BERLIN-BABYLON PROJECT: il singolo “FENRIR”
a cura della Redazione
2 Mag 2024 - Dischi
Disponibile su tutte le piattaforme digitali, dopo l’anteprima su tgcom24, anche il videoclip del brano Fenrir che anticipa “Ragnarök”, concept album sul mondo norreno. Il Berlin-Babylon Project è ideato da Salvatore Papotto.
Uscito il 29 aprile sulle piattaforme digitali il singolo Fenrir del Berlin-Babylon Project, ideato dal musicista e produttore Salvatore Papotto. Il brano è accompagnato dal videoclip ufficiale, già in anteprima su Tgcom24.
Fenrir anticipa l’uscita, per l’etichetta La Stanza Nascosta Records, del concept album “Ragnarök”, ispirato al mondo norreno, ed è l’unico brano dell’album proposto anche in italiano, con il testo di Luca Bellofiore.
In “Ragnarök” è contenuta anche la versione in inglese di Fenrir.
La vocalità solenne ed evocativa di Roberta Usardi veste un brano pianoforte e voce, nel solco degli chansonnier francesi, nel quale l’irruzione di una chitarra “noise” – a tratti volutamente fuori tonalità – restituisce le suggestioni del mito di Fenrir, gigantesco lupo leggendario della mitologia norrena, autentica spada di Damocle pendente sulla testa degli dèi.
LE DICHIARAZIONI DI SALVATORE PAPOTTO
Nel tempo – racconta il musicista e produttore Salvatore Papotto – ho deciso di trasformare la fisionomia del Berlin Babylon Project, nato come spettacolo multimediale (che coniugava sonorità industrial, techno e jungle propriamente berlinesi a suoni percussivi e suggestioni mediorientali) ed evolutosi poi in un disco, Level One, dal sapore spiccatamente elettronico. Pur mantenendo immutato il nome, ho voluto che il Berlin- Babylon Project si configurasse come realtà musicale in perenne divenire. L’ho spogliato di un genere esclusivo di riferimento e mi sono proposto di riscrivere di volta in volta le mappature sonore e di modularle in relazione alla tematica di narrazioni diverse. In questo modo hanno preso vita una serie di avventure totalizzanti sotto-forma di concept album, il primo dei quali è “Ragnarök”, che ha in realtà anche la vocazione del musical ed è ispirato alla mitologia norrena e alla sua storia. Da sempre sono affascinato dalla storia, soprattutto da quella degli anni più “scuri” del medioevo- racconta Salvatore Papotto; da qui è nata l’esigenza di provare a raccontare in musica la civiltà norrena, utilizzando sonorità folk-rock e progressive-rock. Non solo la loro affascinante mitologia (per la quale ho attinto in larga parte all’“Edda in prosa” di Snorri Sturluson), ma anche la storia stessa dei vichinghi, la cui civiltà era all’avanguardia sotto diversi profili. Ad esempio, alle donne era riconosciuto il diritto di divorzio, erano protette per legge contro le molestie sessuali e godevano di una posizione più forte e sicura nella società vichinga che nella maggior parte degli altri luoghi europei. Inoltre, il design delle tipiche imbarcazioni vichinghe – chiamate drakkar – venne adottato da molte altre culture e per secoli restò punto di riferimento nella costruzione navale. Ad eccezione degli schiavi, in generale gli Scandinavi erano vestiti con cura, ritenevano il proprio aspetto motivo d’orgoglio, erano soliti iniziare la giornata con una routine di igiene personale e dedicavano il sabato al bagno e al lavaggio degli indumenti; pratica, quest’ultima, che i cronisti anglosassoni bollarono come anomala e discutibile.
LE DICHIARAZIONI DI LUCA BELLOFIORE, AUTORE DEL TESTO DI “FENRIR”
Ci tengo a dire – spiega Luca Bellofiore – che certe parole dal sapore, magari, anche un po’ retorico, ad esempio “sacrificio”, non sono a effetto: un sacrificio c’è davvero, nella leggenda di Fenrir.
