Citto Maselli, un maestro del cinema politico


di Alberto Pellegrino

24 Mar 2023 - Approfondimenti cinema

Un ricordo del regista Francesco Citto Maselli recentemente scomparso, maestro del cinema italiano impegnato sul piano politico e sociale.

Il regista Francesco Citto Maselli (1930–2023) è stato un importante autore di film fortemente impegnati sul piano politico e sociale. Ha avuto come padrino di battesimo Luigi Pirandello amico del padre ed è stato il Premio Nobel ad attribuirgli il soprannome di “Citto”. Durante l’occupazione tedesca di Roma, quando era uno studente  della scuola media, ha organizzato l’Unione Studenti Italiani e, dopo la liberazione di Roma del 5 giugno 1944, si è iscritto al Partito Comunista Italiano.  Nel 1947 viene ammesso al Centro sperimentale di cinematografia, si diploma nel 1949 e inizia la carriera come assistente alla regia e aiuto regista per Luigi Chiarini.

Svolge un’intensa attività come documentarista tra il 1949 e il 1958 con Tibet proibito (1949), Finestre (1950), Bagnaia, villaggio italiano (1951), Stracciaroli (1951), Bambini (1952), Niente va perduto (1952), Ombrellai (1952), Fioraie (1953), Città che dorme (1953), Uno spettacolo di pupi (1953), Una fiera italiana (1954), Festa dei morti in Sicilia (1955), I paradisi della domenica (1957), Un fatto di cronaca (1958), I peccatori della periferia (1958), I bambini e gli animali (1958), I bambini al cinema (1958), Adolescenza (1959), Teatro di periferia (1958), Pesca notturna (1959), Giostra (1961).

I film più importanti

Dopo aver fatto l’assistente regista per Antonioni e Visconti, fa il suo esordio come regista con il film Gli sbandati (1955), in cui ripropone in modo incisivo il tema della Resistenza. Dirige film a sfondo sociale come I delfini (1960) e Gli indifferenti (1964), tratto dal romanzo di Alberto Moravia; quindi, realizza opere d’impegno politico come Lettera aperta a un giornale della sera (1970) sulla crisi di certi intellettuali di sinistra. Nel 1975 dirige Il sospetto (1975), il suo film migliore caratterizzato da una grande tensione narrativa e da una raffinata ricostruzione d’epoca. La lotta degli oppositori all’Italia fascista fa da sfondo alla storia di un operaio comunista (splendidamente interpretato da Gian Maria Volonté) che si è rifugiato in Francia e che viene rispedito in Italia dal Partito, malgrado sia sospettato di “deviazionismo”. La sua missione consiste nello stabilire nuovi contatti con i compagni in clandestinità, ma in realtà viene usato come esca per stanare un traditore infiltrato.

In seguito, si dedica a film più intimisti che si distinguono per una serie di efficaci ritratti femminili: Storia d’amore (1985), Codice privato (1988), Il segreto (1990).  Nel 1996 presenta alla Mostra del Cinema di Venezia il film Cronache del terzo millennio, sulla resistenza di un gruppo di condomini allo sfratto da un enorme caseggiato. Nel 2004 dirige il documentario Frammenti di Novecento e nel 2009 realizza Le ombre rosse, un film che contiene una critica alla politica del liberalismo economico e un’analisi delle cause che hanno provocato una distanza tra la politica promossa dalla sinistra e la realtà di quegli anni.

Partecipa ad alcuni film collettivi: L’Italia con Togliatti (1964), L’addio a Enrico Berlinguer (1984), La primavera del 2002 – L’Italia protesta, l’Italia si ferma (2002), Porto Alegre (2002), Lettere dalla Palestina (2003). Per la televisione realizza la miniserie di 4 puntate Tre operai (1980), Avventura di un fotografo – Dieci registi italiani, dieci racconti italiani (1983), Furono favolosi gli anni sessanta? (1985), Videograffiti (1987), il film tv Il compagno (1999), i documentari Un luogo chiamato cinema (20 puntate, 2002) e Il risveglio in un accampamento di zingari per il programma Ballarò (2004).

L’attività politica

Accanto al lavoro di regista cinematografico, Maselli ha svolto altre attività come autore di saggi sulla politica culturale e ha militato nella sinistra italiana: fino al 1989 è stato membro della Commissione culturale della Direzione del PCI;  dal 1992 ha fatto parte del Comitato politico nazionale di Rifondazione comunista; per trenta anni ha presieduto l’Associazione Nazionale degli Autori Cinematografici. È stato il fondatore e presidente della Federation Européenne des Realisateurs de l’Audiovisuel, presidente della International Association of Audiovisual Writers and Directors. Nel 2001 ha fondato e presieduto la Fondazione Cinema nel presente che ha riunito alcuni autori del cinema italiano tra i più rappresentativi, tra cui Ettore Scola, Gillo Pontecorvo, Guido Chiesa, Mario Monicelli, Franco Giraldi e Francesca Comencini.

Premi e riconoscimenti

Nel 2006 il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano gli ha conferito l’onorificenza di Grande Ufficiale Ordine al Merito della Repubblica Italiana. Ha ricevuto molti riconoscimenti, tra cui il Premio per i registi esordienti per “Gli Sbandati”, Mostra del cinema di Venezia (1955); Palmares – Astor d’oro al miglior film per “Gli Indifferenti”, Festival di Mar del Plata (1965); Premio della Critica Internazionale per “Il Sospetto”, Locarno (1975); Premio Saint Vincent per “Avventura di un fotografo” (1983); Premio Flaiano – Pegaso d’oro alla carriera (1999);  Premio Vittorio De Sicper l’eccellenza artistica dalla Presidenza della repubblica (2006); Una vita per il cinema dell’Europa, Cineuropa 2007; Global Award (2009); Premio Bianchi dei Giornalisti cinematografici (2009); Premio Federico Fellini 8½ per l’eccellenza artistica al Bif&st di Bari (2010); Premio Elio Petri alla carriera, Porretta Terme (2019); Premio Siae alla carriera (2021); Omaggio della Mostra internazionale d’arte cinematografica, delle Giornate degli autori e della Settimana della critica a Francesco Citto Maselli per il suo eccezionale contributo all’arte cinematografica, 78ª Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia (2021)

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