“Dall’Inferno all’Infinito&” con la Guerritore


di Silvana Scaramucci

11 Ago 2013 - Commenti teatro

È durato cinquantacinque minuti il recital di Monica Guerritore Dall’Inferno all’Infinito realizzato sull’opera Cento quartine di Patrizia Valduga edito da Giulio Einaudi ma tanto è bastato per un full immersion nell’intima natura umana alle prese con l’angoscia dell’abbandono, della solitudine che è generata dal dolore, dall’amore negato. Da vera mattatrice la Guerritore ha conferito unicità tematica a un florilegio di passi letterari fra i più noti della produzione antica e contemporanea suscitando la forte spinta alla ricerca dell’assoluto che muove l’essere umano in ogni tempo. La performance si è incentrata sostanzialmente sulla sua persona, duttile e plastica al tormento come alla ieraticità, sulla sua voce dal timbro grave (anche se un po’ compromessa da un accenno di raucedine) ma all’intensità emotiva dello spettacolo hanno concorso nondimeno la musica di Wagner e il sapiente gioco di luci. Da Dante a Wagner, da Brecht a Elsa Morante, da Umberto Eco a Galimberti, da Leopardi a Pavese, da Edgar Allan Poe a Patrizia Valduga: pagine memorabili ed efficaci stralciate e ricomposte in un unico nucleo narrativo a dipanare il racconto interiore della ricerca del sè. Il pubblico si è lasciato affascinare nella rilettura insolita di testi più che conosciuti studiati, li ha come scoperti nel vero e ha applaudito con entusiasmo anche a scena aperta.

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