Bel Gala Grigolo a Palermo per il Teatro Massimo
di Alma Torretta
5 Ago 2022 - Commenti classica
Un Gala con Vittorio Grigolo chiude la stagione estiva del Teatro Massimo di Palermo. Molto applaudita al suo fianco il giovane soprano Caterina Sala.
La star della serata avrebbe dovuto essere il tenore Vittorio Grigolo, e lo è stato, ma gli applausi più calorosi ed entusiasti sono stati per il giovane soprano che lo affiancava, l’appena 22enne Caterina Sala, che recentemente già si è fatta apprezzare sia alla Scala che all’Arena di Verona. Grigolo non canta e basta, non si può certo dire di lui che è rigido e statico, non si ferma un attimo sul palcoscenico, mima il personaggio con grandi movimenti delle braccia, flirta con il pubblico, sfodera da subito fiati lunghi e bei filati. Eppure, Caterina Sala riesce a tenere testa a tanta energia debordante, non è mai in secondo piano, sfoderando già temperamento, sensibilità ed eleganza interpretativa, ma soprattutto una vocalità importante e già matura dagli acuti fendenti.
Nell’elegante cornice del Teatro di Verdura, con l’Orchestra del Teatro Massimo affidata alla bacchetta sicura del Maestro Daniel Oren, il programma del Gala era sulla carta piuttosto tradizionale ma l’interpretazione degli artisti ne ha reso gradevolissimo l’ennesimo ascolto. Per cominciare, la Sinfonia da Nabucco ha subito fatto capire che Orchestra, Coro e maestro Oren erano in ottima forma e che avremmo assistito a delle esecuzioni decise, energiche, forti ma precise, e in particolare ben riuscito sarà il “Va pensiero” con nota finale tenuta lunghissima dal Coro e poi, nel secondo tempo, l’Intermezzo da Cavalleria Rusticana di Mascagni qui reso in tutto il suo drammatico splendore. Se il soprano Caterina Sala si presenta con la cavatina di Norina “Quel guardo il cavaliere” dal Don Pasquale di Donizetti, facendosi ammirare per il bel timbro e la sua capacità di passare con naturalezza e credibilità da toni vivaci e civettuoli a determinatezza perentoria; Vittorio Grigolo entra quindi finalmente in scena ed è già Nemorino, l’impressione è che il cantante, quando sbuca dalle quinte, è già il personaggio protagonista de l’Elisir d’amore, e si presenta al pubblico con una dolcissima “Una furtiva lagrima” e poi duetterà con altrettanta grazia, dalla stessa opera di Donizetti, con Caterina Sala in “Una parola, o Adina”, con la coppia che risulta assai ben assortita ed affiatata. Impressioni che si confermano e rafforzano nel secondo tempo del Gala quando si passa a La Bohème di Puccini e Grigolo entra in scena che è già Rodolfo, ha freddo, si riscalda strofinandosi le mani sulle braccia, basta questo per creare il giusto contesto, si susseguono “Che gelida manina”, “Si, mi chiamano Mimì”, “O soave fanciulla” e la coppia Grigolo-Sala è ottima nei rispettivi ruoli, sono giovani (anche se Grigolo non lo è più giovanissimo anagraficamente, ma così ancora appare), vitali, dalle vocalità chiare, morbide, di grande musicalità, forse il momento più bello e riuscito del Gala. Meno nelle corde di Grigolo invece il personaggio di Manrico, il suo è un Trovatore un po’ troppo agitato e superficiale, l’esecuzione di “Di quella pira” non trascinante; lo stesso si può dire della Sala in “Ah! Je veux vivre” dal Romèo et Juliette di Gounod, bell’esecuzione tecnica ma l’emozione del personaggio ancora non arriva.
Gran finale con “Libiamo ne’ lieti calici” da La traviata, ed anche qui Grigolo fa un po’ troppo, anche cercando, invano, di coinvolgere il pubblico invitando a battere le mani. Per i bis, altro repertorio, da Caruso di Lucio Dalla a “O Sole mio” per commiato finale con begli acuti di entrambi luminosissimi.
Vorrei che la giornalista mi spiegasse come si dovrebbe cantare il brano di Gounod. Facile scrivere e criticare senza spiegare come …….siete dei musicisti frustrati o mancati. Andate a lavorare.
Buongiorno, spiego sempre le mie osservazioni, se rilegge troverà già scritto che semplicemente l’esecuzione non mi ha emozionato, non ho avanzato rilievi tecnici perché non è un problema di tecnica ma di interpretazione, a me l’aria non è arrivata al cuore ed onestamente ho scritto quello che ho provato