‘Cenerentola’ incanta il Giovanni da Udine
di Gianluca Macovez
30 Mag 2024 - Commenti classica
Grande successo di ‘La Cenerentola’, in scena al Teatro Giovanni da Udine il 25 maggio. Uno spettacolo importante di una stagione ricca di appuntamenti preziosi. Tutti bravi, superlativa Annalisa Stroppa.
Il Teatro ‘Giovanni da Udine’ ha ospitato, nell’ambito della politica culturale di decentramento che porta avanti da anni, ‘La Cenerentola’ di Rossini, andata in scena fino a pochi giorni fa a Trieste.
Lo spettacolo serale è stato preceduto da una prova aperta al pubblico delle scuole, che ha visto la partecipazione di un migliaio di ragazzi ed un interessante conferenza di Andrea Merli, intellettuale raffinato, esperto di musica, regista, studioso, giornalista di fama internazionale, firma internazionale di prima grandezza, che ha parlato del titolo rossiniano.
Quest’anno sono state numerose le occasioni di questo tipo, una novità importante voluta dalla Direttrice Artistica Fiorenza Cedolins, per rendere il mondo dell’opera sempre meno misterioso al grande pubblico e la risposta degli appassionati è stata buona, nonostante sia evidente che la portata dei nomi coinvolti (Binaghi, Dall’Ongaro, Merli, solo per fare i primi che vengono in mente) avrebbe meritato ben altro sostegno, anche dalle istituzioni.
Purtroppo, l’ombra di divisioni e schieramenti ha annebbiato, per qualcuno, la portata delle proposte, dimenticando che la cultura non deve avere colore ma essere sempre e solo libertà d’opinione, piacere del dialogo, coraggio del confronto, attenzione all’altro e volontà d’incontro.
Al di là di ogni fazione, questa ‘Cenerentola’ è stata un successo, per la qualità della proposta e per la capacità di rendere la ripresa udinese una vera occasione e non solo la tappa di una specie di tournée.
L’aspetto visivo dello spettacolo, che riprende le scene ideate nel 1978 da Lele Luzzati è di grande impatto. Il gioco del teatrino nel teatro è ancora più suggestivo che al Verdi, probabilmente a causa della struttura più moderna, lineare, sostanzialmente monocroma.
Le proiezioni, realizzate con bravura da Giuseppe Ragazzini, creano momenti di grande suggestione, evocando anche altre invenzioni del Maestro, come il celebre ‘Flauto Magico’ ed i costumi di Nicoletta Ceccolini, più invenzioni che riproposizioni, incantano per bellezza, ironia, eleganze e funzionalità.
Paolo Gavazzeni e Piero Maranghi, erano presenti, anche perché ad Udine c’era una protagonista completamente inedita.
La loro regia si conferma, ad ogni visione, sempre più coinvolgente, per tempi, scorrevolezza, giocosità, citazioni. Le tre ore di spettacolo non hanno cedimenti narrativi, ricche di soluzioni, ma senza essere eccessive. La storia è divertente, senza essere né banale, né grossolana.
Un plauso al teatro triestino che ha puntato a questa edizione, in un periodo ricco di allestimenti di questo titolo, non tutti riusciti e spesso banali.
Uno dei punti di forza era la direzione del Maestro Enrico Calesso, che si conferma artista interessante, colto, con una idea precisa della partitura, che non è mai scontata.
Ad Udine l’orchestra del Verdi è apparsa meno infallibile che nelle repliche triestine, ma nel corso della serata ha recuperato quella precisione e quella affidabilità che connotano le recenti esibizioni.
Notevolissimo anche il lavoro svolto con i cantanti, sapientemente sostenuti, guidati con gesto sicuro, quasi coccolati anche con l’espressione del volto, sia nelle grandi arie solistiche che nei complessi pezzi d’insieme.
Il coro maschile, diretto dal Maestro Paolo Longo, ha avuto un grosso peso nell’economia dello spettacolo. Da un lato una prova di grande personalità, dall’altro un suono spesso prevaricante, forse dovuto alla sensazione di sopperire ad un organico apparentemente ridotto spingendo il suono.
Il teatro in questo periodo ha proceduto a numerose nuove assunzioni e speriamo che questo aiuti a ritrovare il giusto equilibrio sonoro a questo glorioso coro.
Dal punto di vista delle voci, alcuni dei cambi al cast hanno sicuramente cambiato gli equilibri, senza però danneggiare il risultato.
Autentico motore della storia grazie ad una verve scenica irresistibile, le due sorellastre.
Tisbe, paciosa e lunatica, acida e capricciosa, viziata ed opportunista è Carlotta Vichi, che accanto ad una ammirata padronanza del palcoscenico mette in evidenza uno strumento vocale interessante, dai toni ambrati, sfoggia acuti potenti ed una tecnica appropriata.
