AZUL. Gioia, furia, fede y eterno amor
di Elena Bartolucci
1 Mar 2022 - Commenti teatro
Un inno all’amore per il calcio e alle vere amicizie che si cela dietro un racconto insolito.
Fermo – Sabato 26 febbraio, il Teatro dell’Aquila si è colorato e riempito di grida e canti festosi come in uno stadio grazie allo spettacolo “AZUL. Gioia, furia, fede y eterno amor” scritto e diretto da Daniele Finzi Pasca, con i bravissimi e talentuosi Luciano Scarpa, Sasà Piedepalumbo, Luigi Sigillo e Stefano Accorsi.
Una pièce corale che narra principalmente la “febbre del pallone”. È infatti ambientata a Montevideo (Uruguay), dove il gioco del calcio è croce e delizia per qualsiasi uomo, in particolare per i quattro amici sul palco.
Ognuno di loro ha una storia interessante alle spalle e, facendo riaffiorare i propri ricordi, raccontano vari espedienti personali con un pizzico di nostalgia snocciolando i propri punti di forza e debolezza.
Adamo, Golem (o semplicemente Gol), Frankenstein (detto Frankie) e Pinocchio conosciuto anche come Pino: nomi altisonanti per uomini semplici che hanno in comune non solo l’assenza di una figura materna e lo stesso giorno del compleanno ma anche la fortissima fede calcistica per la loro squadra del cuore.
Come un mantra, intonano continuamente le note dell’inno degli Azul (azzurro come il colore delle magliette dei giocatori in campo), come strumento utile a scacciare ogni brutto pensiero e al tempo stesso rimedio per riportare l’allegria anche nei momenti in cui non sembra possibile acciuffare i piccoli momenti di felicità.
È infatti proprio grazie all’amicizia che i quattro uomini riescono a trovare l’unica via di salvezza per sentirsi liberi e uniti per sempre.
“Sono fatti di materia semplice come il pane, ma la domenica, allo stadio si fanno travolgere da una furia che ogni volta li spazza e li sconquassa. C’è gioia, amarezza, ironia e tanta voglia di sorridere mentre evocano le vittorie, i momenti di estasi, le sconfitte e le tragedie che hanno condiviso negli anni. Una storia di gente semplice, unita da un’amicizia inossidabile che li aiuta ad affrontare la vita stringendosi in un abbraccio delirante e commovente”.
Questo spettacolo è il primo lavoro italiano firmato dal regista, coreografo e scrittore svizzero, Daniele Finzi Pasca, famoso soprattutto per gli spettacoli realizzati per il Cirque du Soleil e diverse cerimonie olimpiche.
Egli stesso ha dichiarato: “Ho sempre raccontato storie di personaggi carichi di umanità, fragili e trasognati. Il mio teatro è costruito riproducendo il linguaggio dei sogni. Procede per allusioni, associazioni di idee. I ricordi emergono come bollicine che tornano a galla in una bibita che ammazza la sete nelle giornate di caldo fuoco. Cerco di costruire immagini rarefatte, sospese in un tempo inventato, leggero. Amo i colpi di scena, i finali a sorpresa, le macchine teatrali, la magia e l’illusione. Sono cresciuto nel mondo del teatro e poi sono stato rapito dai grandi eventi: spettacoli monumentali per il Cirque du Soleil, Cerimonie Olimpiche. Però, ogni volta che ritrovo l’odore e il sapore della scena, mi sembra di tornare a casa e di riscoprire le mie radici. Credo siano clown i personaggi che popolano le mie storie dato che sussurrano, inciampano, ridono e si commuovono. Sono fatti di cristallo, di burro e di zucchero e con un colpo di vento si trasformano in giganti. Ho avuto la fortuna di incontrare Stefano, Luciano, Sasà e Luigi attori carichi di umanità, mestiere e passione. Con loro è stato facile dare vita a questa piccola rapsodia dedicata a quanti non si danno mai per vinti”.
Il protagonista principale Stefano Accorsi ha invece affermato che “far parte di uno spettacolo così sospeso fra sogno e semplicità, fra amicizia, ironia, fragilità, passione, tifo, musica e colori, dopo un periodo come quello che abbiamo vissuto e dal quale ancora non siamo totalmente usciti, è una meravigliosa avventura. Daniele scrive in modo tridimensionale, bisogna letteralmente entrare nel suo mondo per abitarlo e viverlo, sentirlo senza voler spiegare ogni cosa. Personaggi veri e al tempo stesso trasognati, clown toccanti e divertenti nei quali ci si riconosce tantissimo tutti. Con Luciano, Sasà e Luigi in scena è puro divertimento anche quando si toccano le corde più profonde e intime.”
Azul. Gioia, furia, fede y eterno amor è uno spettacolo gioioso, avvincente e visivamente bello da guardare, ma che non è altrettanto semplice da raccontare. Si può infatti avere non poche difficoltà nel seguire i quattro amici nel loro viaggio onirico. In diversi momenti si percepisce chiaramente quanto il racconto sia fin troppo scomposto rischiando di non riuscire a trovare il bandolo della matassa. L’allegria del finale è però così contagiosa e travolgente che fa perdonare pure l’insolito modo di raccontare questa storia di forte amicizia con un non troppo velato messaggio contro la violenza negli stadi.
Una messinscena dal gusto contemporaneo studiata nei minimi dettagli che viene accentuata alla perfezione da un uso sapiente delle luci e degni di nota sono anche gli intermezzi musicali dall’inconfondibile sapore jazz.
Lo spettacolo è una produzione Nuovo Teatro diretto da Marco Balsamo in coproduzione con Fondazione Teatro della Toscana.