Dentro l'estate di TAM Tutta un'Altra Musica
23 Giu 2009 - News live
PROGRAMMA
NOA in Concerto
30 Giugno 2009 21:30
Fermo (FM) – Arena di Villa Vitali, Viale Trento 2
L'estate della nuova provincia di Fermo inizia con la musica di Noa, Ambasciatrice di Pace, che presenterà , il 30 Giugno a Fermo GENES AND JEANS un viaggio alla ricerca delle proprie radici. Giocando sull'assonanza dei due termini, Noa vuole ripercorrere col suo concerto il percorso della sua gente, della sua famiglia, dallo Yemen (le radici, la tradizione, i geni GENES), agli Stati Uniti, della sua adolescenza, quindi, il progresso, la modernità , ma anche l'omologazione che i jeans hanno simboleggiato nel Mondo.
Quindi Noa parte dalle vecchie canzoni, spesso mai scritte e tramandate per via orale, della nonna yemenita (presente nell'album all'età di 85 anni), dalle danze matrimoniali di quel paese arabo per arrivare via via, prima alla sua nascita in Israele, poi alla maturità americana, per finire col ritorno definitivo a Tel Aviv.
Questo spiega perchè nel disco e nel concerto, Noa canta in yemenita, in ebraico e in inglese, tre tappe, tre stazioni del suo tragitto di vita quotidiana ed artistica.
Il risultato è unico ed originale: pochi Artisti al mondo sanno trovare il giusto equilibrio tra elementi all'apparenza così lontani e diversi, ma Noa ci ha abituato da sempre a queste incursioni pericolose (basti pensare alla sua rivisitazione delle canzoni napoletane ma anche a qualche stupenda interpretazione in sardo, per non parlare della voce di Esmeralda in Notre Dame di Paris, dei duetti in spagnolo con il catalano Serrat).
Mingus Dynasty
11-07-2009 21:30
Porto Sant'Elpidio (FM)
TAM Limonaia all'aperto, Villa Baruchello – Via Belvedere 20
Nel 2009 ricorre il trentennale dalla scomparsa di Charles Mingus, fuoriclasse del contrabbasso e compositore di grande ingegno, personalità sensibile alle problematiche della propria gente, figura tra le più incisive e debordanti dell'intera storia del jazz, per la forza interpretativa e la ricchezza della sua opera.
Attivo dagli anni Cinquanta fino all'ultimo dei suoi giorni (scomparve nel 1979 all'età di 56 anni), Mingus ha lasciato un'eredità artistica di proporzioni assolutamente considerevoli ma nello stesso tempo difficile da assimilare, tale è stata la portata innovativa delle sue intuizioni musicali. A tenerla viva ci sta però pensando Susan Graham Mingus, vedova del grande musicista americano che sin dallo stesso 1979 ha riunito gruppi dediti esclusivamente all'esecuzione della musica dell'illustre marito. Grazie all'instancabile attività di Sue Mingus, via via hanno preso vita varie formazioni, la prima delle quali è stata proprio la Mingus Dynasty (sulle sue basi si sono poi sviluppati i più ampi organici della Mingus Big Band, 14 elementi, a partire dal 1991, e della Mingus Orchestra, 10 elementi, dal 1999).
Periodicamente rinnovata nell'organico, ma sempre costituita da musicisti di riconosciuto valore (nel corso del tempo ne hanno fatto parte Jimmy Owens, Randy Brecker, Jon Faddis, Jimmy Knepper, John Handy, Joe Farrell, David Murray, Clifford Jordan, Don Pullen, Sir Roland Hanna, Jaki Byard, Dannie Richmond, Billy Hart, Kenny Washington, Charlie Haden, Reggie Johnson, Reggie Workman, Richard Davis ), la Mingus Dynasty è una sorta di piccola orchestra, un portentoso settetto i cui ingranaggi rispecchiano le concezioni mingusiane: coesione ed elasticità del collettivo, rigore delle forme e fantasia improvvisativa. La sua attuale configurazione schiera due tra i migliori sassofonisti delle ultime generazioni, Craig Handy (alto e soprano) e Wayne Escoffery (tenore), il trombettista Alex Sipiagin, il trombonista Ku-umba Frank Lacy, già distintosi nel giro dell'Art Ensemble Of Chicago, il pianista Orrin Evans, il contrabbassista Boris Kozlov e il batterista Donald Edwards. Le registrazioni e le esibizioni dal vivo della Mingus Dynasty hanno sempre garantito livelli di eccezionalità , impatto dirompente e un carattere sopra le righe pienamente in sintonia con l'immagine di Mingus, autentico colosso del jazz.
