Dal “Pergolesi Spontini Festival” 2003
27 Ago 2003 - News classica
Replica di Lalla Rà kh, Guancia di Tulipano, festa teatrale di Gaspare Spontini con voce recitante di Aldo Busi al Pergolesi Spontini Festival martedì 26 agosto al Teatro Pergolesi di Jesi
Replica il 26 agosto 2003, ore 21, al Teatro Pergolesi di Jesi, lo spettacolo di Lalla Rà kh ovvero Guancia di Tulipano, su testo di Aldo Busi e musiche di Gaspare Spontini – Azio Corghi che sabato scorso ha inaugurato in prima assoluta la terza edizione del Pergolesi Spontini Festival dedicata al Romanticismo tedesco e all'opera di Gaspare Spontini a Berlino (1820 1842) . Lalla Rukh' è allestito in collaborazione con Stiftung Podium Junger Musiker e Eurobottega, per la regia di Cristian Taraborrelli. La parte musicale è affidata al complesso musicale Podium Junger Musiker (la Fondazione tedesca che promuove i migliori diplomati delle Scuole Superiori di Musica) diretto da Christopher Franklin, giovane direttore d'orchestra americano, allievo di Gelmetti, recentemente applaudito al Rossini Opera Festival con Viaggio a Reims. La lettura scenica sarà di Aldo Busi e l'interpretazione vocale è a cura di Regina Resnik. Nel cast saranno Victoria Granlund, Alexandra Lubchansky, Mojca Vedernjak, Donath Havar, Till Fechner. Lo spettacolo, una festa teatrale con canti e danze e una storia orientale' recupera un'opera perduta di Gaspare Spontini, l'omonimo Festpiel' messo in scena per la prima volta al palazzo Imperiale di Berlino il 27 gennaio 1821, per festeggiare la visita a Berlino dell'erede al trono della Russia, granduca Nicola (diventato in seguito Zar Nicola I) e della sua sposa, granduchessa Alexandra Feodorowna. Come sua prima composizione a Berlino, dove arrivò col titolo di Generalmusikdirektor alla corte del Re di Prussia, Spontini aveva presentato le musiche di scena quattro pezzi strumentali e sei vocali di Lalla Rà kh ispirata alle novelle esotiche in versi, ambientate in India, del poeta irlandese Thomas Moore (1779-1851) nella versione tedesca di Spicker, bibliotecario di corte. Si trattava di una squisita celebrazione di corte – che doveva essere un'apoteosi del gusto e della magnificenza aristocratici cui presero parte il principe Guglielmo della Prussia (diventerà il re Guglielmo I), il granduca e la granduchessa (quest'ultima nelle vesti di Lalla Rà kh), e tanti altri altissimi esponenti della corte e dell'esercito. La regia dello spettacolo fu affidata all'architetto e pittore Karl Friedrich Schinkel (1781-1841), che inventò scene lussuose, di leggiadra eleganza e fasto orientaleggiante. La partitura ed il libretto dell'opera sono andati perduti: Corghi ha rielaborato i nove numeri dello spartito per canto e pianoforte (la nuova opera è pubblicata da Ricordi), mentre dalle didascalie dell'opera Busi ha ricavato una storia orientale, Guancia di Tulipano (edita in questi giorni negli Oscar Mondadori), oltre al testo teatrale che leggerà al Teatro Pergolesi di Jesi. Musica e testo offrono una rilettura in chiave moderna del lavoro di Spontini, interpolando ai numeri per orchestra e alle parti vocali originali delle sezioni musicali affidate a singoli strumenti (flauto, violino, viola, violoncello e contrabbasso). La tensione fra la dimensione sinfonica e quella cameristica della partitura riflette la duplice natura del testo drammaturgico; nuovo approdo del viaggio nei miti del desiderio iniziato da Busi nel 1996 quando reinventò La Vergine Alatiel partendo da Boccaccio, la prosa di Guancia di Tulipano' è un sontuoso edificio di linguaggio che alterna toni quotidiani e registri di grande sentimento, anacronismi ironici e sogni universali. Si tratta di una nuova fortunata collaborazione tra il maestro Azio Corghi tra i principali compositori italiani contemporanei più volte applaudito anche all'estero e Aldo Busi, che segue quella di Amori Incrociati (2000). In linea con l'orientamento estetico di Spontini negli anni venti del XIX secolo, il suo immergersi in mondi irreali e soprannaturali e in arcane e delicatissime sonorità , l'opera collega fiabe e novelle da Mille e una Notte tramite una storia che funge da cornice. Si racconta il viaggio della principessa Lalla Rà kh da Delhi a Kashmir per le sue nozze col principe di Bucharei, Aliris Della sua scorta fa parte il giovane poeta kashmiriano Feramorz che la intrattiene coi suoi racconti fantasiosi, alternanti teneri immagini amorosi con episodi guerreschi. Lalla Rà kh si invaghisce di lui e attende piena di terrore l'incontro col suo promesso sposo. Con somma gioia riconosce invece al suo arrivo che il suo amato Feramorz altri non è che lo stesso Aliris.
