Dianne Reeves incanta il Roma Jazz Fest con voce, cuore e diritti civili
di Federica Baioni
4 Nov 2019 - Commenti live!, Musica live
Strepitoso concerto di Dianne Reeves all’Auditorium Parco della Musica per il Roma Jazz Festival. Audio intervista al chitarrista della band Romero Lubambo e video dei saluti cantati al pubblico.
Roma – 2 novembre 2019. Impegno energia, ispirazione sono solo alcuni degli ingredienti che contraddistinguono Dianne Reeves e la sua musica. Degna erede di Sarah Vaughan a cui si è ispirata più volte nella sua lunga carriera, artista pluripremiata ai Grammy e docente di canto, l’interprete afroamericana ha letteralmente stregato sabato sera il pubblico del Roma Jazz Fest. Con una solida ensemble di numeri uno del jazz mondiale che ha visto oltre lei sul palco della Sala Sinopoli dell’Auditorium Parco della Musica: Peter Martin al piano, Romero Lubambo alle chitarre, Reginald Veal al contrabbasso e Gregory Hutchinson alla batteria, la Reeves ha incantato e conquistato il pubblico romano sin dalle prime note di benvenuto con un saluto cantato e improvvisato su un tappeto di note che dal jazz arrivavano al soul, alla bossa nova e al pop. Poliedrica, energica, tecnicamente ineccepibile ma soprattutto espressiva, ha cantato per due ore no stop ringraziando più volte il pubblico in un tour europeo iniziato tre settimane fa e ora agli sgoccioli.
Cresciuta ispirandosi al magistero di Sarah Vaughan, la cantante afroamerican ha nel tempo ampliato il suo vocabolario fino a comprendere sia la tradizione jazz che le diverse musiche black fino al pop come dimostra il suo ultimo disco “Beatiful Life” dove interpreta brani di Bob Marley, Fletwood Mac e Ani diFranco. Artista pluripremiata con ben cinque Grammy Award, la cantante è nota al grande pubblico per controllo e potenza emozionale e la performance cameo nel film Good Night, and Good Luck di George Clooney. L’abile scelta del regista e la bellezza delle sue interpretazioni sono decisive per fare di quella pellicola, di un bianco e nero livido, una perfetta ricostruzione dell’epoca buia del maccartismo e della sua deriva autoritaria. Oggi Dianne Reeves rappresenta uno dei migliori esempi del canto jazz in grado di attuare con facilità disarmante l’opinione di Jelly Roll Morton secondo il quale “il jazz può essere applicato ad ogni tipo di brano”.
La scaletta del live romano ha visto successi e standard della tradizione jazz oltreoceano come l’intensa interpretazione di My Foolish Heart che ha lasciato a bocca aperta il pubblico e il vibrante duetto chitarra e voce tra lei e Romero Lubambo chitarrista e amico da anni in un intenso tappeto di note e improvvisazione dedicato al grande poeta della bossa nova Antonio Carlos Jobim.
Passaggio importante e clou del concerto la sua dedica ai deboli del mondo e quelle parole “Peace and Lights” “Pace e Luce” che la Reeves ha dedicato al pubblico invitando il par terre a riflettere sulle debolezze della politica internazionale e sulle scelte critiche e il periodo di crisi della governance attuale a cui siamo obbligati a dare spazio. Esistono però quei messaggeri di luce ha detto la potente Dianne che si fanno dei messaggeri e superano con positività e amore le bassezze e i muri che l’uomo è costretto ad erigere per paura e ignoranza. Per “Musiculturaonline” abbiamo intervistato il chitarrista e side man Romero Lubambo alla fine del concerto che ci ha parlato del vocalize particolare e dello scat “made in Reeves” che memore dei grandi insegnamenti dei boppers anni ’60 si fa naturale e melodico senza mai annoiare aldilà della tecnica ma incontro ad un’espressività vera e autentica come solo le grandi vocalist sanno fare.
Chicca della serata il gran finale con un intenso Happy Birthday to you cantato con vena soul e gospel dalla Reeves a Reginal Veal contrabbassista e festeggiato e conclusosi con una festa improvvisata nel back stage con tanto di birthday cake di cui abbiamo delle immagini esclusive grazie alla nostra inviata da Roma: Federica Baioni.