MIKE STERN BAND
17-07-2009 21:30
Porto San Giorgio (FM)
Rocca Tiepolo, Via Collina
Featuring
DAVE WECKL, TOM KENNEDY, BOB FRANCESCHINI
MIKE STERN, chitarra
BOB FRANCESCHINI, sax
TOM KENNEDY, basso.el
DAVE WECKL, batteria
Mike Stern (Boston, Massachusetts, 10 gennaio 1953) è un chitarrista statunitense, considerato uno delle figure di primo piano della storia chitarristica musicale moderna.
Mike Stern ha costruito la sua carriera negli anni 70 e nei primi anni 80 suonando con Blood, Sweat & Tears, Billy Cobham e in particolare con Miles Davis ed ha dimostrato di essere un innovatore oltre che un musicista apprezzato dai colleghi e dai fan. Come ha affermato Guitar World: Uno dei veri grandi chitarristi della sua generazione.
Nato nel 1953, Mike Stern ha cominciato a suonare la chitarra a 12 anni sotto l'influenza blues e rock di B B King, Clapton e Hendrix. Ha frequentato il Berklee College of Music di Boston all'inizio degli anni 70 e frequentando gli ambienti jazz di Wes Montgomery e Jim Hall ha acquisito il suo stile distintivo.
Nel 1976, seguendo il consiglio di Pat Metheny, suo compagno di studi a Berkeley, Stern suona per due anni con i Blood, Sweat & Tears registrando due album. Dopo un periodo di collaborazione con il gruppo di Billy Cobham ha partecipato ad una tournè con Miles Davis nel 1981 ed ha partecipato a tre album tra cui l'album di ritorno al live di Davis, We Want Miles.
Dopo quest'esperienza Mike si è unito nuovamente a Davis nell'85 dopo un periodo di tour con il gruppo 'Word Of Mouth' di Jaco Pastorius, quindi ha lavorato con il maestro del sax soprano David Sanborn e, più tardi, con il vibrafonista Mike Mainieri e con il sassofonista Michael Brecker. Il 1986 vede Stern al suo album di debutto Upside Downside, realizzato in collaborazione con Sanborn, Pastorius e con il batterista Dave Weckl.
Successivamente Mike è stato membro del quintetto di Michael Brecker e ha costituito un gruppo itinerante con Bob Berg, con il batterista Dennis Chambers e il bassista Lincoln Goines, e si è unito alla Brecker Brothers Band nel 1992, un gruppo che ha guadagnato crescente popolarità negli anni successivi. Nel frattempo il successo di Stern con il suo album è tanto sorprendente da fargli guadagnare il premio come miglior chitarrista Jazz dell'anno e la nomination per Is What It Is e Between The Lines.
I suoi ultimi successi – Play nel 1999 e Voices nel 2001 – sono ampiamente riconosciuti come i suoi lavori più corposi: il primo è un lavoro “a sei corde” con gli amici Bohn Scofield e Bill Frisell, il secondo è caratterizzato da uno stile lirico e melodico con influenze musicali da tutto il mondo.
Edmar Castaneda Quartetto
20-07-2009 21:30
Pedaso (FM)
Faro Marittimo
Edmar Castaneda – Arpa
Marshall Gilkes – Trombone
Andrea Tierra – Voce
Dave Silliman – Percussioni
Fra i rarissimi arpisti che mettono il proprio talento al servizio della musica jazz, c'è il colombiano Edmar Castaà eda, vero e proprio virtuoso dello strumento. Castaà eda suona un'arpa particolare, un'arpa diatonica di dimensioni contenute rispetto al modello usato dagli arpisti di estrazione classica, ma che viene comunemente impiegato in ambito di musica popolare nel continente sudamericano, e in particolare in terra di Colombia. Edmar Castaà eda è nato a Bogotà , il 31 marzo del 1978, e prima di dedicarsi a tempo pieno all'arpa ha studiato il linguaggio del jazz sulla tromba (suo padre voleva che diventasse trombettista). Autodidatta, ha sviluppato un proprio linguaggio che attinge a piene mani dal jazz ma anche dalla tradizione latina, sia essa il repertorio tradizionale della sua terra, oppure il son cubano, il samba brasiliano o il flamenco spagnolo, fondendo il tutto dentro un amalgama di fusion pan-americana di grande effetto e ricchissimo di contenuti musicali. Nonostante la giovane età Castaà eda ha già suonato con alcuni dei maggiori musicisti jazz del nostro tempo: Paquito D'Rivera, Wynton Marsalis, John Scofield, Chico O'Farrill, e con musicisti che gravitano in un contesto più vicino alla world music che non al jazz come la cantante messicana Lila Downs. Suona e incide regolarmente alla testa di un proprio trio (con Marshall Gilkes al trombone e David Silliman alla batteria) ed è membro del quartetto della cantante Andrea Tierra (con Sam Sadigursky al flauto, clarinetto e sassofono e il batterista David Silliman).