Una rarità di Gaspare Spontini e L'eroica di Beethoven per il concerto del 27 agosto a Senigallia, presso la Chiesa della Maddalena. Ad eseguirle i Wiener Akademie, diretti dal maestro Martin Haselbà ck
Nell'ambito del Festival Pergolesi Spontini, primo dei due appuntamenti Musiche a Berlino con i Wiener Akademie che, diretti da Martin Haselbà ck, eseguiranno a Senigallia, alla Chiesa della Maddalena, il 27 agosto ore 21 un concerto con musiche di Gaspare Spontini, autore al quale è dedicata questa terza edizione del festival, e Ludwig van Beethoven. In programma l'Ave Maria a voci sole di Spontini (solisti Victoria Granlund soprano, Mojca Vedernjak mezzosoprano, Donat Havar tenore, Till Fechner basso), e una rarità del maestro marchigiano, la Priestermarsch, ritrovata negli archivi della Biblioteca Nazionale di Vienna. Tratti dall'Olympie di Spontini in programma anche l'ouverture e Zwischenspiel. Di Beethoven, autore spesso eseguito dallo stesso Spontini quando era a Berlino in qualità di Generalmusikdirektor, verrà proposta l'ouverture di Die Weihe des Hauses op. 124 (ultima opera teatrale scritta dal compositore tedesco in occasione dell'inaugurazione del nuovo teatro della Josephstadt a Vienna) e la Terza Sinfonia in mi bem. magg. op. 55 Eroica . L'esecuzione è affidata all'ensemble dei Wiener Akademie, orchestra fondata nel 1985, particolarmente attenta alla riscoperta di rarità musicali di epoca barocca e del primo romanticismo. I Wiener, fin dalla loro fondazione, sono diretti da Martin Haselbà ck, direttore oltre che organista e clavicembalista molto apprezzato nell'ambito europeo che ha collaborato, per la sua attività solistica, con direttori quali Claudio Abbado, Lorin Maazel e Riccardo Muti. Biglietti: 13 euro.
Torna al Teatro Gentile di Fabriano il Festival Pergolesi Spontini il 28 agosto, ore 21, con l'orchestra dei Wiener Akademie. In programma musiche di Spontini e Mendelssohn, e una rarità : l'esecuzione di una Sinfonia del boemo Vořà ek.
