Civitanova Danza 2001: popolarità e qualità , il binomio di un successo


Alessandra Pasquali

23 Ott 2001 - Commenti classica

CIVITANOVA MARCHE (MC): 20 Luglio- 5 Agosto 2001.
Civitanova Danza 2001 prosegue nel tentativo di coniugare innovazione e tradizione, cercando di mantenere alta la qualità degli artisti proposti ma anche di allargare la fruizione di questa arte ad un numero sempre maggiore di utenti.
Crediamo che il direttore artistico Monique Veaute (insieme a Fabrizio Grifasi) sia riuscito nel suo intento, proponendo uno spaccato dell'eterogenea molteplicità in cui si articola oggi la danza; grazie a questo il pubblico ha potuto confrontarsi con esperienze estetiche ed emotive diverse.
La rassegna di quest'anno si è aperta con la Taylor 2 Dance Company che ha presentato un omaggio al grande maestro della danza americana Paul Taylor. In particolare questa formazione, composta da sei dei giovani professionisti di maggior talento della Taylor Dance Company, presenta alcune caratteristiche fondamentali come l'energia, l'allegria, il gioco e lo spirito affabulatorio che vengono ben valorizzati dalle coreografie del grande maestro. Interessanti le scelte musicali che spaziano dal jazz dell'Early New Orleans, a Busby, a Piazzolla ed ancora ad Haà ndel.
Il secondo spettacolo presentato da Civitanova Danza 2001 è stato La scala del fuoco della Compagnia Corte Sconta, commissionato dalla Biennale di Venezia e nato in collaborazione con il Piccolo Teatro di Milano. Questa produzione ha potuto godere dell'apporto delle coreografie teatro-danza di Laura Balis e Cinzia Romiti e delle composizioni del musicista di fama internazionale Michael Galasso. L'intento, senz'altro riuscito, è quello di catapultare lo spettatore in una galassia regolata da magnetismo, attrazione degli opposti, assenza di peso e caduta nella gravità in cui si avvicendano stelle e meteoriti frantumati, cielo e rocce, archi e percussioni.
La Kermèsse è proseguita con la compagnia francese Ballet de Lorraine, composta da 30 danzatori di formazione eterogenea (dalla danza classica a quella moderna) che sono riusciti a rinnovare la propria identità di compagnia classica e ad adottare un nuovo linguaggio del corpo. Lo spettacolo si è articolato in diverse coreografie di Abou Lagraa, Karole Armitage e della coppia ormai disciolta Mathilde Monnier Jean Franà ois Durore con musiche di Aldèa, Hourbette e Wurtz.
Fly Fly di Lagraa racconta del ruolo dell'individuo immerso nella massa degli uomini, massa di cui non si sente parte e che lo spinge a desiderare di volare. In questo tentativo l'individuo, nella necessità di segnare i confini del proprio spazio, arriva ad usare il potere: è la confusione e il caos. L'unica soluzione è tornare verso gli altri, ritessere i legami e alzarsi in un volo comune.
In Le Chat de Schrà dinger della Armitage viene trattato il motivo del movimento come energia, riuscendo ad esprimere una nuova visione della danza che è insieme classica e moderna.
Nella coreografia Mama, Monday, Sunday or Always di Mathilde Monnier e Jean Franà ois Durore ci ha particolarmente colpito lo studio che si intravede dietro la scelta dei costumi, in un piacevole gioco sull'ambiguità dei generi attraverso la compresenza di giacche da uomo d'affari e gonne d'altri tempi.
Il cartellone di luglio si è concluso con la compagnia Ballet Flamenco Antonio Canales che ha presentato in esclusiva nazionale il suo spettacolo Bailaor . Una entusiasmante esplosione di energia, che sembra inesauribile e nutre la musica, il canto, il movimento. I bravissimi Antonio Canales, Juan De Juan e Mà nica Fernà ndez sono riusciti a fondere nella loro performance la tradizione del flamenco e la sua interpretazione, la familiarità del repertorio popolare e lo spettacolo di qualità . La magia di questa danza si propone al pubblico in tutta la sua semplicità , senza orpelli, amore ed odio, vita e morte. I richiami alla tradizione sono tanti a partire dalle musiche per continuare con i costumi. Interessante la ricerca della raffinatezza del gesto, della perfezione dell'uso del ritmo per realizzare una vera celebrazione dell'arte del flamenco.
Il programma di agosto si apre con la Compagnia Europa Danse, nata da un progetto europeo di balletto che si muove nella direzione della formazione di danzatori e coreografi, offrendo a 30 giovanissimi l'opportunità di completare le proprie conoscenze con grandi maestri della danza. Il risultato del loro impegno è una buona precisione tecnica, affiancata dalla ricerca dell'armonia e della morbidezza dei gesti, riuscendo ad utilizzare in ugual misura espressività ed energia, preparazione classica e gusto moderno. Le coreografie sono state di Ivan Clustine, Mats Ek, Hans Van Manen, Nacho Duato, Jiri Kylian, Montalvo-Hervieu, Joey Mac Kneely anche se riadattate a questa formazione, con musiche che hanno spaziato dal repertorio classico come Chopin alla musica popolare a Leonard Bernstein.
La rassegna di quest'anno si è conclusa con la prima produzione dei Teatri di Civitanova: Ione 5+1 per la coreografia e la realizzazione di Leone Barilli e le musiche, eseguite dal vivo, del dj scozzese Howie B. Il progetto riguarda l'opera Ione di Euripide intorno alla quale Leone Barilli ha già allestito Ione 2001 ed ora questo Ione 5+1 legato alla vitalità e all'energia della danza, in una tensione all'astrazione in cui movimento e suono si confondono. Il risultato è senza dubbio qualcosa di unico ed innovativo che unisce lo stile del tutto personale di Barilli, con la sua fusione di diversi linguaggi da quello trasgressivo della Armitage, a quello della danza di strada, per continuare con quello neoclassico di Balanchine e il sound di Howie che offre sonorità e stili sovrapposti, fusioni di hip hop e funk, effetti sapientemente filtrati e miscelati.
Crediamo di poter affermare che i promotori di Civitanova Danza 2001 siano riusciti nei loro intenti riuscendo a proporre un cartellone di altissima qualità e ad ottenere una buonissima affluenza di pubblico.

(Alessandra Pasquali)


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