“Concerto per le Muse” 10 e lode
Silvana Scaramucci
20 Ott 2003 - Commenti classica
Ancona – Con il Concerto per le Muse eseguito dal Freon Ensemble e diretto da Stefano Cardi si è inaugurata ufficialmente la seconda Stagione lirica al Massimo di Ancona, ovvero Teatro delle Muse. Per l'occasione un pubblico colto e particolarmente disposto alla musica, ivi compresa ogni innovazione che esuli dagli schemi consolidati delle rassicuranti partiture del passato, ha costituito la degna cornice di una proposta concertistica azzardata per coniugazione di classicità mitologico-letteraria e parametri destabilizzanti sul piano tecnico-timbrico delle tonalità e dei procedimenti compositivi. A dir la verità , c'è stato pure tra il pubblico, chi ha espresso qualche riserva sulla scelta così particolare per un concerto d'apertura di stagione e non ha esitato a esprimere, più o meno apertamente, preferenze per partiture più popolari, più rassicuranti. Ma va reso merito al direttore artistico del Teatro delle Muse, Claudio Orazi, di aver effettuato un atto di coraggio nei confronti della grossa opinione pubblica a vantaggio del ruolo che il Massimo Dorico si sta guadagnando nel panorama delle migliori proposte musicali europee anche grazie a questa Commissione d'opera della Fondazione Teatro delle Muse di Ancona in collaborazione con RAITRE e RAITRADE.
L'impianto dell'intera opera concertistica, suddivisa in nove quadri senza intervallo, si è avvalso dello studio di nove giovani compositori italiani singolarmente impegnati a realizzare un brano per ciascuna delle Muse, di cui hanno còlto la natura simbolica e rappresentativa che si continua nella cultura occidentale, il significato intrinseco nella trasmissione del sapere cognitivo, emozionale e dei sentimenti umani, primordiali e affinati, operando un'acuminata trasposizione in linguaggio musicale aderente il più possibile ad un'accezione comunicativa, a dir poco, sorprendente. In questo complesso lavoro, realizzato da Roberta Vacca Sextans Uraniae , Paolo Furlani Il racconto di Calliope , Francesco Antonioni Lo speccho di Polimnia , Patrizio Esposito Il rituale di Tersicore , Lucia Ronchetti Talia , Alberto Colla Euterpe , Giorgio Colombo Taccani Le strade di Melpomene , Fabrizio e Rossi Re Erato, amore mio , Tonino Tesei Profilo di Clio , si sono còlte differenti smobilitazioni del quadro armonico convenzionale sia sul piano della composizione che su quello dell'esecuzione, con il risultato di un discorso musicale che ha provocato negli ascoltatori sbalzi emotivi inediti anche per l'utilizzo di strumenti non propriamente “musicali” ma con inusitate espressioni sonore e timbriche che hanno avuto una linearità logica nell'insieme. Alla destrutturazione dell'armonia e del ritmo – anche nei casi in cui più dirompenti sono state le orchestrazioni strumentistiche attingenti ai codici della cultura tribale – ha fatto da complemento armonico – compositivo la voce recitante fuori campo (in Calliope soprattutto) di Alessia Raccichini. Fondamentale nella resa ultima dell'obiettivo che tal concerto si è proposto è stato l'utilizzo di strumenti a percussione, fiati e corde: Giuseppe Pelura ai flauti, Paolo Montin al clarinetto, Maurizio Paciarello al pianoforte, Stefano Cardi alla chitarra, Mirko Natalizi alle percussioni, Luca Sanzò alla viola, Luca Peverini al violoncello.
L'interessante lavoro musicale è stato replicato al Teatro Nuovo di Verona e trasmesso da RAITRE per poi proporsi sui migliori palcoscenici internazionali.
(Silvana Scaramucci)