Divina Maria


Andrea Zepponi

26 Ago 2008 - Commenti classica

All'Accademia Filarmonica di Bologna il noto musicologo e storico della musica Piero Mioli ha organizzato il terzo convegno di studi presso la celebre e secolare accademia bolognese; la celebrazione del bicentenario della nascita di Maria Malibran (1808 – 1836) è stata l'oggetto del convegno dell'anno in corso. Considerata alla pari con Farinelli la più grande voce della musica occidentale precedente l'età della documentazione sonora, la Malibran come Farinelli era filarmonica di Bologna. Dunque per l'Accademia è stato quasi un dovere ricordare la figura di Maria Malibran, nata esattamente 200 anni fa e cantatrice, vocalista, attrice, musicista, artista di tal valore da resistere ancora ai vertici della mitologia del melodramma. Figlia e allieva del tenore spagnolo Manuel Garcà a, sorella del contralto Pauline Viardot, Maria Felicia Malibran (Parigi 1808 Manchester 1836) esordì nel 1825 a Londra, cantò con enorme successo in Europa e anche in America, sposò prima l'equivoco banchiere francese Malibran e poi l'appassionato violinista belga De Bèriot, morì giovanissima per una caduta da cavallo. Una vita rocambolesca che si riflettè anche nell'arte: secondo le testimonianze cantava infatti con tutta naturalezza parti di contralto come la Rosina e la Cenerentola di Rossini, di mezzosoprano come il Romeo di Bellini e quello di Vaccai, di soprano come la Desdemona di Rossini e la Norma di Bellini, vantando il completo possesso della tecnica belcantistica italiana e una soggiogante presenza scenica. Un vero fenomeno vocale. Avventurosa, versatile (si dilettava di composizione e di pittura), sensibile al richiamo del Risorgimento, la Malibran è diventata il simbolo di un'epoca, di uno stile vocale, di una drammaturgia musicale. A lei e al cosiddetto belcanto è stato dedicato il breve convegno di studi della Filarmonica dal 30 al 31 maggio; sarà l'inizio di un ciclo di studi che verterà sull'origine del suo mito e il mistero della morte, farà l'anatomia di una voce così privilegiata, indagherà su alcuni personaggi ritenuti suoi cavalli di battaglia , affronterà temi generali di prassi e nomenclatura, si aprirà ad alcuni cantanti nati lo stesso anno o variamente collegati a colei. La manifestazione avviene nel terzo anno della permanenza del Prof. Mioli come consigliere d'arte per il triennio 2006-2008 (a fianco di altri due consiglieri, Mario Baroni e Dario Ravetti, sotto la presidenza di Loris Azzaroni). Gli altri due convegni precedenti sono stati intitolati Un anno per tre filarmonici di rango. Perti, Martini e Mozart e Qual musica attorno a Giosue [Carducci]: gli atti del primo sono stati pubblicati all'inizio del 2008, quelli del secondo lo saranno durante l'anno stesso. La qualità metodologica del convegno ha avuto fin dall'inizio una chiara impostazione: come già da tempo la cifra organizzativa a cura del Prof. Mioli in materia di convegni di studio si caratterizza per una ricerca efficace di omogeneità che ha per metodo l'ideazione rigorosa e organica di una mappa ideale degli argomenti da esaurire in una giornata o in un breve convegno. La completezza monografica del discorso su Maria Malibran e il belcanto italiano è stata esaustivamente raggiunta in due giornate (Venerdì 30 e sabato 31 maggio 2008) di interventi da parte di studiosi che, nell'elegante e storico auditorium della sala Mozart dell'Accademia bolognese, hanno relazionato durante la prima giornata dal titolo: Primadonna, con prolusione dello stesso Piero Mioli si sono susseguiti durante la mattinata i seguenti interventi dal titolo Mitologie e mitografie d'opera: Maria Felicita e oltre (Aldo Nicastro), Anatomia di una voce privilegiata (Francesco Lora), Assisa a piè d'un salice la Desdemona secondo Isabella, Giuditta e Maria (Cèline Frigau), In mia man : Pasta, Malibran e Grisi alla conquista di Norma e Amina (Adriano Orlandini). Indi nel pomeriggio la sezione di studi aveva per titolo