Bellissimo “Falstaff”, a Busseto, per Il Festival Verdi
di Fiorella Bonfigli
4 Ott 2023 - Commenti classica
Abbiamo assistito, nel Teatro Giuseppe Verdi di Busseto, ad una messa in scena del “Falstaff” verdiano di alto livello. La necessità di ridurre l’organico strumentale, per le ridotte dimensioni logistiche, ha esaltato ancor più il rapporto di vicinanza tra pubblico e azione teatrale. Ottimi gli interpreti.
(Foto di Roberto Ricci)
Busseto (PR) – Il 30 Settembre 2023 è andata in scena la seconda rappresentazione nell’ambito del Festival Verdiano 2023, dell’unica opera comica scritta da Giuseppe Verdi all’ età di 77 anni, l’ultima opera della sua vita, su libretto di Arrigo Boito, Falstaff.
Verdi, si cimenta in età avanzata in questa seconda opera comica, ispirandosi alla commedia di William Shakespeare “Le allegre comari d Windsor”, dichiarando che è stato da sempre un suo desiderio, dimostrando, ancora una volta, ai suoi detrattori, la straordinaria capacità di orchestrazione, con un’opera piena di colori strumentali, non confrontabile con tutte le opere precedenti.
Una divertente commedia, nella quale Verdi riesce a fare una cosa che in cuor suo ha cercato sin dall’inizio della sua carriera: di mettere “la musica al servizio del teatro”. Quest’opera è la realizzazione di tutto ciò. Una rivoluzione.
Come già avvenuto per la prima del 22 Settembre, in considerazione delle dimensioni ridotte del teatro, si è optato per un’orchestra ridotta, composta dal quintetto d’archi Kyiv Virtuosi, dall’ensemble di fiati “La Toscanini” e il pianoforte con il maestro Gianluca Ascheri, diretti in maniera impeccabile dal maestro Alessandro Palumbo che ha curato il riarrangiamento del capolavoro Verdiano, assumendosi un rischio non da poco.
Tale orchestrazione nulla ha tolto alla bellezza dell’opera in versione integrale, anzi ne ha ampliato la sua vivacità burlesca.
Le dimensioni ridotte del Teatro Giuseppe Verdi di Busseto hanno permesso un contatto ancora più stretto fra cantanti, musicisti (in prevalenza giovani) e spettatori; le sonorità hanno coinvolto il pubblico rendendolo ancora di più partecipe dello spirito dell’opera.
Grazie quindi alla sapiente regia di Manuel Renga, che in un palcoscenico trasformato in una scatola, ha utilizzato dei semplici tavoli per creare vari piani scenici, da spazi in cui nascondersi a labirinti sotterranei, posizionando spesso il protagonista in un angolo, fuori dal boccascena, su una sedia a dondolo, dove abbandonarsi in un mondo onirico.
Come scrive lo stesso regista: “Un’opera buffa che origina da una commedia amara”, Il protagonista vive in un mondo che non esiste più, ecco perché in scena è isolato al di fuori del palcoscenico, sbeffeggiato da tutti, dalle donne che non sono più solo oggetto di desiderio ma diventano protagoniste di una nuova e rampante classe sociale.
Hanno contribuito alla riuscita dello spettacolo i movimenti scenici di Giorgio Azzone, le belle luci di Giorgio Morelli, le scene, con i magnifici costumi di Aurelio Colombo che ci fanno immergere in una Gran Bretagna degli anni Quaranta.
Il pubblico molto vicino agli interpreti, finisce con l’essere parte dell’azione, apprezza a pieno sia le capacità recitative dei cantanti che quelle musicali.
In primis Franco Vassallo è un convincente Falstaff di schietta voce baritonale, poi Alice Ford nell’interpretazione di Ilaria Alida Quilico, dal timbro chiaro e squisita musicalità, così come Quickly di Adriana di Paola, dal bel colore vocale scuro.
Veronica Marin è una Nannetta brava e curata nel fraseggio, Fenton con una voce importante di Vasi Solodkyy, ottimi Gregory Bonfatti, quale Cajus e i solati di Falstaff Roberto Covatta, Bardolfo di grande verve e Andrea Pellegrini, Pistola di voce scura e tonante.
Completano il cast, Ford di Andrea Broghini e l’affascinante Meg di Shaked Bar.
Bel successo per tutti. Un plauso all’organizzazione, che ha offerto durante l’intervallo una degustazione dei prodotti di eccellenza della zona Parmense a tutto il pubblico partecipante.