Ha detto di lui il sassofonista cubano Paquito D'Rivera: Edmar possiede versatilità espressiva e carisma tali da consentirgli di tirare fuori l'arpa dall'oscurità . à uno dei musicisti più originali che oggi si possano ascoltare! . Castaneda trae infatti dal suo strumento sonorità inedite, unitamente a complessi intrecci ritmici, mescolando la tradizione colombiana, e latina più in generale, con il linguaggio jazzistico.
Stefano Bollani
26-07-2009 21:30
Fermo (FM)
Arena di Villa Vitali, Viale Trento, 29
CARIOCA
Che cos'è Carioca? à l'inedito viaggio che l'acclamato pianista, premiato nel 2007 con l'Hans Koller European Jazz Prize, ha intrapreso andando alla scoperta del mondo del samba e dello choro; le vere, autentiche colonne sonore di Rio de Janeiro. Il brodo primordiale da cui successivamente ha preso forma la Bossa Nova.
Il progetto, che ha dato vita all'omonimo disco edito dalla Universal Music Italia, è stato ideato dal giornalista ed esperto musicale Alberto Riva e realizzato nell'ottobre del 2006 a Rio de Janeiro. In quei giorni Bollani era entrato in sala d'incisione con alcuni dei più prestigiosi strumentisti brasiliani: il chitarrista Marco Pereira, il batterista Jurim Moreira, il contrabbassista Jorge Helder, il mago delle percussioni Armando Marà al, più noto come Marà alinho , e in fine il sassofonista Zè Nogueira: quest'ultimo, insieme a Riva, produttore artistico del lavoro. Li ritroviamo tutti sul palco nel nuovo tour di Carioca. A loro si aggiungono Mirko Guerrini e Nico Gori, già componenti dei Visionari di Bollani e presenti anche nel disco.
E chi ha amato il disco, campione assoluto di vendite, adorerà adesso il live, o forse sarebbe meglio dire lo show ao vivo .
Sul palco tornano ovviamente le gemme che Bollani ha fissato sul Cd, vecchi straordinari samba come A voz do morro di Zè Keti, Samba e amor di Chico Buarque o Luz negra di Nelson Cavaquinho, oppure le perle dello choro come Segura ele del maestro Pixinguinha e Tico Tico no Fubà di Ziquinha de Abreu. Ma in più fanno la loro comparsa improvvisazioni e sorprese, come Na baixa do sapateiro di Ary Barroso, Outra coisa di Moacir Santos e Trem da onze di Adoniran Barbosa, il famoso inno di San Paolo che fu tradotto anche in Italia da Riccardo Del Turco come Figlio unico e che Bollani canta e reinventa ogni volta.
Sul palco il gruppo Carioca segue l'umore e, come direbbero a Rio, l'onda del momento: procede seguendo lo spirito delle canzoni, compatto oppure dividendosi in trio, in duo, in quartetto e talvolta lasciando al centro del palco il lirismo, lo humor e la fantasia di Stefano Bollani in solo con il suo pianoforte.
Stefano Bollani
All'età di sei anni comincia a studiare pianoforte. Esordisce professionalmente a quindici anni. Dopo il diploma di conservatorio conseguito a Firenze nel 1993 e una breve esperienza come turnista nel mondo della musica pop (con Raf e Jovanotti, fra gli altri) si afferma nel jazz, collaborando con grandissimi musicisti (Richard Galliano, Gato Barbieri, Pat Metheny, Michel Portal, Phil Woods, Lee Konitz, Han Bennink, Paolo Fresu, Miroslav Vitous, Aldo Romano, Toninho Horta, John Abercrombie, Kenny Wheeler, Greg Osby, Martial Solal…) sui palchi pià prestigiosi del mondo (da Umbria Jazz al festival di Montreal, dalla Town Hall di New York alla Scala di Milano).
Fra le tappe della sua carriera, fondamentale è la collaborazione iniziata nel 1996 – e da allora mai interrotta – con il suo mentore Enrico Rava, al fianco del quale tiene centinaia di concerti e incide ben dodici dischi; il più recente, Tati, ECM 2005, in trio con Paul Motian alla batteria, è stato nominato disco dell'anno dall'Academie du jazz francese.
