nei graffiti anche nel rap e con altri amici dj e writer formò una crew nel 97: la “W B” (Waller Bomber). Costoro cominciarono a partecipare a tutte le jam partenopee portando i loro messaggi e relative evoluzioni, acquistando visibilità grazie ai graffiti e alla vincita di varie battle di rap, che a quei tempi erano organizzate da Speaker Cenzou e Tony Joz dei “13 bastardi”.
Stretta amicizia con quest’ultimi ha cominciato a frequentare e a volte anche a partecipare ai loro concerti: ciò gli ha dato l’opportunità di girare e suonare anche con artisti della scena Hip Hop del nord Italia come Dj Gruff, Dj Skizo e tutta l’Alien Army.
Col crescere della cultura HIP HOP ha collaborato con varie crew, partenopee e non, per la produzione di mixtape, ma sempre in ambito “Underground”, fino a quando nel 2015 ha prodotto un album chiamato “OmississimO”, con le strumentali prodotte interamente da Oyoshe aka Oyo beat’s, che è attualmente ascoltabile su Spotify, a differenza di un altro album del 2014 chiamato “Repererrorrereper” prodotto con la collaborazione di O’ reppat e le strumentali di Wedo beat’s, disco del quale ne sono state stampate solo 100 copie in autoproduzione. Di quest’ultimo è disponibile un saggio su youtube (O reppat & Mc Sof “RojoR”).
Mc Sof attualmente si è trasferito ad Amsterdam, dove con il suo beatmaker (Dj) Dr Ketamer della KML e la collaborazione di O’ reppat, hanno pubblicato un EP che, per omaggiare la città di Amsterdam e il suo famosissimo museo “Madam Toussoe” e tutte le relative ” madame”, ha come nome ” Pè Madam EP “, che come le precedenti produzioni porta l’innovazione di un titolo palindromo.
Dopo “OmississimO” Mc Sof ha pubblicato “Damn maD” (ne abbiamo parlato su queste pagine: https://www.musiculturaonline.it/e-uscito-damn-mad-di-mc-sof-in-collaborazione-con-dr-ketamer/n.d.r), un album di denuncia sociale. “Il titolo oltre ad essere un palindromo, come tutti i testi delle mie canzoni, è anche una frase che può essere interpretata in entrambi i sensi, sottolineando il dualismo e l’ambivalenza che caratterizzano tutte le cose”, secondo le parole dell’artista.
A differenza di “OmississimO”, un album prodotto da Oyoshe a Napoli, dove i titoli sono dei palindromi in napoletano, data la partecipazione di artisti internazionali e la permanenza dell’artista a Amsterdam, dove l’inglese è molto usato, sono presenti titoli in inglese, pur sempre palindromi.
Damn maD è anche il titolo del primo brano, che vede la partecipazione di una leggenda del rap underground come Lord digga A.K.A. the highestman. Egli non è l’unico: in altri brani abbiamo altre collaborazioni di mostri sacri dell‘underground newyorkese, come Rusty Juxx nel brano “Work roW”, Thermanology nel brano “Wolf flow” e Big Twin nel brano “No part 2 trap on”.
Oltre alle collaborazioni internazionali tutti i brani hanno una forte carica energetica caratterizzata dalle influenze rock ’n roll: basta ascoltare “Deep speed”, “Age megA” o “Sword rawS”, per non parlare di “Raw waR” che, fra produzione musicale e testo, ha bellissime sonorità è tocca argomenti sempre attuali, da ascoltare!
Mc Sof dice anche che: “l’album era partito da un idea “classic hip hop” poi Dr Ketamer mi propose l’inserimento di una vena rock ’n roll che si è riflessa nella maggior parte delle opere, che associata ai miei versi rap, ha creato un genere abbastanza tosto che io definirei rap ‘n roll”.
Presentazione del video di Damn mad:
Di “Damn maD” fa parte l’omonima title-track che è accompagnata da un video su Youtube, video che è stato diretto e montato da No borders tv. Il video parla di un homeless (Mc Sof) di una città di mare. Gli homeless delle città di mare hanno sempre un’aria a metà tra uno scaricatore di porto ed un pirata. Il nostro protagonista una mattina, dopo essersi svegliato nella sua barca abbandonata, trova un cellulare. Appena lo connette alla corrente, succede qualcosa di strano: viene hackerato e si collega direttamente a Lord Digga che sta cantando dall’altra parte dell’oceano a New York. Dopo averlo collegato ad una cassa sul suo carrello l’homeless inizia la sua peregrinazione in città portando la musica a tutto volume di Lord Digga in giro. Al suono della canzone tutti i passanti diventano ‘pazzi’: chi comincia a ballare furiosamente o a pogare; una donna delle pulizie diventa improvvisamente una writer; un cameriere istantaneamente un dj e prova a fare scratch con delle insalate; chi aveva appena parcheggiato la sua auto continua la sua giornata in skate; una scossa elettrica dal cellulare e anche il nostro homeless da silenzioso comincia a fare il rap e chiude il video su un altro cellulare abbandonato da un’altra parte chissà dove.
Il video vuole essere chiaramente un’istigazione alla presa di coscienza da parte delle persone anestetizzate e annichilite nelle volontà e desideri nella società dei consumi. Una sorta di illuminazione viene data proprio da quelli ritenuti dei reietti di questa società, dei folli in quanto anello morto, non produttivo nell’ingranaggio della nuova schiavitù mondiale del monetarismo: colui che non produce e non consuma, e per cui non esiste, o esiste ai margini, lui è l’unico che come un uomo primitivo conserva il fuoco, mantiene la scintilla di una vita libera da queste catene, che come uno stregone invasato dalla musica, proprio attraverso di essa, riesce a trasmetterla agli altri, creando un repentino stato di ribellione e di festa. Stato di festa, nel quale la vita acquisisce la coscienza di essere viva e si auto-celebra. Una cosa questa, un momento, per la quale vale pure la pena di essere dannati e condannati ad essere “pazzi”.
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