Camerino Festival da non perdere
9 Ago 2005 - News classica
MARIO BRUNELLO
Giovedì 11 agosto 2005
Sala Consiliare
Palazzo Dongiovanni ore 21.30
Mario Brunello: Violoncello
Programma
J.S. Bach Suite nr 1 BWV 1007
G. Crumb Sonata (1955)
P. Sculthorpe Requiem (1979)
G. Colombi Chiacona a basso solo
L. Dallapiccola Ciaccona, Intermezzo e Adagio (1945)
G. Sollima Concerto Rotondo (2000)
MARIO BRUNELLO
…egli è, com'è noto, un concertista internazionale, che suona il violoncello con una fantasia, uno struggimento di canto, un pudore espressivo ed una capacità di intensità riconoscibilissimi e completamente suoi. Ma è anche una persona che ha il piacere di suonare con gli altri e la voglia di portarli dentro alle ragioni dell'interpretazione, accendendo costantemente idee e fantasia …”, dice di lui Lorenzo Arruga. “… aveva iniziato con la chitarra, ma il suo maestro gli diceva sempre che il suo strumento era il violoncello .
Mario Brunello si è diplomato al Conservatorio di Venezia nel 1982 sotto la guida di Adriano Vendramelli, proseguendo gli studi ed il perfezionamento con il grande maestro Antonio Janigro. Fino al 1986 percorre le tappe della carriera in orchestra, dapprima con La Fenice di Venezia e più tardi, come primo violoncello, con l'Orchestra della Scala di Milano. Nel frattempo, si appassiona alla musica da camera e vince numerosi concorsi in duo e in trio. L'anno di svolta è il 1986 quando partecipa al Concorso Internazionale Čajkovskij e lo vince, primo italiano nella storia del concorso, ritirando il primo premio assoluto.
Da allora Mario Brunello suona il suo Maggini del XVII secolo (appartenuto al grande Franco Rossi) con tutte le più grandi orchestre nei centri più importanti del mondo e con direttori prestigiosi, tra cui Claudio Abbado, Carlo Maria Giulini, Gianluigi Gelmetti, Valery Gergiev, Riccardo Muti, Seiji Ozawa, Zubin Mehta. Prosegue con uguale passione la sua attività di musica da camera collaborando con solisti come Frank Peter Zimmermann, Andrea Lucchesini, Gidon Kremer, Salvatore Accardo. Il 1994 lo vede fondatore dell'Orchestra d'Archi Italiana. I primi due anni di vita dell'Orchestra sono dedicati esclusivamente alla preparazione del repertorio e nel 1996 debutta iniziando un'attività premiata costantemente da critiche eccellenti e grande successo di pubblico. La sua grande curiosità sul potere eccezionale di comunicazione della musica lo ha portato a collaborare con gli attori Maddalena Crippa e Marco Paolini, con il quale ha realizzato numerosi spettacoli di successo, e ultimamente ha partecipato ad importanti festival di musica jazz, insieme a Vinicio Capossela, Uri Caine e Gian Maria Testa.
Dal 2002 ha un contratto in esclusiva con la casa discografica giapponese DJV Victor. Mario Brunello è stato docente dei corsi estivi di perfezionamento dell'Accademia Chigiana, ed è stato nominato, più giovane tra tutti, Accademico di Santa Cecilia.