Convenzioni e meraviglie, con la prolusione di Loris Azzaroni, hanno avuto luogo i seguenti studi: Di artifizi sublimissimi : ornamentazione e coloratura (Philipp Gossett), Ermafrodite armoniche : soprani o contralti? gustosissimo intervento di Marco Beghelli e di Raffaele Talmelli sulle ambiguità vocali di vari cantanti con ascolti storici, Diva: la cantatrice d'opera nella letteratura ottocentesca (Antonietta Caroprese) e, a conclusione della prima giornata il saporoso e trionfale intervento di Giancarlo Landini: Vociologia, Gara, Celletti & C.. La fama universale dei nomi dei relatori suddetti basta da sola a dimostrare l'alta qualità del convegno e l'estremo interesse che hanno suscitato gli argomenti esposti anche per la vivacità di alcune relazioni come quella ad esempio di Gossett e di Beghelli. Degnissimo pendant al convegno è risultato, la sera del 30, nella nobile cornice della Chiesa di S. Cristina, il concerto di belcanto del soprano Carmela Remigio che ha eseguito insieme al grande maestro Leone Magiera al pianoforte musiche del tempo e dello stile di Maria Malibran con brani di Bellini, Mozart, Rossini e Verdi; in programma erano arie da camera di Bellini e l'aria Oh quante volte dai Capuleti e Montecchi, le arie tratte dalle Nozze di Figaro di Mozart: Voi che sapete, Deh vieni non tardar e Dove sono i bei momenti (da notare la varietà del repertorio della Remigio che spazia dal soprano lirico al mezzosoprano), arie da camera come il bolero Mi lagnerò tacendo e l'elegiaco Addio di Rossini per finire con il verdiano Mercè, dilette amiche dai Vespri Siciliani.
La seconda giornata del convegno ha avuto per tema le Colleganze della figura della Malibran con gli elementi del suo tempo e, presieduto da Mario Baroni, il convegno è continuato con i seguenti titoli: Tragèdienne: l'eroina romantica tra virtuosismo e pathos (Simonetta Chiappini), Per lui che adoro: Marietta Marcolini contralto ( Saverio Lamacchia ), Leporello, Assur e Faliero: Il basso Luigi Lablache (1794 1858) (Vincenzo Ramon Bisogni), Povera lady inver: il soprano Eugenia Tadolini (1808 1872) (Giorgio Appolonia); alla cura di Giorgio Appolonia è stata affidata anche la stesura della Cronologia della carriera di Maria Malibran il quale ha ribadito, nello stendere la sua capillare cronologia, la eccezionale grandezza di questa cantante che si può ben indicare come la più grande di tutte prima di Maria Callas. Cantante dal repertorio sterminato (che ovviamente spaziava dal Settecento al primo Ottocento) e dalla attività frenetica e infaticabile non solo in termini di quantità , ma anche di profondità , la Malibran ha cantato in tutta Europa e in America con un ritmo di viaggio incredibile per i mezzi di quel tempo; tra le tappe canore della cantante figurano persino teatri che avremmo creduto estranei all'itinerario di sì eccelsa cantante come il Teatro del Giglio di Lucca e il Teatro La Fenice di Senigallia in ciascuno dei quali la divina, già mito vivente, cantò nel 1834 per ben quattro serate in titoli come Sonnambula, Norma, Capuleti e Montecchi, Barbiere di Siviglia e Otello (ovviamente di Rossini).
Contestualmente al convegno e frutto delle attività limitrofe alla sua tematica, gli intervenuti hanno potuto osservare una piccola, ma non meno interessante mostra di documenti malibraniani conservati nell'archivio dell'Accademia. La mostra, allestita nel foyer della Sala Mozart a cura del Prof. Luigi Verdi, presentava stampe d'epoca, lettere, manifesti, relativi alla Malibran e la sua figura. Tra i tesori che il Prof .Verdi, studioso e storico dell'Accademia, sta raccogliendo per la prossima costituzione di un Archivio Malibran ci sono, oltre a musiche, documenti, poesie e testi diversi, il manoscritto autografo della Cenerentola e quello del Barbiere di Siviglia di Rossini.
Gli atti del convegno avranno prossima pubblicazione a cura di Piero Mioli e dell'Accademia.

(Andrea Zepponi)


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