Penso anche al fatto che niente lo possa contenere; nel mito, infatti, non smette mai di crescere… o al verso ”Non ha che la deriva / non ha di più / la deriva è a(v)venire”: il lupone è stato incatenato per l’eternità ma per il mito nordico arriverà la fine (= la deriva) in cui Fenrir inghiottirà tutto, quindi lui aspetta e non ha letteralmente che quella, e sa anche che è “a venire”(addavvenì lupone, invece che baffone!) ma anche che è il suo unico possibile “avvenire”, per questo scrivo “a(v)venire”: è entrambe le cose. Più altri riferimenti. E siccome all’inizio gioco col nome (Faites-moi rire, Fenrir) alla fine gli faccio dire “fammi ridere tu, io non rido!” (che poi fa rima con l’ultima parola, “grido”) perché rimane determinato. In generale gli ho dato il significato non tanto della passione/dionisiaco contro il raziocinio (Fenrir è intelligente, nel mito), ma di qualcosa di ineluttabile e comunque di facente parte della sfera che va oltre il razionale, perché non lo si può contenere .(Per questo ad es. dice “Così, è il desiderio”, cioè è come lui, come la sua corsa, la “pelliccia viva” -parte per il tutto- che “rulla” più che correre semplicemente: “rulla la pelliccia viva / investe me, il vento, rovescia un pensiero” o la famelicità, “tutto il cosmo è selvaggina”). In un certo senso lo vedo come la verità che non si può accettare, forse; come ciò che non si arresta e che quindi diventa troppo ingombrante (alla lettera, proprio) per poterlo ammettere, per poterlo concepire. Contro la “vita integrata”, quella che mette tutto in un cassetto…
Anche il francese all’inizio – tipico nelle corti di chi si voleva far bello, Faites moi rire, e Quel desir!, come a dire ma non ti basta mai eh?! -… Glielo si può dire da lontano perché è incatenato.
IL VIDEOCLIP
Estro creativo e tecnologia confluiscono in una particolare forma di video-art, che ingloba, rileggendoli e ibridandoli con nuove pratiche connesse all’intelligenza artificiale, i codici del video tradizionale.
Il videoclip ufficiale di Fenrir è infatti generato da un software di AI che procede all’analisi dello spettro della canzone e degli elementi armonici e percussivi; propone all’utente una rosa di stili grafici dalla quale attingere e genera, su sua indicazione, delle immagini uniche che successivamente vengono animate.
Il risultato finale è un video immersivo con una transizione infinita, nel quale la tecnologia diventa motore immaginifico.
Testo “Fenrir”
Faites-moi rire, Fenrir Quel désir, Fenrir! Incatenato non disarmato Preso per tempo non al Tempo arreso Nessuna terra ne sostiene il peso (Qui) Rulla la pelliccia viva investe me, il vento, rovescia un pensiero così, è il desiderio Non ha che la deriva, non ha di più. La deriva è a(v)venire La neve e là, più in là: la Foresta Nera Affilo gli occhi contro il sacrificio (affilo gli occhi) Affilo gli occhi che tagliano la sera (Qui) Tutto il cosmo è solo selvaggina Mi abbevero al buio poi inarco la schiena, Fammi ridere tu, io non rido! E la ragione è un artificio: arresta gli arti, non il grido Credits
- Testo di Luca Bellorfiore
- Musica di Salvatore Papotto
- Luca Bellofiore: pianoforte
- Salvatore Papotto: chitarra noise
- Roberta Usardi: Voce
- Missaggio e mastering: Salvatore Papotto
Berlin Babylon Project (LA STORIA)
Frutto maturo di un percorso di ricerca sperimentale del musicista e produttore toscano Salvatore Papotto, Il Berlin-Babylon Project nasce inizialmente come spettacolo visionario, oscuro e ipnotico, che rivisita in chiave originale gli esiti più felici della French house.