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HALLO MISTER SAX
Sabato 13 agosto 2005
Teatro Marchetti
Ore 21.30
Il sassofono in questi ultimi anni si sta ritagliando la sua meritata fetta di gloria, affermando con forza l'inevitabile modernità della propria voce . Ci sono sassofoni ovunque tendiamo l'orecchio, ovunque guardiamo. La grossa pipa di nichel come amava definirla Jean Cocteau agli inizi del 900, e che Stravinskij nel sottolinearne le caratteristiche, lo definì come un delinquente minorenne dal coltello facile , si è conquistato nel frattempo, con fatica e contro pregiudizi, una propria identità . Lirico, vigoroso, graffiante e poetico, solare, cristallino, felpato, crepuscolare, viscerale, penetrante, limpido, impetuoso, lacerante, ruvido, caloroso, irriverente, torrenziale, travolgente, morbido e setoso ammiccante e piacevolmente sensuale, magnetico e intrigante, sono solo alcune delle definizioni per sottolineare tutto quello che sa essere questa sorta di protuberanza del corpo umano, e se un sassofono da solo può scatenare tutte queste emozioni e colori, allora gli ensemble di sassofoni non sono altro che delle vere e proprie orchestre, in un caleidoscopio di suoni e di linguaggi che si fondono in un assolo universale. Non c'è da sorprendersi quindi, se L' Hallo Mister Sax , formato da 12 sassofonisti ed un percussionista, venga considerato come una delle formazioni musicali odierne più originali ed accattivanti. L'Ensemble sotto la guida di Mario Marzi è protagonista di concerti, che coinvolge il pubblico in un entusiasmante viaggio musicale. La ricchezza e la peculiarità delle proposte nasce dalla sinergia tra le diverse esperienze dei suoi componenti e dal desiderio di considerare la musica senza barriere ed inutili steccati. Punto d'incontro fra diverse personalità , istinto e ricerca d'insieme, L'Hallo Mister Sax sembra essere lo specchio ideale nel ricercare la fusione unione delle diverse esperienze musicali ed umane.Il repertorio spazia dai classici: Monteverdi, Bach, Vivaldi, Haendel, Brahms, per arrivare ai grandi Maestri del 900; Ravel, Weill, Milhaud, Gershwin, Bernstein, Piazzolla, non trascurando i grandi del jazz che hanno per primi dato voce al sax come Ellington, Miller, Gillespie, Corea. L'ensemble, composto da alcuni fra i più apprezzati musicisti nazionali, già vincitori di numerosi concorsi internazionali e collaboratori delle più prestigiose orchestre italiane (Rai, teatri Alla Scala , La Fenice di Venezia, C. Felice di Genova, ), ha tenuto concerti in tutta Europa ed in Medio Oriente. Sono di recente uscita due Cd con musiche di autori classici e moderni.
Il titolo dello spettacolo è: Il giro dell'America in 80 minuti , un concerto dedicato alla musica prodotta nel continente americano dalla fine del 800 ad oggi. La suggestione della nuova musica nata dal crogiolo di razze ed ispirazioni americane viene qui proposta attraverso le musiche del ragtime di Scott Joplin del jazz di Duke Ellington, delle songs di Gershwin fino ai tanghi di Astor Piazzolla. Gli Hallo Mister Sax , sono composti da 12 sassofonisti ed un percussionista, sono considerato come una delle formazioni musicali odierne più originali ed accattivanti. L'Ensemble, sotto la guida di Mario
Marzi, è protagonista di concerti, che coinvolgono il pubblico in un entusiasmante viaggio musicale.
Mario Marzi
Diplomato presso il Conservatorio “G. Rossini” di Pesaro con il massimo dei voti con il M F. Mondelci, si è successivamente perfezionato al Conservatorio di
Bordeaux con il M J.M. Londeix ottenendo alla fine degli studi il prestigioso “Premièr Prix et Medaille d'Or a l'unanimitè”. Vincitore di nove concorsi nazionali e quattro internazionali, ha tenuto concerti in veste di solista con le più prestigiose orchestre sinfoniche, tra le quali: RAI di Torino, Arena di Verona, Teatro Comunale di Firenze, Teatro lirico di Cagliari, Filarmonici di Torino, Sinfonica di San Remo, Internazionale d'Italia, Milano Sinfonietta, Orchestra della Svizzera Italiana, Sinfonica di Caracas, Teatro alla Fenice di Venezia.
