Daniela Barcellona trionfa in ‘Orfeo Ed Euridice’ a Trieste
di Gianluca Macovez
18 Apr 2023 - Commenti classica
‘Orfeo ed Euridice’ di Christoph Willibald Gluck in scena al Teatro Verdi di Trieste dal 14 al 23 aprile 2023. Ottima prova delle protagoniste del primo cast Daniela Barcellona e Ruth Iniesta, molti giovani talenti, acceso dibattito sulle scelte registiche di Igor Pison.
(Foto Teatro Verdi Trieste/VisualArt – Fabio Parenzan)
Trieste, Teatro Giuseppe Verdi, 16 aprile 2023 – Il teatro Verdi di Trieste allestisce, come penultimo titolo della stagione, Orfeo ed Euridice di Gluck.
Per l’occasione si è puntato ad una nuova produzione nella quale sono stati coinvolti alcuni grandissimi nomi di livello internazionale ed una messe di giovani talenti, che ha portato ad uno spettacolo che ha il merito di stimolare un acceso dibattito per quel che riguarda la regia e, per il primo cast, una entusiastica approvazione per le prove vocali delle due protagoniste.
Igor Pison, è un regista triestino, al suo esordio al Verdi, con una carriera in Italia ed all’estero, che ha ambientato lo spettacolo fra rockstar e droghe, visioni allucinate e citazioni pop.
Francamente niente di così rivoluzionario: la provocazione autentica è ben altro e sicuramente per essere realmente incisivo lo spettacolo richiedeva maggior coraggio, ma a Pison va riconosciuto di aver portato avanti una sua idea con determinazione.
In un tempo in cui si confonde tradizione con routine, non è poco.
I movimenti in scena erano approssimativi e spesso indecifrabili per le masse multicolori del coro, attenti per le due protagoniste, esageratamente esuberanti per Amore, che alle volte sembrava essere arrivata da un altro spettacolo.
Le scene di Nicola Reichert, amenamente colorate, sono generiche e poco attente all’acustica del palcoscenico triestino.
Il punto di maggior criticità sono sicuramente i costumi di Manuela Paladin, grotteschi, caricaturali, perfino in fastidioso contrasto con le atmosfere musicali.
Non va meglio neanche con le coreografie di Lukas Zuschlag, eseguite dagli atletici solisti del corpo di ballo della Sng Opera in Balet Ljubljana, che risultavano slegate dalla narrazione drammaturgica. Sembrava quasi che le danze fossero un inciso a sé stante all’interno di uno spettacolo che non le coinvolgeva.
La sensazione è quindi di un lavoro che dal punto visivo non ha centrato gli obiettivi, che ha spinto spesso il pubblico a chiudere gli occhi per gustare la magnificenza del canto.
Alla prima il pubblico ha dissentito con rumorosa determinazione dal lavoro del regista, mentre nella pomeridiana domenicale, cui riferiamo, i buh al regista sono stati risparmiati, forse perché Pison non si era presentato al proscenio…
Musicalmente il discorso è andato molto meglio.
Convincente il coro, diretto da Paolo Longo e l’orchestra, a ranghi ridotti, diretta da Enrico Pagano, offre una buona prova.
Il maestro, una delle più interessanti giovani bacchette italiane, riesce ad offrire una lettura coerente della partitura di Gluck, puntando sull’eleganza, su una crescente pulizia, che descrive il percorso di acquisizione della consapevolezza dell’amore assoluto, in grado di superare i limiti fisici e temporali dell’Amore assoluto, nel quale Olga Dyadiv è Amore, un ruolo che non sembra calzarle a pennello, ma che il soprano ucraino svolge in modo accettabile.
Ruth Iniesta è una intensa Euridice. Costruisce un personaggio nevrotico, che si rifugia in abbondanti dosi di psicofarmaci per affrontare il risveglio e l’incontro con Orfeo, credibile nonostante sia costretta a vestire una specie di pigiama ed una parrucca afro che occhieggiano più ai Simpson che al Parnaso.
Offre alla sposa del poeta una sontuosa vocalità, con un centro ricco di sfumature ed una capacità interpretativa intensa, che le permette di cesellare con bravura l’aria ‘Che fiero momento’.
Daniela Barcellona ha portato sulle spalle l’intero spettacolo.
Ha costruito un Orfeo intenso, che la chiassosa costruzione teatrale non ha involgarito mai.
Ha saputo tratteggiare con una recitazione attenta e mai scontata, un uomo squarciato dal dolore, che non vuole sopravvivere alla sposa, al quale la malinconia sottrae la motivazione a vivere.
Abbiamo potuto apprezzare ancora una volta, una voce solidissima, recitativi stentorei.
Appare evidente il lavoro di analisi dello spartito, che si è palesato nell’eleganza del canto, mai esibizione compiaciuta, ma sempre coinvolgente narrazione; nella capacità di esprimere una gamma stupefacente di sfumature; nel lavoro sul testo, sui gesti, sulle pause.
Struggente e commovente ‘Che farò senza Euridice?’, che ha segnato il momento più poetico dell’intero spettacolo.
Alla fine, applausi abbondantissimi e meritati per tutti gli interpreti, in particolare per Iniesta e vere acclamazioni per Daniela Barcellona, visibilmente commossa.
Trieste, Teatro Giuseppe Verdi, stagione d’opera e balletto 2022 23
ORFEO ED EURIDICE
Musica di Christoph Willibald Gluck
Azione teatrale per musica in tre atti di Ranieri de’ Calzabigi
Personaggi e interpreti
- Orfeo: DANIELA BARCELLONA
- Euridice: RUTH INIESTA
- Amore: OLGA DYADIV
- Ballerini solisti del corpo di ballo della SNG Opera in Balet Ljubljana: GEORGETA CAPRAROIU/ URŠA VIDMAR
- Orchestra Coro e Tecnici della Fondazione Teatro Lirico Giuseppe Verdi di Trieste
- Maestro Concertatore e Direttore Enrico Pagano
- Maestro del coro: Paolo Longo
- Regia: Igor Pison
- Scene: Nicola Reichert
- Costumi: Manuela Paladin
- Coreografie: Lukas Zuschlag
Nuovo allestimento della Fondazione Teatro Lirico Giuseppe Verdi di Trieste
Condivido appieno ciò che ho letto, pessimi i lavori del regista, del costumista e degli scenografi, sempre peggio negli ultimi anni.
Bravi tutti gli altri.Congratulazioni al giovane direttore d’orchestra e al direttore del coro.
Bravissimi i cantanti, il coro e l’orchestra
Grazie per il commento. Mi fa piacere che abbiamo avuto la stessa sensazione davanti allo spettacolo