Dopo il concerto di Senigallia, continua la proposta della prestigiosa orchestra dei Wiener Akademie, diretta da Martin Haselbà ck di brani poco conosciuti al Teatro Gentile di Fabriano giovedì 28 agosto, ore 21. Si inaugura così, con uno spettacolo inserito nel prestigioso cartellone del Pergolesi Spontini Festival, la programmazione teatrale del massimo palcoscenico della città della Carta. La scorsa estate ricorda l'assessore alla Cultura di Fabriano, Paolo Paladini siamo stati onorati di ospitare il grande baritono Renato Bruson, un artista di fama internazionale che ha entusiasmato la platea del Gentile. Quest'anno le proposte del le proposte del Festival a Fabriano saranno due: dopo i Wiener, l'appuntamento successivo sarà con la Banda Musicale dell'Aeronautica Militare diretta da Patrizio Esposito, in Piazza del Comune . Il concerto del 28 agosto si aprirà con l'ouverture dal Fernando Cortez di Gaspare Spontini, e proseguirà con la Sinfonia in re magg. op. 45 di Jan Và clav Vořà ek. L'autore scrive la Sinfonia quando nel 1821 è nominato impiegato con mansioni musicali presso il Ministero della Guerra. Vořà ek è un musicista nato in Boemia e vissuto a Vienna e scomparso ad appena trentacinque anni dopo aver fatto a tempo a conoscere Beethoven e frequentare Moscheles. Pagina poco nota di un compositore che nel suo catalogo ha raccolto vari Rondò brillanti per pianoforte o per violino, musica da camera e una discreta quantità di musica sacra fra graduali e offertori. Chiude il concerto la Sinfonia in do min. n. 1 op. 11 di Felix Mendelssohn-Bartholdy che la compone poco più che bambino, raccogliendo con frenesia ed entusiasmo tutto il sapere musicale che poteva assorbire attorno a sè. C'è un po' di Mozart e di Haydn e anche la freschezza acerba che percorre le prime sinfonie schubertiane, il refrigerio non lontano di Rossini e del suo teatro. Mendelssohn aveva undici anni quando sorprende Goethe con il suo precoce talento alla tastiera e solo quattordici anni quando scriverà la sua Prima Sinfonia. L'esecuzione è affidata all'ensemble dei Wiener Akademie, orchestra fondata nel 1985, particolarmente attenta alla riscoperta di rarità musicali di epoca barocca e del primo romanticismo. I Wiener, fin dalla loro fondazione, sono diretti da Martin Haselbà ck, direttore oltre che organista e clavicembalista molto apprezzato nell'ambito europeo che ha collaborato, per la sua attività solistica, con direttori quali Claudio Abbado, Lorin Maazel e Riccardo Muti.
Brindisi e canti popolari “firmati” da Beethoven. Nelle cantine medievali di San Marcello l'appuntamento più curioso del Pergolesi Spontini Festival: Le musiche del Vino, Trinklieder e Volkslieder
Nell'area collinare classica , ovvero più antica, del Contado di Jesi, dove si produce il più apprezzato Verdicchio dei Castelli, tra le magie dei filari delle vigne, sorge San Marcello, un antico borgo racchiuso entro una cinta muraria, ancora ben conservata, intercalata da torrioni quadrangolari e cilindrici. Distrutto verso la metà del Trecento, durante le lotte fra guelfi e ghibellini, il castello di San Marcello viene ricostruito nel 1429, ed è proprio qui, nelle grotte celate all'interno delle possenti mura castellane, che il Pergolesi Spontini Festival dedicato alla sua terza edizione al Romanticismo tedesco propone uno dei suoi appuntamenti più curiosi. Si mangia, si beve e si canta nelle antichissime Cantine di San Marcello, dove il 29 agosto alle ore 21 verranno eseguite Le musiche del Vino: Trinklieder e Volklieder , brindisi e canti popolari eseguiti da un quartetto vocale (Laura Antonaz, soprano; Elena Biscuola, mezzosoprano; Fabio Furnari, tenore; Marco Scavazza, basso) accompagnato da Roberto Loreggian (fortepiano), Enrico Casazza (violino) e Francesco Ferrarini (violoncello). Canti da osteria, sì, ma firmati da Beethoven; nel programma della serata sono i “Canti Popolari” (Volkslieder): Irische Lieder, Scottische Lieder, Walisische Lieder, Canti popolari di varia nazionalità ; inoltre 4 Canoni e Scherzi musicali. Pezzo strumentale: Variazioni Kakadu op.121a (per trio). L'enorme fama di sinfonista e camerista di Beethoven ha distolto l'attenzione dalla