“Da Lontano – Chiusa sul rimpianto” al Feronia di San Severino Marche
di Elena Bartolucci
4 Feb 2022 - Commenti teatro
Uno spettacolo intenso e intimo cucito perfettamente addosso alla protagonista Isabella Ragonese.
San Severino Marche – Sabato 29 gennaio, il palcoscenico del Teatro Feronia ha accolto lo spettacolo intitolato “Da Lontano – Chiusa sul rimpianto” di Lucia Calamaro.
Drammaturga e regista fra le più quotate in Italia, quest’ultima firma un atto unico, scritto “su misura” per la sua interprete, Isabella Ragonese, che è diventata in pochi anni volto noto del grande cinema italiano nonché notevole attrice teatrale di grande talento.
Il testo racconta il tentativo di una figlia in età adulta, diventata terapeuta, di aiutare la madre fragile con tutti i suoi difetti e debolezze, che non sembra essersi mai calata veramente nel ruolo genitoriale che le spettava. Tentando di psicanalizzare quel genitore che ha amato e odiato al tempo stesso quando era più giovane, ora che ne ha i mezzi vorrebbe provare ad ascoltarla aiutandola come meglio può.
Come la stessa protagonista afferma, ogni essere umano è sempre in ascolto anche quando non lo sa: è proprio tramite quest’arma potente che è la capacità di saper ascoltare che lei, nel suo lavoro, riesce davanti al dolore dell’altro a carpire le crepe nelle voci consolando e cercando di riparare l’umano.
È troppo sensibile e non riesce a non dispiacersi e tanto meno a non coinvolgersi e a rassicurare chi ha di fronte, persino quando è costretta a fare le sue sedute via Zoom.
Ha sempre voluto essere di più soprattutto per quella madre di cui intuiva un profondo malessere e che non poteva quindi lasciare da sola. Vorrebbe recuperare il tempo perso e il fatto di averla abbandonata a se stessa, uno dei suoi grandi rimpianti.
Ottima la scelta di creare più livelli di narrazione per un (quasi-)monologo che potrebbe rischiare di risultare troppo pesante: dal flusso di pensieri fuori campo alla rottura della quarta parete.
Come la stessa Calamaro ha dichiarato, “Quanti di noi, da piccoli, hanno assistito impotenti ai drammi degli adulti amati? Quanti avrebbero voluto intervenire? Aiutare, capire. In fondo salvarli. E quasi mai si può. Tra i desiderata incompiuti che abitano un’esistenza, ogni tanto (fra le impossibili) fa capolino quella di psicanalizzare quel genitore dolente che abbiamo conosciuto da bambini. Avere i mezzi, gli strumenti per farlo per dargli l’ascolto dovuto ed aiutarlo senza che se ne accorga. Il genitore che sentivamo più fragile. Quell’adulto impreparato al mondo che ci accudiva alla bell’e meglio attraversato com’era da tribolazioni e guai. Non stavano sempre bene i nostri genitori. Avevano parecchi dispiaceri. E noi eravamo piccoli, per lo più impotenti di fronte a quella loro ben declinata infelicità. Intuivamo, non sapevamo, sospettavamo, non sapendo che fare. Allora ho immaginato un luogo, piccolo, tra un fantomatico “di qua” e “di là” in cui questo fatto, questa parola che sia “evento”, che curi, possa accadere, per un po’. Da Lontano mette in scena il tentativo irragionevole di una figlia adulta, diventata terapeuta, di fare oggi quello che non aveva potuto fare a quei tempi: aiutare quella madre tribolata, che esisteva solo quando lei era bambina.”
Un atto unico intenso, divertente e commovente al tempo stesso che riesce a far capire quanto l’amore tra una madre e una figlia possa superare qualsiasi ostacolo, a livello spaziale e temporale, perché come la stessa protagonista chiude lo spettacolo… “Come si fa senza l’altro?”.
Lucia Calamaro, premiata con 3 premi UBU nel 2011 con lo spettacolo “L’origine del mondo, ritratto di un interno”, è una delle voci di punta della nuova drammaturgia italiana, che con questo spettacolo ha dimostrato per l’ennesima volta di saper dare voce a un genere di scrittura molto intimo e minimale, in grado di poter far emergere la bravura degli interpreti a cui decide di affidare i suoi testi.
Lo spettacolo è scritto e diretto da Lucia Calamaro per e con Isabella Ragonese e la partecipazione di Emilia Verginelli. Il disegno luci porta invece la firma di Gianni Staropoli, mentre le scene sono di Katia Titolo e i costumi di Francesca Di Giuliano.
Si tratta di una produzione Infinito Teatro in coproduzione con Argot Produzioni.