Bella “Madama Butterfly” al Teatro delle Muse di Ancona
di Roberta Rocchetti
7 Dic 2024 - Commenti classica
Nel centenario della morte di Puccini, al Teatro delle Muse di Ancona è andata in scena “Madama Butterfly”. Bella prova di tutti i comparti. Ottima la Suzuki di Manuela Custer.
(Foto di Giorgio Pergolini)
Butterfly, la piccola farfalla giapponese, americana per un giorno, vola sul Teatro delle Muse di Ancona e lo fa a 120 anni dalla sua prima apparizione e nel centenario della morte del suo autore.
La straziante opera di Puccini che cela dietro gli ingenui languori fatti di attesa dell’adolescente Cio- Cio-San una cinica narrazione di turismo sessuale che finisce in tragedia, si nutre di suoni novecenteschi che cercano un linguaggio nuovo ma che pure sono stati quasi fin da subito, dopo il primo tonfo scaligero e la successiva parziale revisione, capaci di radicarsi nei gusti del pubblico di allora, il quale ha saputo a sua volta tramandare il proprio entusiasmo per l’opera via via fino agli spettatori di oggi.
La produzione del Teatro delle Muse in collaborazione con il Teatro dell’Opera Giocosa di Savona e la Fondazione Lirica delle Marche riprende la regia della compianta Renata Scotto, soprano tra i più acclamati del ‘900 facendolo riallestire da Renato Bonajuto. Le scene si aprono su un quadro iconografico ma non stucchevole, pochi ed essenziali simboli nelle scene di Laura Marocchino a ricreare quel Giappone immaginato dagli occidentali di allora, in una fase in cui era in corso una vera infatuazione estetica per il Sol Levante.
I costumi di Artemio Cabassi classici ma funzionali e dai cromatismi che coadiuvano la drammaturgia, come le belle gradazioni pastello del coro, un quadro armonico di un mondo che pur nelle difficoltà conserva ancora delle connotazioni infantili, come Butterfly.
È stata Myrtò Papatanasiu a rivestire il ruolo della protagonista, il soprano greco ha dato una prova in crescendo, vocalmente sempre impeccabile via via che la narrazione acquistava corpo ha trovato un fraseggio più sicuro, un corpo vocale più ampio e una interpretazione più sentita dando soprattutto alla scena finale un pathos importante con un Tu, tu piccolo iddio travolgente coadiuvata anche da una regia che ha saputo rappresentare la morte della giovane in maniera cruda e realistica.
Il Pinkerton di Giuseppe Infantino risente ancora di qualche asprezza, la voce ha bisogno di maturare per poter esprimere tutto il proprio potenziale, soprattutto in ruoli dalle connotazioni drammatiche, ma il canto è fluido e piacevole e il timbro gradevole.
Ottima la Suzuki di Manuela Custer, spalla fondamentale e personaggio praticamente onnipresente, di importanza ben più fondamentale nell’opera di quanto non possa sembrare ad un primo sguardo determina spesso la buona riuscita della messa in scena e Custer ha fatto il suo.
Ci è piaciuto molto il Goro di Raffaele Feo, vocalità piena e squillante, volume ampio, agile e spigliato sul palco, bravo.
Buono anche lo Sharpless di Sergio Vitale, empatico e di spessore.
Chiudono il cast il Principe Yamadori di WooSeok Choi, lo Zio Bonzo di Yongheng Dong, e la Kate Pinkerton di Valentina Dell’Aversana.
Menzione d’onore per il delizioso Dolore di Ashlly Perez che ha intenerito il pubblico.
L’Orchestra Sinfonica Gioachino Rossini guidata da Francesco Angelico ha dato una lettura delicata, atta ad accentuare maggiormente l’eleganza e la complessità della partitura che non la vena tragica esercitando dinamiche rispettose delle vocalità e mai soverchianti.
il Coro Lirico Marchigiano sempre esempio di grande professionalità e coesione ampiamente espressi nel cristallino Coro a bocca chiusa è stato guidato da Francesco Calzolaro.
Madama Butterfly è l’opera delle ingenuità spezzate, quelle individuali e quelle sociali, quella personale di Cio-Cio-San che si infrange nella mentalità utilitaristica del militare americano, e quella di un popolo che qualche decennio dopo avrebbe visto, sempre per mano americana, mettersi in atto una delle più grandi tragedie dell’umanità e quando sentiamo nominare Nagasaki dal commissario che redige il fittizio matrimonio tra i due protagonisti, il sangue si gela non solo per le sorti individuali della piccola gheisha.
E uscimmo a riveder le stelle natalizie di una Ancona addobbata a festa. La recensione si riferisce alla recita di venerdì 6 dicembre, si replicherà domenica 8 dicembre.