Di particolare rilievo la sua ventennale collaborazione con il “Teatro della Scala” di Milano e con l'Orchestra Filarmonica dello Scala sotto la direzione dei più grandi maestri contemporanei, fra i quali: C.M. Giulini, W. Sawallisch, G. Prètre, L. Maazel, L. Berio, M.W. Chung, G. Gavazzeni, R.F. De Burgos, S. Bychkov, G. Sinopoli, W. Weller, C. Abbado. Più volte scelto dal M Riccardo Muti, viene regolarmente invitato dal M Zubin Mehta per le tournèe dell'orchestra del Maggio Musicale Fiorentino. Numerose le partecipazioni ai maggiori Festival musicali internazionali: Festival di Salisburgo, Atene, Madrid, San Pietroburgo, Città del Messico, Biennale di Venezia, Settembre Musica, La Scala di Milano, Accademia Filarmonica di Roma, Ravenna Festival, Molteplici sono anche le sue esibizioni nelle più prestigiose sale e teatri del mondo, quali la Carnegie Hall di New York, Suntory Hall di Tokyo, Gewandhaus di Lipsia, Schauspielhaus di Berlino, ed inoltre a Parigi, Vienna, Bruxelles, Londra, Atene, Montecarlo, Barcellona, Sarajevo, Bilbao, Varsavia, Mosca, Osaka, Seoul, Hong Kong, Ginevra, Oporto, Budapest, Beirut, Melbourne, Lisbona, Monaco, Caracas, Los Angeles, Si è dedicato con particolare impegno alla letteratura musicale del '900, a lui sono dedicate alcune delle opere più significative destinate al sassofono contemporaneo.
Ha collaborato con importanti gruppi da camera quali l'Ensemble E. Varèse, Carme e Divertimento Ensemble di Milano, Gruppo str.Baires 87 (con il quale ha vinto il premio G.Tani per la musica 1992 al Teatro Sistina di Roma, assieme a S. Accardo, F. Petracchi e Milva), Ens. Strumentale Scaligero, Ens. Italiano di sax, tenendo oltre 1000 concerti per le più prestigiose associazioni musicali internazionali. Ha inciso per le case discografiche EMI, Edipan, Stradivarius, Agora, BMG, Sony Classic. Allegato alla rivista Amadeus è uscito recentemente un cd monografico con i concerti per sax e orchestra con la direzione del M H. Schellenberger. Docente di sassofono presso il Conservatorio “Giuseppe Verdi” di Milano, tiene corsi di perfezionamento e masterclass a Oporto, Amsterdam, Francoforte e Denver.
Ensemble Hallo Mr. Sax
Mario Marzi direttore
Paolo Zannini: pianoforte
Tiziano Rossi: sax sopranino
Daniele Comoglio, Emiliano Rodriguez: sax soprano
Mario Giovannelli, Roberto Favaro, Achille Succi: sax contralto
Stefano Marzi, Elena Ducoli, Stefano Pecci: sax tenore
Alessandro Creola, Pierluigi Alessandrini: sax baritono
Giorgio Beberi: sax basso
Carlo Alberto Carnevali: percussioni
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IL MIMO BUSTRIC PROTAGONISTA IN VARIà Tà
Martedì 16 Agosto
Teatro Marchetti
ore 21:30
A Camerino Bustric, attore noto per la sua partecipazione al film di Benigni La vita è bella , manipolerà con allegria le immagini del varietà di altri tempi, con la tecnica del trasformismo; Bustric si farà infatti carico di tutti i personaggi dell'opera: l'illusionista, il prestigiatore, il mago, il fachiro, il mangiatore di fuoco, il clown, …
Il teatro da camera del Novecento sarà protagonista al Camerino Festival, la rassegna internazionale
di musica che si sta svolgendo in questi giorni nella cittadina ducale. In scena ci sarà l'opera di Mauricio Kagel Variètè, una sorta di
concerto-spettacolo, fra musica classica e cabaret, interpretato dall'attore-mimo Sergio Bini (in arte Bustric), insieme al Divertimento Ensemble