sua vasta produzione di musica vocale, che abbraccia molti dei generi allora in voga tra i quali i Volkslieder per organici vocali diversi, accompagnati per lo più da pianoforte, violino e violoncello. Fu George Thomson (1757-1851), segretario a Edimburgo durante cinquant'anni al Consiglio di amministrazione dell'Ufficio d'Arte e Industria Scozzese, che commissionò a Beethoven buona parte degli arrangiamenti. Thomson si era impegnato molto, a partire dal 1792, in un'impresa di rivalorizzazione dei canti del suo paese, rivolgendosi a eminenti compositori stranieri come Pleyel, Kozeluch, Haydn e, appunto, Beethoven. Quando i testi originali delle canzoni non lo soddisfacevano, Thomson chiedeva addirittura a importanti poeti di scriverne di nuovi. Cinquantasette in tutto sono gli Irische Lieder (Lieder irlandesi), composti da Beethoven tra il 1810 e il 1813 e pubblicati in tre raccolte tra il 1814 e il 1816, come i dodici Volkslieder di varia origine per soli e coro a tre parti in cui, oltre all'immancabile God save the King, figurano anche La biondina in gondoletta, famossissimo brano in dialetto veneziano, e O sanctissima, o Piissima, canto religioso siciliano in latino. Si contano inoltre elaborazioni di 26 Walisische Lieder (Lieder gallesi) ed una quarantina di canti di varia provenienza, inclusi la Polonia, l'Ucraina, la Spagna e la Russia. Al 1818 risale invece la pubblicazione della più nota raccolta dei venticinque Scottische Lieder op.108 (Lieder scozzesi), per varie combinazioni dalla voce sola al coro a tre voci. Biglietti, cena inclusa: 15 euro
Al Teatro Pergolesi di Jesi una autentica rarità musicale sabato 30 agosto alle ore 21 con l'oratorio Israele in Egitto di Hà ndel
Prima esecuzione in Italia dell'oratorio Israel in Egypt di Georg Friederich Hà ndel nella versione cameristica per soli, coro e pianoforte di Felix Mendelssohn Bartholdy. Una autentica rarità musicale sarà eseguita al Teatro Pergolesi di Jesi, sabato 30 agosto alle ore 21, nel quadro del Pergolesi Spontini Festival. Mendelssohn rielaborò l'oratorio handeliano proprio negli anni in cui Spontini fu a Berlino come direttore generale della musica del re Federico Guglielmo III. Tra i numerosi oratori di Hà ndel eseguiti da Felix, Israel in Egypt (1739) rivestì un posto peculiare probabilmente per la grandiosità delle masse corali impiegate. Mendelssohn lo concertò alla fine del maggio del 1833 a Dà sseldorf in una storica prima esecuzione ottocentesca. La proposta di questa versione, con il solo accompagnamento di pianoforte, consente di riscoprire la dimensione cameristica delle esecuzioni private, assai frequenti e numerose nella Berlino del primo Ottocento. In scena l'Athestis Chorus, il più prestigioso coro italiano per il repertorio barocco, classico e contemporaneo che collabora regolarmente con le grandi orchestre italiane, l'Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai, la Filarmonica della Scala, l'Orchestra dell'Accademia di S. Cecilia. Dirige il maestro Filippo Maria Bressan, al pianoforte Andrea Dindo. à noto quanto la monumentalità degli oratori di Hà ndel colpì la fantasia creatrice di compositori quali Haydn, Mozart e Beethoven. E fino a quando Mendelssohn non recuperò a Berlino nel 1829 la Matthà us-Passion di Bach, dando impulso alla cosiddetta Bach-Renaissance, Hà ndel rimase senza dubbio il più conosciuto ed apprezzato autore di oratori. Mozart riorchestrò Acis und Galatea (1788), Der Messias (1789), Alexander's Feast (1790) nonchè altri brani; Haydn vi si ispirò nei grandi affreschi corali presenti nella Die Schà pfung (1798), proclamandolo il maestro di tutti noi ; Beethoven lo definì il più grande compositore di tutti i tempi e a lui si rifece ideologicamente nell'ouverture Die Weihe des Hauses op. 124 (1822). Nella sua intensa attività di direttore d'orchestra anche Mendelssohn interpretò molta musica di Hà ndel: non solo ne trasse spunti per i suoi oratori Paulus op. 36 (1836) ed Elijah op. 70 (1846), ma soprattutto ne valorizzò l'attualità del significato artistico, facendo nel contempo conoscere al grande pubblico capolavori dimenticati nel tempo. Biglietti dagli 8 ai 25 euro.
Info:
tel. 0731. 202944