Due russi a Bologna


Athos Tromboni

22 Mar 2001 - Commenti classica

BOLOGNA Inaugurazione col tutto esaurito il 20 marzo per la stagione musicale del Centro La Soffitta, all'Aula Absidale di S.Lucia. La ragione di tanto richiamo, per i cultori della musica cameristica, stava nell'eccellente Duo clarinetto-pianoforte costituito dai russi Anton Dressler e Boris Petrusanskij. Il titolo del concerto era programmatico: Arabeschi e schizzi russi . Il pianista Petrusanskij, specialista di questo repertorio, e il suo giovane partner al clarinetto hanno proposto musiche di compositori russi vissuti tra fine '800 e prima metà del '900. I titoli: la Canzone di Sergej Taneev, un valente allievo di Ciajkovskij; l'Arabesque di Aleksandr Taneev; i Tre pezzi per clarinetto solo di Igor Stravinskij; il Notturno op.28 n.1 e lo Studio op.28 n.2 di Aleksandr Gedike; la Sonata di Aleksandr Grečaninov (un allievo di Rimskij-Korsakov); il Concertino di Boris Asaf'ev (stimato esponente della musicologia e della critica musicale sovietica d'inizio '900); la Romanza e il Valzer triste di Rehinol'd Glière (musicista di origine belga che si guadagnò la nomina di Artista popolare dell'Urss'); uno Studio su un tema di Rimskij-Korsakov di Konstantin Mostras; lo Schizzo op.45 n.6 di Nikolaj Čerepnin (compositore noto soprattutto per il completamento dell'opera La fiera di Sorocinskidi Musorgskij): la sonata di Aleksandr Čerepnin. Nell'esecuzione si è delineato l'ambito estetico entro il quale si muovevano detti compositori, la maggior parte di loro chiaramente orientati alla valorizzazione di una scuola nazionale' russa, sulle tracce di Borodin, Balakirev, Cui, Rimskij-Korsakov, Musorgskij; altri, invece, più aperti alla fusione di stili con la musica dell'Europa occidentale, Ravel e gli impressionisti in special modo. Il concerto è stato molto bello, non tanto per le musiche eseguite, costituite da pagine a volte elementari, di sobria tessitura armonica e facile cantabilità , quanto per il virtuosismo degli esecutori: Petrusanskij è un solista che non si scopre oggi, il suo tocco è di una pulizia estrema, le gradazioni dinamiche persino miracolose (riesce a ottenere un volume di suono incredibile suonando piano e addirittura pianissimo), il gusto musicale ineccepibile. Dressler (una scoperta, invece, per noi) è una degna spalla, ha fiati sempre dosati, intonazione superba, morbidezza e varietà di fraseggio invidiabili. Successo calorosissimo, con la concessione di due brani fuori programma di Ciajkovskij e Rachmaninov.
(Athos Tromboni)


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