di Milano diretto da Sandro Gorli. Lo spettacolo nasce da una decisione formale: un musicista decide di fare accompagnare da alcuni numeri di varietà una serie di brani musicali da lui ideati che ha chiamato “Variètè”. Come dice lo stesso attore L'opera di Kagel è un varietà immaginario e
immaginato, visionario e astratto, per divertire, sorprendere e mettere in dubbio”. Variètè è stato scritto dal compositore argentino fra il 1976 e il 1977 su commissione del Ministero della Cultura Francese, per il Festival di Metz. L'organico strumentale prevede un clarinetto (che si alterna con un clarinetto basso e un saxofono), una tromba, un violoncello, una fisarmonica, un pianoforte (che si alterna con un armonium e un Honky-tonk piano) e una nutrita serie di percussioni. Ci ha detto il direttore Sandro Gorli In Variètè si deve procedere in senso contrario a quanto accade nel varietà convenzionale, dove il programma musicale accompagna il susseguirsi casuale di una serie di attrazioni; qui
la sequenza delle sezioni musicali, che rappresenta una forma completa e chiusa in sè, è prefissata. Compito fondamentale quindi nel mettere in scena
questo spettacolo è delineare un programma di varietà partendo da una struttura musicale definita . Ha detto Kagel, a proposito della sua opera, “Un aspetto essenziale della mia musica è la composizione rigorosa con elementi che non sono puri in se
stessi”. Il materiale musicale e quello visivo non appartengono quindi per Kagel a due diversi linguaggi che si possono sovrapporre e far scorrere paralleli, ma sono materiali eterogenei di uno stesso linguaggio, che possono essere rigorosamente composti o formare, come nel caso di “Variètè”, un immaginario contrappunto. Dal 1977 ad oggi “Variètè” è stato rappresentato molte volte dal Divertimento Ensemble di Milano. La prima volta (nove recite al Teatro alla Scala di Milano nel 1981) gli “artisti” coinvolti sono stati reclutati prevalentemente dal mondo del cabaret e del circo e in un numero molto elevato; la seconda volta Gorli ha preferito chiamare sulla scena un gruppo molto meno numeroso di mimi. La scelta di affidare la parte teatrale al solo Bustric, non nasce certo da valutazioni negative sulle precedenti
realizzazioni, ma dalla convinzione che il sofisticato contrappunto di concetti di cui parla il compositore si possa realizzare anche con un materiale in sè più omogeneo, concentrando tutta la parte teatrale al solo, grande, straordinario Bustric.
E il divertimento sarà assicurato !
VARIà Tà
Concert-spectacle fà r Artisten und Musiker di Mauricio Kagel
Divertimento Ensemble di Milano
Maurizio Longoni clarinetto
Corrado Rojac fisarmonica
Jonathan Pia tromba
Relja Lukic violoncello
Maria Grazia Bellocchio pianoforte e organo
Riccardo Balbinutti percussioni
Sandro Gorli: direttore
Azione mimica e realizzazione scenica Sergio Bini (Bustric)
Sergio Bini in arte Bustric
Laureato alla facoltà di lettere e filosofia dell'Università di Bologna. Frequenta a Parigi la scuola di circo di Annie Fratellini e Pierre Etaix e
quella di pantomima di Etienne Decroux ed a Roma la scuola di Roy Bosier. Poi un periodo di studi con Jon Strasberg “actor studio”. E' autore,interprete e regista degli spettacoli che mette in scena con la
compagnia teatrale da lui creata: “la compagnia Bustric”. Bustric compone i suoi spettacoli, generalmente scritti e interpretati da lui stesso partendo dal testo che poi racconta usando varie tecniche: dal gioco di prestigio, alla pantomima, al canto e alla recitazione. Il gioco e l'elemento di abilità non sono mai inseriti come dimostrazione fine a se stessa, ma servono a raccontare la storia riempiendola di sorprese, di cose buffe e inattese.