Il referendum dei giornalisti della rivista specializzata Musica jazz lo proclama miglior nuovo talento del 1998; in quel periodo, mentre guida il proprio gruppo, L'Orchestra del Titanic, si lancia nella realizzazione di un ambizioso disco-spettacolo in omaggio alla musica leggera italiana degli anni '30-'40 (Abbassa la tua radio con Peppe Servillo, Irene Grandi, Marco Parente, Elio delle storie tese e tanti altri cantanti e musicisti).
Nel 2003 a Napoli riceve il Premio Carosone; l'anno successivo la rivista giapponese Swing journal gli conferisce il premio New star award riservato ai talenti emergenti stranieri, per la prima volta assegnato a un musicista non americano. Per la label giapponese Venus records pubblica cinque dischi alla testa del suo abituale trio, con Ares Tavolazzi al basso e Walter Paoli alla batteria.
Particolarmente fuori dai canoni risultano alcuni suoi lavori come La gnosi delle fanfole, nel quale mette in musica le surreali poesie di Fosco Maraini insieme al cantautore Massimo Altomare (1998); Cantata dei pastori immobili, oratorio musicale per quattro voci, narratore e pianoforte, realizzato su testi di David Riondino (2004); il disco di canzoni scandinave Gleda (Stunt records, 2005), realizzato in Danimarca in compagnia di Jesper Bodilsen al basso e Morten Lund alla batteria.
E' produttore artistico e arrangiatore di un disco del cantautore Bobo Rondelli (Disperati intellettuali ubriaconi, Arroyo), grazie al quale ha vinto il premio Ciampi ed è stato segnalato al premio Tenco.
Per la prestigiosa etichetta francese Label Bleu realizza 4 dischi: un omaggio allo scrittore Raymond Queneau, registrato in trio con Scott Colley e Clarence Penn (Les fleures bleues, 2002), un disco in completa solitudine (Smat smat, 2003, segnalato dalla rivista inglese Mojo come uno dei migliori dieci dischi jazz dell'anno), un disco per trio jazz e orchestra sinfonica con Paolo Silvestri ad arrangiare e dirigere l'Orchestra Regionale Toscana(Concertone, 2004), un doppio album (I visionari, 2006) col suo nuovo quintetto più Mark Feldman, Paolo Fresu e Petra Magoni come ospiti.
Collabora con numerosi artisti in ambito teatrale, dalla Banda Osiris (nello spettacolo Guarda che luna!, 2002-2004, insieme a Rava, Gianmaria Testa e altri e in Primo piano, 2005-2006), fino a Marco Baliani, Giorgio Gallione e il Teatro dell'Archivolto, Ivano Marescotti, Maurizio Crozza e Lella Costa, per la quale firma le musiche di due spettacoli, Alice: una meraviglia di paese e Amleto.
In ambito classico, si esibisce come solista con orchestre sinfoniche come l'Orchestra Regionale Toscana, la Filarmonica del Regio di Torino, la Verdi di Milano, la Santa Cecilia di Roma con direttori come Jan Latham-Koenig (con cui ha appena inciso il Concert Champetre di Poulenc per l'etichetta inglese AVIE records), Cristopher Franklyn e James Conlon.
Nel 2005 è ospite fisso nel programma televisivo di RaiUno Meno siamo meglio stiamo, di e con Renzo Arbore. E' ideatore e conduttore, insieme a David Riondino, della trasmissione musicale Dottor Djembe', andata in onda su Radiotre nella stagione 2006/07 (Premio Microfono d'argento 2007).
Nel 2006 per la rivista Musica jazz è il musicista italiano dell' anno; e il disco dell'anno è il suo Piano solo, uscito per la ECM.
Nello stesso anno l'editore Baldini e Castoldi Dalai ha dato alle stampe il suo romanzo La sindrome di Brontolo.
Dal 2005 è direttore artistico della rassegna Vivere jazz festival, che si svolge ogni anno a Fiesole (Firenze).
Il referendum dei giornalisti della rivista americana Downbeat nel 2007 lo vede ottavo fra i nuovi talenti del jazz mondiale e terzo fra i giovani pianisti. I critici della rivista Allaboutjazz di New York lo votano fra i 5 musicisti più importanti del 2007, accanto a mostri sacri come Ornette Coleman e Sonny Rollins. Nel dicembre dello stesso anno a Vienna gli viene consegnato l'European Jazz Prize, premio della critica europea, come miglior musicista europeo dell'anno.