Lo show, presentato in un mini-tour sardo, unisce in un’ipotetica linea le due capitali che, in epoche differenti, sono state il crocevia dei movimenti artistico-culturali più significativi, coniugando sonorità industrial, techno e jungle propriamente berlinesi a suoni percussivi e suggestioni mediorientali.
La performance live, di immediata resa scenica e acustica, innesta su basi elettroniche sapientemente confezionate dall’artista un instant composing melodico, realizzato in tempo reale attraverso campionamenti e loop-station, con l’apporto del basso elettrico che funge da prezioso collante.
Le influenze sono innumerevoli: dai Chemical Brothers ai Daft Punk, passando per gli Air, con dichiarate citazioni degli Einstürzende Neubauten.
Salvatore Papotto vanta una collaborazione con i Twelve, duo formato dai dj Danny Lloyd e Alessio Verani con i quali ha scalato le classifiche di Inghilterra, Germania e Giappone. Parallelamente alla direzione di un’etichetta discografica indipendente, La Stanza Nascosta Records, S.P. ha deciso di avventurarsi in una ibridazione musicale che ha in comune con il jazz (che l’Autore frequenta da una vita, essendosi diplomato all’Accademia nazionale del Jazz di Siena) il momento dell’improvvisazione, con il rock (di cui P. è un habitué, storica la collaborazione con i Madame du Bois) la forma canzone; il quid pluris è dato delle dinamiche dance, energetiche, godibili ed estremamente ballabili.
Con l’ingresso nel progetto della filmaker e fotografa professionista Irene Franchi, il Berlin Babylon Project diviene, a tutti gli effetti, uno spettacolo multimediale, arricchito dalla realizzazione/gestione in tempo reale di video fondali dalle atmosfere visionarie, in perfetta simbiosi con il tappeto musicale.
Nell’ottobre 2019 il Berlin-Babylon Project diventa un disco, “Level One”, anticipato dal singolo Evolution, prodotto e distribuito da La Stanza Nascosta Records.
Evolution, che si muove tra sonorità chill-out e downtempo à la Groove Armada, è accompagnato dal videoclip ufficiale, per la regia di Irene Franchi, che affianca il musicista nel progetto.
Nell’album, prevalentemente strumentale, figurano anche due episodi cantati: In the mirror (testo e chitarre di Leonardo Guelpa, in arte Clyde, e musica di Papotto), che vede la partecipazione di Selene Cioffi, e Tired river, (testo di Claudia Erba e musica di Papotto) interpretata da Marialaura Specchia, già voce dei Verily So.
Il singolo “Evolution”, introdotto da field recordings marini, è un brano amabile pensato soprattutto per gli amanti del balearic beat, genere musicale dove una produzione delicata e calda incontra le pulsioni più escapiste del nostro vivere quotidiano. (Europa e cultura elettronica)
Nel tempo Salvatore Papotto decide di trasformare la fisionomia del Berlin Babylon Project: pur mantenendo immutato il nome, lo immagina come realtà musicale in divenire. Spogliandolo di un genere esclusivo di riferimento, Papotto riscrive di volta in volta le mappature sonore e le modula in relazione alla tematica di narrazioni diverse.
Prendono vita così una serie di avventure totalizzanti sottoforma di concept- album, il primo dei quali è “Ragnarök” ispirato alla mitologia norrena e alla sua storia.
https://www.facebook.com/berlinbabylonproject
BIO SALVATORE PAPOTTO
Diplomato all’Accademia Nazionale del Jazz di Siena, è musicista, compositore, arrangiatore e produttore artistico.
Dal 1998 al 2013 fa parte, in qualità di bassista, dei Madame du Bois, band toscana nata da un’idea di Saverio Guerrini (voce del gruppo).