E' un teatro colorato e comico, a volte poetico, certamente unico. Con i suoi spettacoli è stato in gran parte d'Europa,dalla Spagna alla Norvegia, in Somalia, Cile, Uruguay, Brasile, Argentina, America del Nord. Gli spettacoli possono essere rappresentati sia in lingua italiana che inglese o francese. Lavora nel cinema dove ha fatto film da Oscar come “La vita è Bella” di Roberto Benigni e film nascosti come “Quartiere” di Silvano Agosti. Alla televisione recita in vari sceneggiati,è il protagonista di una serie dal titolo “Questa casa non e' un albergo”, ed è stato varie volte ospite
di trasmissioni e talk show, come il Maurizio Costanzo. I suoi spettacoli possono essere a tema come “La meravigliosa arte dell'inganno” dove il filo rosso è appunto l'inganno: ogni tipo d'inganno, da quello storico a quello d'amore. Oppure di pura fantasia, come “Atterraggio di fortuna”, dove il pubblico diviene passeggero di un aereo che sta per precipitare e tenta così un
atterraggio di fortuna, m a anche storici, come “Napoleone Magico Imperatore”, metafora di potere e astuzia. Inventa una serie di spettacoli musicali da “Pierino e il lupo” di Prokof'ev
rappresentato con l'Orchestra della Toscana, a Varietè, di M.Kagel direttore S.Gorli.
Firma la regia del “Don Giovanni” di Mozart in Colombia e recita nel ruolo di “Ambrogio”, servitore di don Bartolo nel Barbiere di Siviglia rappresentato all'Arena di Verona. Scrive commedie come “Ghiaccio in Paradiso” che saranno rappresentate autonomamente da altre compagnie.
Presentazione
Variètè non ha la fragilità di un arpeggio, di una sfumatura, nè la seriosità dei cataloghi e delle enciclopedie. La bella parola evoca una scatola di cioccolatini assortiti , un mercatino delle pulci, un muro ricoperto di manifesti colorati, l'autobus alle sei del pomeriggio, il buon gusto, il cattivo gusto: un delizioso imbarazzo di scelta. Il varietà è una società segreta, esso fugge da quello spirito pesante per cui tutto si assomiglia. La sola iniziale basta ad evocarlo. Esiste o non esiste. Fa parte di quelle nozioni che si turbano a sentirsi chiamare per il proprio nome come: bellezza, poesia, comicità , finezza, fantasia. Lo spettacolo Variètè nasce da una decisione formale: un musicista decide di
far accompagnare da alcuni numeri di varietà una serie di brani musicali da lui ideati che ha (pericolosamente) chiamato Variètè . Qui è messo in scena da Bustric, che sa manipolare con allegria le immagini che si associano al Varietà di altri tempi. Bustric, mimo, mago, giocoliere, comico, attore, con l'aiuto delle immagini di Luigi Serafini darà vita ad un varietà visionario e astratto, per divertire, sorprendere e mettere in dubbio.