Federica Sardella è una divertentissima ed atletica Clorinda. Goffa nei movimenti, volutamente stridente nella voce, salta, corre, rincorre, sbraita, gesticola, conquistando il pubblico.
Dave Monaco ha interpretato la ardua parte di Don Ramiro. La voce non brilla per volume, ma ha una estensione ampia che unita ad una tecnica appropriata gli consente di venire a capo delle difficoltà che ingemmano il ruolo.
Matteo D’Apolito, Alidoro funzionale, conferma una voce ben impostata, una corretta presenza scenica, uno spessore interpretativo che emergeva interessante soprattutto nelle arie solistiche.
Pablo Ruiz era un convincente Don Magnifico, coinvolto nella sola replica udinese. Il ruolo, per il quale offra una versione scenica piuttosto personale, è uno dei suoi cavalli di battaglia, tanto che lo interpreta, in questi giorni, anche a Barcellona. Una voce ampia, dall’emissione omogenea, con acuti solidi, tempi precisi nel canto sillabato e fiati amplissimi, sono le caratteristiche della sua prova.
Giorgio Caoduro è un Dandini che, senza la spalla del bravissimo Carlo Lepore, ad Udine assume un ruolo ancora più centrale nella vicenda. Forte di una voce senza rivali, ricca di colori, preziosa per sfumature, rigogliosa nelle colorature, sicura negli acuti, sontuosa nei fiati, capace di saltare dalle note più alte da baritono a quelle da basso, sempre con leggiadria ed apparente facilità, incanta il pubblico anche con le sue capacità d’attore, che impiega il corpo con sicurezza e grande competenza: non c’è un centimetro del suo fisico che non vada in sintonia con la musica, non una espressione che non trovi la ragione nella partitura. Una lezione di grande teatro ed una dimostrazione di arte autentica nei pezzi solistici ed in quelli d’insieme, dei quali risulta essere fulcro.
Infine, la protagonista: Annalisa Stroppa, da troppo tempo poco presente in modo regolare nei teatri italiani. Una colpa certo non attribuibile alla cantante, reduce da una trionfale ‘Carmen’ in Brasile. Dotata di una voce ricca di colori e sfumature, dalle note basse di grande suggestione e dagli acuti sicuri, ritornava ad Udine dopo aver cantato qualche mese fa in ‘Messa da Requiem’ diretta da Roberto Abbado. Certo la partecipazione a questo spettacolo poteva risultare un azzardo: fresca di Bizet, mentre prepara un ‘Werther’, senza aver partecipato alle prove, con due giorni per entrare nella parte. Da subito, con un ‘C’era un re’ di ricca personalità, così intensa, capiamo che siamo davanti ad una grande prova, che di brano in brano si fa sempre più solida, fino al travolgente ‘Nacqui all’affanno’, nel quale le agilità si inseguono effervescenti, sicure, la coloratura sembra naturale e spontanea. La sua Angelina è donna vera, credibile nelle passioni e nel carattere, opulenta nel canto ed intensa nell’interpretazione. Ricca vocalmente, ma mai autoreferenziale. Persino umile nello snocciolare note limpidissime, volando sullo spartito con la velocità di una rondine. Il suo personaggio, che sfugge ogni ostentazione vocale, ha una forte carica drammatica e dimostra la modernità di una partitura troppo spesso vittima di stereotipi e vuoti virtuosismi.
Alla fine applausi per tutti, con vere acclamazioni per Caoduro, Stroppa e Calasso: uno spettacolo importante di una stagione ricca di appuntamenti preziosi.
Udine, Teatro Giovanni da Udine, stagione d’opera e balletto 2023-24
“La Cenerentola” di Gioachino Rossini
Dramma giocoso in due atti su libretto di Jacopo Ferretti
- Maestro Concertatore e Direttore ENRICO CALESSO
- Regia PAOLO GAVAZZENI e PIERO MARANGHI
- Costumi ripresi da NICOLETTA CECCOLINI
- Contributi video a cura di GIUSEPPE RAGAZZINI
- Scene e costumi ispirati all’allestimento di EMANUELE LUZZATI del 1978
- Maestro del Coro PAOLO LONGO
Allestimento della FONDAZIONE TEATRO CARLO FELICE DI GENOVA
Personaggi e interpreti
- Angelina ANNALISA STROPPA
- Don Ramiro DAVE MONACO
- Don Magnifico PABLO RUIZ
- Dandini GIORGIO CAODURO
- Alidoro MATTEO D’APOLITO
- Tisbe CARLOTTA VICHI
- Clorinda FEDERICA SARDELLA
Orchestra, Coro e Tecnici della Fondazione Teatro Lirico Giuseppe Verdi di Trieste
produzione: Fondazione Teatro Lirico Giuseppe Verdi di Trieste
Allestimento della FONDAZIONE TEATRO CARLO FELICE DI GENOVA
Udine, 25/05/2024
Vista e apprezzata !
p.s.ottima stagione ,con Artisti e spettacoli di prim’ordine. Complimenti
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