Con i Madame du Bois, opening-act di Dream Theater, Robben Ford, Marco Parente e Max Gazzè, Papotto pubblica due album, Non sono il re (Ray Music 2002) e Gli occhi di qualcun altro (Autoprodotto, 2015), e partecipa a numerosi festival e concorsi musicali, calcando tra gli altri il palco del Pistoia Blues.
I MDB ottengono una menzione speciale con Punk, che nel 2003 si aggiudica il premio come miglior singolo per la radio RDS.
Nel 2015 S. Papotto fonda La Stanza Nascosta Records, etichetta indipendente con sede ad Alghero (SS) ma operativa sull’intero territorio nazionale.
Nell’ottobre 2019 diventa un disco- Level One (La Stanza Nascosta Records)- il suo Berlin-Babylon Project, inizialmente nato come spettacolo live dalle tinte visionarie, oscure e ipnotiche, con la collaborazione della fotografa e videomaker Irene Franchi.
Tra le collaborazioni, negli anni: Twelve (con i quali scala le classifiche in Inghilterra e Giappone), Giulia Millanta, Richard Kershaw, James Wynne, Livia Ranalli nei live.
Ha inoltre preso parte alla registrazione del disco di Cesare Carugi, Pontchartrain (Electric Bass in “Troubled Waters”, “Long Nights Awake” and “Charley Varrick”), distribuito dalla IRD.
Attualmente collabora in fase di composizione con il cantautore, scrittore e poeta Oliviero Malaspina (Fabrizio De André, Cristiano De André, Raphael Gualazzi).
È uscito il 14 dicembre 2021 in radio e su tutte le piattaforme digitali, per le etichette Lilith Label e La Stanza Nascosta Records, il singolo La Visione dell’Occhio di Dio, composto e prodotto a quattro mani con la cantautrice genovese Sabrina Napoleone e la collaborazione di Osvaldo Loi (storico musicista della cantautrice), successivamente inserito nell’album di Sabrina Napoleone “Cristalli sognanti” (Lilith Label, 2023).
Del brano è disponibile anche il videoclip ufficiale per la regia di Simone Sciutto. Il video è stato girato negli spazi del Teatro della Tosse di Genova per concessione della Fondazione Luzzati.
https://www.facebook.com/profile.php?id=100063548205265
BIO ROBERTA USARDI
Roberta Usardi è una cantautrice poliedrica che abbina all’esplorazione dei colori vocali l’indagine delle emozioni più profonde.
Le sua musica coniuga attitudine sperimentale e uno sguardo privilegiato sull’interiorità. Nel corso degli anni si esibisce in gruppi rock, tribute band, cori gospel ed ensemble vocali. Approfondisce inoltre lo studio del canto jazz.
Ha all’attivo l’album All the way home (2018, autoprodotto), pubblicato con la band Roberta and The Crossovers e l’ep World (La Stanza Nascosta Records, 2021), presentato al Mou nel corso della Milano Music Week 2023.
World, esordio solista interamente arrangiato dal musicista e produttore Salvatore Papotto, è un lavoro immaginifico ed enigmatico, dai riverberi solenni, che sembra guardare sia alla scena britannica sia a quella folk scandinava.
Roberta Usardi è inoltre la voce del nuovo progetto del Berlin-Babylon Project, il concept- album “Ragnarök”.
https://www.instagram.com/robyusa/
BIO LUCA BELLOFIORE
Luca Bellofiore, classe 1974, laureato in Filosofia, è un pianista, compositore, pittore e scultore autodidatta, scrittore e organizzatore di eventi (in particolare concerti, rassegne, mostre tematiche).
Nell’ambito del progetto Castiglioncello Summertime prende parte all’organizzazione di concerti di Statuto, Moltheni, Diaframma, Garbo, Karate, Fanciullino, Flavio Giurato, Bugo, Max Manfredi, Giovane Giovane, Daniele Groff, Max Collini e altri.
https://www.instagram.com/luca_bellofiore/