Va fiero della copertina che gli ha dedicato il settimanale Topolino, rivista di cui è stato ufficialmente nominato “Ambasciatore”.
Il suo ultimo lavoro è uscito in edicola allegato a L'espresso il 7 dicembre 2007. Si tratta di una incursione nella musica popolare brasiliana, Bollani carioca, un disco registrato a Rio de Janeiro con importanti musicisti del luogo. Insieme a loro si è esibito in varie città del Brasile ed è stato il secondo musicista a suonare un pianoforte a coda in una favela di Rio, il 1 dicembre 2007. Il primo era stato Antonio Carlos Jobim.
Tuck & Patti (I remember you)
02-08-2009 21:30
Pedaso (FM)
Faro Marittimo
Tuck Andress: chitarra
Patti Cathcart: voce
Tuck & Patti è un duo musicale statunitense, composto da Tuck Andress, chitarrista, e Patti Cathcart, cantante.
I due si incontrano a San Francisco nel 1978 e cominciano a lavorare nel circuito dei club della costa californiana, formando una coppia stabile sia nella professione che nella vita. Lei proviene da esperienze di folk e di gospel, lui da una solida formazione jazz specializzandosi in una tecnica chitarristica che prevede l'esecuzione contemporanea degli accordi, delle linee di basso e della melodia.
Dopo circa dieci anni di gavetta, nel 1988 riescono a firmare un contratto discografico con la Windham Hill Records, casa discografica “di tendenza”, per la quale incidono il loro primo disco dal titolo Tears of Joy. L'album, registrato in diretta con sola voce e chitarra, racchiude il meglio del loro repertorio dal vivo, con brani originali e personalissime cover di pezzi di successo. Tra queste ultime, particolare interesse presso le stazioni radiofoniche desta la rilettura in chiave jazz di Time after Time di Cyndi Lauper, oltre alla stupenda reinterpretazione di Europa (Earths Cry Heavens Smile) (Carlos Santana) in walking bass da parte di Tuck. Il brano contribuisce a farli conoscere anche in Italia, soprattutto dopo la loro esibizione al Festival di Sanremo 1989.
Il successivo Love Warriors (1989) conferma lo stile e il successo del primo, e il rilevante volume di vendite in Italia fa sì che Tuck & Patti prestino particolare attenzione a quello che essi considereranno il secondo mercato in ordine di fatturato.
Nel 1990 Tuck Andress dà alle stampe il suo primo album strumentale Reckless Precision, composto da cover reinterpretate con la sola chitarra (una Gibson semiacustica mod. L-5 CES del 1949).
Anche i lavori successivi saranno generalmente caratterizzati da sonorità essenziali e pulite, dallo spirito new age dei testi e dalla registrazione in presa diretta, senza sovraincisioni.
Info:
www.tamfactory.net
338.4321643
Prevendite circuito AMAT:
Ancona: 071.2072439
AMAT Corso Mazzini n.99 – dal lunedì al venerdì – orario apertura 10.00 / 16.00
Ascoli Piceno: 0736.244970
Biglietteria del Teatro Ventidio Basso, via del Trivio n.48/50 – dal lunedì al venerdì – orario apertura 9.30 – 12.30 / 16.30 – 19.30 sabato dalle 9.30 alle 12.30
Civitanova Marche: 0733.812936
Teatro Rossini, via Buozzi n.1 – dal lunedì a domenica – orario apertura 18.30 / 21.00
Fermo: 0734.284295
Biglietteria del Teatro dell'Aquila, via Mazzini n.8 – dal lunedì al venerdì – orario apertura 9.30 / 12.30
Macerata: 0733.230735 – 0733.230508
Biglietteria dei Teatri di Macerata, piazza Mazzini n.10 dal lunedì al sabato – orario 10.30 – 13.30 / 17.00 – 20.00
Porto Recanati: 071.7591872
Pro Loco, piazza F.lli Brancondi dal lunedì a domenica – orario apertura 9.30 – 12.30 / 17.00 – 20.00
Porto Sant'Elpidio: 0734.902107
Eventi Culturali – Villa Murri dal lunedì al venerdì dalle 9.00 alle 14.00
Amadeus
Via Giuseppe Verdi 16 – Porto San Giorgio
0734 675575
Discolandia
Piazza del Popolo – Fermo
0734 229107
INTERNET + Diritti di prevendita: www.vivaticket.it/sell.php?cmd=tabellaPrezzi&pcode=090630t&tcode=aref4821