Corrado Augias riceve il “Premio Internazionale Dialoghi di Pistoia”
a cura di Francesca Bruni
28 Mag 2024 - Festival, Interviste, Letteratura
Il “Premio Internazionale Dialoghi di Pistoia”2024 è stato assegnato allo scrittore e giornalista Corrado Augias che ci ha rilasciato una breve ma interessantissima audio intervista. In serata lo scrittore e giornalista ha dialogato con l’antropologo, scrittore e fotografo Marco Aime nella piazza del Duomo.
(Foto di Lorenzo Marianeschi)
Pistoia, 25 maggio – Nel tardo pomeriggio del 25 maggio, nella Sala Stampa del Festival “Dialoghi di Pistoia”, abbiamo potuto incontrare Corrado Augias, destinatario del Premio Internazionale Dialoghi di Pistoia per il 2024.
Lo scrittore e giornalista ci ha concesso l’interessante audio intervista che potete ascoltare qui sotto:
Il Premio Internazionale Dialoghi di Pistoia giunto quest’anno alla sua settima edizione, è stato assegnato, sabato 25 maggio, nell’ambito della quindicesima edizione del festival di antropologia del contemporaneo. Un riconoscimento conferito a una figura del mondo culturale che ha messo al centro del proprio pensiero e del proprio lavoro l’importanza del dialogo e della cultura come strumento per lo sviluppo delle relazioni umane, contribuendo a migliorare lo scambio tra genti e culture differenti.
Il premio nelle precedenti edizioni è andato a grandi personalità italiane e internazionali: nel 2017 allo scrittore israeliano David Grossman; nel 2018 al drammaturgo e saggista nigeriano Wole Soyinka, Premio Nobel per la Letteratura nel 1986; nel 2019 alla fisica ed economista indiana Vandana Shiva; nel 2021 allo scrittore Claudio Magris; nel 2022 alla scrittrice Dacia Maraini e nel 2023 all’antropologo e scrittore indiano Amitav Ghosh.
Vincitore di questa edizione è stato Corrado Augias, uno dei protagonisti più attenti della nostra società e della nostra cultura, che nella sua lunga carriera di giornalista, scrittore e autore di programmi culturali per la televisione e la radio ha testimoniato un impegno straordinario per la diffusione e promozione della cultura e della lettura. La sua vita professionale e culturale è stata intensa: dalla nascita della Direzione centrale dei programmi culturali della Rai alla fondazione del quotidiano la Repubblica nel 1976, fino al rilancio di RaiTre nel 1987.
Sua è l’ideazione di alcuni fortunati format come Telefono giallo, Babele, Città segrete, e La gioia della musica, La Torre di Babele, le decine di romanzi e saggi che ha scritto sino al suo ultimo: La vita si impara (Einaudi).
Il Premio, promosso dalla Fondazione Caript e conferito da una giuria formata da Lorenzo Zogheri e Cristina Pantera – rispettivamente presidente e vicepresidente della Fondazione Caript – dalla direttrice del festival Giulia Cogoli e dagli antropologi e consulenti scientifici del festival Marco Aime e Adriano Favole, è stato assegnato ad Augias con la seguente motivazione:
«La parola “cultura” diventa un termine plurale, se letta allo specchio dell’attività condotta negli anni da Corrado Augias. Plurale, perché nella sua lunga carriera ha saputo fondere quella che definiamo cultura “alta” con una grande capacità di divulgazione, ha fatto dialogare linguaggi storici, letterari e musicali con quelli televisivi, rendendoli accessibili a un vasto pubblico. Nei suoi diversi ruoli Augias ha tenuto ferma, con mano salda, quella che forse è la sua più grande passione: la cultura classica, che ha fatto da filo conduttore nei suoi libri e nel suo lavoro giornalistico. È stato in grado di declinare il suo sapere in linguaggi capaci di raggiungere un pubblico sempre più ampio, intrecciando i fatti dell’attualità con quelli del passato, filtrandoli attraverso la sua cultura eclettica e dando vita a uno stile di comunicazione quanto mai caratteristico e personale. Uno stile garbato, che diventa “rivoluzionario” in un’epoca di comunicazione urlata e narcisista. Per la sua capacità di fare convivere diversi aspetti del sapere e della comunicazione, per la sua indomita curiosità culturale, e per il suo profondo spirito di condivisione della conoscenza, la VII edizione del Premio Internazionale Dialoghi di Pistoia va a Corrado Augias».
«Abbiamo sempre concepito i Dialoghi come uno spazio dedicato all’analisi critica dei grandi temi del nostro tempo. Credo che premiare un protagonista della cultura italiana che ha messo al centro del suo impegno l’indipendenza di pensiero sia, dunque, perfettamente coerente con gli intenti del festival e siamo particolarmente lieti di premiare a Pistoia una figura che dà prestigio alla manifestazione» ha dichiarato Lorenzo Zogheri.
La cerimonia di consegna del premio si è svolta alle ore 21,00 in piazza del Duomo.
Evidente l’intensa ammirazione e l’amore reciproco tra il pubblico e lo scrittore, che si respiravano nella splendida piazza di Pistoia.
Dopo la premiazione, alle 21.15, Augias è stato protagonista del colloquio Dialoghi e parole per l’Italia di oggi con l’antropologo Marco Aime. Quali sono i termini che caratterizzano la nostra epoca? Si è parlato di transizione, di scomparsa di valori che credevamo intramontabili, di nuove paure e grande incertezza.
Augias, con il suo tipico atteggiamento controcorrente, ci ha invitato a rallentare di fronte alla continua accelerazione di immagini e parole propria della nostra contemporaneità, riportando l’attenzione sull’imparare, sul tempo e sullo studio, come ben espone nel suo ultimo libro La vita s’impara (Einaudi, 2024).
Corrado Augias, nato e cresciuto a Roma, è giornalista, scrittore, autore teatrale e televisivo. È stato inviato speciale (da Parigi e New York) per L’Espresso, Panorama e la Repubblica, di cui è editorialista, e curatore della rubrica La mia Babele su Il Venerdì. Ha ideato e condotto programmi di divulgazione culturale televisivi, tra cui, sui Rai 3, Le Storie – Diario italiano, Quante storie, Rebus e La gioia della musica. Dal 2023 è su La7 con La torre di Babele. Nel 2015 gli è stato conferito il Premio Hemingway per la letteratura e nel 2022 il Premio Chiara alla carriera. Ha pubblicato numerosi romanzi e saggi, tra i più recenti: Racconti parigini (2018), Breviario per un confuso presente (2020), Modigliani. L’ultimo romantico (2021), Il grande romanzo dei Vangeli (n.e. 2021), La fine di Roma (2022), La vita s’impara (2024), tutti per Einaudi. Per Rai Libri è uscito, nel 2023, Paolo. L’uomo che inventò il Cristianesimo.
Marco Aime è antropologo, scrittore, fotografo. Docente di Antropologia culturale all’Università di Genova, ha condotto ricerche sulle Alpi e in Africa Occidentale (Benin, Burkina Faso, Mali). Ha pubblicato numerosi volumi di favole per ragazzi, testi di narrativa e saggi. Tra le ultime pubblicazioni: Gina. Diario di un addio (Ponte alle Grazie, 2019), Il mondo che avrete, Virus, Antropocene, Rivoluzione (con Adriano Favole e Francesco Remotti, UTET, 2020), La carovana del sultano (Einaudi, 2023), Di pietre, di sabbia, di erba, di carta (2024, per Bollati Boringhieri), Il patto delle colline (Elèuthera, 2024).