Dal curioso sottotitolo “Concert-Spectacle fur Artisten und Musiker” è stato scritto fra il 1976 e il 1977, su commissione del Ministero della Cultura
Francese per il Festival di Metz. L'organico strumentale prevede un clarinetto una tromba, un violoncello, una fisarmonica, un pianoforte (che
si alterna con un armonium e un Honky-tonk piano) e una nutrita serie di percussioni. Gli artisti che collaborano alla realizzazione scenica possono essere
professionisti o dilettanti e appartenere alle seguenti categorie: illusionisti, prestigiatori, maghi, acrobati, artisti dello strip-tease di
entrambi i sessi, giocatori di carte, equilibristi, fachiri, caricaturisti, mimi, trasformisti, mangiatori di fuoco, contorsionisti, domatori,
trapezisti, clowns, ipnotizzatori, danzatori esotici, … Si deve procedere in senso contrario a quanto accade nel varietà convenzionale, dove il programma musicale accompagna il susseguirsi casuale
di una serie di attrazioni; qui la sequenza delle sezioni musicali, che rappresenta una forma completa e chiusa in sè, è prefissata. Compito fondamentale quindi nel mettere in scena questo spettacolo è delineare un programma di varietà partendo da una struttura musicale definita. Il rapporto tra evento scenico e musica fa propria un'intuizione estetica
balenata a Cage durante un pranzo: “Accanto ad una finestra d'angolo stava un tavolo dal quale potevamo osservare un piccolo lago. Impianti speciali
permettevano di scivolare direttamente nell'acqua. Nel ristorante c'era un Juke-box. Qualcuno inserì una moneta. Mi resi conto che la musica accompagnava i nuotatori, sebbene essi non la potessero sentire”. Cage, citando questo suo ricordo, intendeva evidentemente sottolineare quanta importanza avessero i rapporti casuali, le coincidenze, non solo nel
processo creativo e nell'opera, ma anche nella sua fruizione. “I miei versi hanno il significato che gli si attribuisce” scriveva Valery; e l'affermazione di Wittgenstein “tutto ciò che possiamo descrivere potrebbe anche essere in altro modo” diventa per Kagel: “tutto ciò che ascoltiamo potrebbe anche essere diverso”. La rottura degli schemi consequenziali e unidimensionali porta al gioco delle connessioni imprevedibili, alle “coincidenze significative” di strindberghiana memoria. Pur mantenendosi fedele alla decisione di lasciar nascere libere e casuali connessioni fra la musica e la parte visiva dello spettacolo, per la quale non dà alcuna indicazione a parte il lungo elenco di categorie di artisti citato, Kagel compone la musica di Variètè come la linea di un contrappunto immaginario, come qualcosa che dovrà stabilire relazioni con un elemento a lei eterogeneo. “Un aspetto essenziale della mia musica è la composizione rigorosa con elementi che non sono puri in se stessi”, scrive Kagel, cioè con materiali non esclusivamente acustici ma anche visivi, narrativi, fantastici. Il materiale musicale e quello visivo non appartengono quindi
per Kagel a due diversi linguaggi che si possono sovrapporre e far scorrere paralleli (come ad esempio per Donatoni nella sua opera Atem) ma sono materiali eterogenei di uno stesso linguaggio, che possono essere rigorosamente composti o formare, come nel caso di “Variètè”, un immaginario contrappunto. Dal 1977 ad oggi “Variètè” è stato rappresentato molte volte: io stesso ho affrontato la partitura in due differenti occasioni, “contrappuntando” ad essa materiali molto diversi. La prima volta (nove recite al Teatro alla Scala di Milano nel 1981) gli “artisti” coinvolti sono stati reclutati
prevalentemente dal mondo del cabaret e del circo e in un numero molto elevato; la seconda volta ho preferito chiamare sulla scena un gruppo molto
meno numeroso di mimi. La scelta di affidare la parte teatrale ad un solo artista, anomala rispetto alle intenzioni dell'autore (ma presa con il suo fiducioso consenso) non nasce certo da valutazioni negative sulle precedenti realizzazioni, ma dalla convinzione che il “sofisticato contrappunto di concetti” di cui parla il compositore si possa realizzare anche con un
materiale in sè più omogeneo. In ognuna delle precedenti realizzazioni ho avvertito il desiderio di far “assomigliare” maggiormente la parte visiva a
quella uditiva, di assottigliare il contrappunto; con questa convinzione, progettando questa nuova edizione, Bustric, già presente nella prima fra
molti altri bravissimi artisti, mi è tornato davanti agli occhi come la miglior soluzione possibile.
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ULTIMO APPUNTAMENTO VENERDI' 19 AGOSTO
RICHARD GALLIANO TORNA AL CAMERINO FESTIVAL
Teatro Marchetti
Ore 21.30
Grande attesa a Camerino per il ritorno del grande fisarmonicista francese RICHARD GALLIANO. Dopo lo strepitoso successo dello scorso anno con Piazzolla forever , venerdì 19 agosto l'artista transalpino calcherà ancora il palco del Teatro Marchetti ospite della rassegna internazionale di musica e teatro da camera che proprio con questo concerto chiude la sua XIX edizione. Galliano presenterà il suo ultimo emozionante progetto legato al tango, presentando brani suoi e del grande Astor Piazzolla, di cui Galliano è stato prima allievo e poi stretto collaboratore. Lo farà aiutato dal Tangaria Quartet , la sua recentissima formazione composta dai venezuelani ALEXIS CARDENAS (violino) e RAFAEL MEJIAS (percussioni) e dal belga PHILIPPE AERTS (contrabbasso).
Richard Galliano, francese della Costa Azzurra, assurto in pochissimi anni ai vertici mondiali del jazz, è il principale artefice del rilancio a tutto campo della fisarmonica quale strumento dalle innumerevoli capacità espressive. Galliano interpreta, compone ed orchestra musica derivata dal genere “musette”, in cui si mescolano reminiscenze swing, marcati echi di tango, giri di valzer dei bistrot parigini, l'atmosfera delle ballads a la Bill Evans, l'improvvisazione di Keith Jarrett e la lezione nera di Parker e Coltrane. Il tutto con un compiaciuto gusto cromatico figlio della più colta tradizione francese, da Couperin a Debussy, a Ravel. I grandi meriti di Galliano sono dunque l'originalità , l'avere saputo sintetizzare tutte queste esperienze musicali in una nuova musica europea, fatta di improvvisazione jazzistica e di tradizione mediterranea, e l'avere consentito alla fisarmonica (nella sua variante francese a tasti, l'accordeon) ed al bandonèon, di assurgere al ruolo di protagonisti nello scenario musicale contemporaneo.
Ennesima contaminazione dunque per il Camerino Festival che ha proposto quest'anno grandi novità , spaziando tra musica, teatro e danza, pur rimanendo legato alla tradizione cameristica, intesa qui in senso più ampio.
RICHARD GALLIANO TANGARIA QUARTET
Richard Galliano fisarmonica/bandonèon
Alexis Cardenas violino
Philippe Aerts contrabbasso
Rafael Mejias percussioni
Richard Galliano
erede diretto di Astor Piazzolla interpreta, compone ed orchestra una musica derivata dal genere musette , nella quale si mescolano in apparenza casuale reminiscenze swing, marcati echi di tango grazie alla fondamentale lezione del grande maestro (con il quale Galliano ha approfondito sia il suo già notevolissimo bagaglio tecnico, sia gli studi armonici e di composizione, e con il quale ha anche inciso un fortunato CD), giri di valzer dei bistrot parigini, ballads di Bill Evans, improvvisazioni di Keith Jarrett e la lezione nera di Parker e Coltrane. Il tutto con un compiaciuto gusto cromatico che riporta alla migliore tradizione francese da Couperin a Debussy e soprattutto a Ravel. Galliano, francese della Costa Azzurra ma di chiare origini italiane, assurto in pochissimi anni ai vertici mondiali del jazz, è il principale artefice del rilancio a tutto campo della fisarmonica quale strumento dalle innumerevoli capaità espressive. I grandi meriti di Galliano sono dunque l'originalità , l'avere saputo cioè sintetizzare tutte queste esperienze musicali in una nuova musica europea, fatta di improvvisazione jazzistica e di tradizione mediterranea, e l'avere consentito alla fisarmonica (nella sua variante francese a tasti, l'accordeon) ed al bandoneon di assurgere al ruolo di protagonisti nello scenario jazzistico contemporaneo; strumenti scomodi che hanno avuto sempre vita difficile nel jazz e nella musica colta. La fisarmonica è stata relegata per decenni tra i ranghi della musica popolare più scadente. Ed è un peccato perchè quel suo tipico colore di struggente malinconia si presterebbe magnificamente a disegnare le atmosfere del blues. Nelle mani di Galliano poi la popolare fisarmonica acquista ora la policromia di un'orchestra, ora il raccolto timbro di un intimismo di natura cameristica. Le collaborazioni discografiche e concertistiche di Galliano sono molteplici: da Juliette Greco a Claude Nougaro, da Ron Carter (con il quale ha inciso lo splendido Panamanattan ) a Chet Baker, da Enrico Rava a Martial Solal, da Miroslav Vitous a Charlie Haden, da Trilok Gurtu al grande Astor Piazzolla cui ha dedicato uno splendido album in cui si possono ascoltare temi indimenticabili come Oblivion , Chiquilin de Bachin , Adios nonino etc. Musicista dell'anno in Francia nel 1991, vincitore del premio “La Victorie de la Musique”.Dal 1994 incide per l'etichetta francese DREYFUS. Si è esibito in solo e come ospite nel gruppo di Joe Zawinul a Umbria Jazz Winter 95 e Umbria Jazz 96 e poi nelle ultime due edizioni di U.J. Winter, prima in duo con Charlie Haden e poi con il New York Tango Quartet, suscitando in entrambi i casi, unanimi ed entusiastici consensi di pubblico e di critica. Ha partecipato a numerosi altri festival internazionali tra cui Antibes, Vienne, Houston, New York, Melbourne, Pechino, Shanghai. Ha partecipato a tre ultime edizioni del Montreal Jazz Festival: nel 97 da solo, nel 98 con cinque diversi progetti e nel 99 in trio con George Mraz e Al Foster. Ha vinto il premio La Victoire de la musique per il miglior disco Jazz 96 con New York Tango inciso con Bireli Lagrene, George Mraz e Al Foster. Con l'album Blow Up (in duo con Michel Portal) ha vinto il referendum della rivista italiana specializzata MUSICA JAZZ nella categoria miglior disco internazionale , ha di nuovo vinto il premio Victoria de la musique per il 1997 e il premio della critica Boris Vian 1997. Nel 99, con il disco French Touch ha vinto di nuovo il referendum di MUSICA JAZZ nella categoria miglior disco internazionale . Ha poi inciso Passatori con I solisti dell'ORT , lo straordinario ensemble di musica classica di Firenze. Nell'autunno 2001 ha compiuto un lungo tour europeo con il suo gruppo americano con musicisti del calibro di Gil Goldstein, Mark Feldman, Scott Colley e Clarence Penn. Nel novembre 2001 è stato pubblicato il CD Face To Face per la Dreyfus inciso in duo con l'organista Eddy Louiss. Dopo il lavoro in onore di Piazzolla, eseguito in settetto dal vivo al festival di Willisau Piazzolla Forever , è uscito a febbraio 2005 per la Dreyfus il suo ultimo cd Ruby, My dear in trio con Larry Grenadier al contrabbasso e Clarence Penn alla batteria.
Programma
Musiche di Astor Piazzolla e Richard Galliano.
Info:
SEGRETERIA/BIGLIETTERIA: aperta dal lunedì al sabato: 10:00/13:00 ; 17:30/19:30. (Dal 31 luglio aperta anche di domenica).
Biglietti e Abbonamenti INTERI:
Balletto: Euro 20,00 (platea e palchi centrali)
Euro 15,00 (palchi laterali)
Euro 10,00 (loggione)
Concerti: Euro 15,00 (senza distinzione di posto)
Abbonamento: Euro 90,00 (valido per 8 spettacoli)
RIDUZIONI
Studenti Università di Camerino
Studenti Uteam (università della terza età alto maceratese)
Under 25
Studenti conservatori, scuole di musica, scuole di danza
Balletto e Concerti: Euro 10,00 (senza distinzione di posto)
Abbonamento: Euro 60,00 (valido per 8 spettacoli)
CAMERINO FESTIVAL
Corso Vittorio Emanuele II n.17
Camerino
Segreteria: 0737/636041
(ore 10.00-13.00; 17:30-19:30)
www.gmicamerino.it
info@gmicamerino.it