La nipote di Chaplin, Aurélia Thierrée, incanta Fermo
di Alberto Attorri
1 Dic 2014 - Commenti teatro
FERMO (29 novembre 2014). Sipario già alto e pubblico incuriosito dal palco allestito con vecchi scatoloni, una scala, teloni sfusi di plastica bombata, tutto ricoperto di polvere: Aurélia Thierrée sogna e fa sognare gli spettatori con piccole scene oniriche dalle mille sfumature ed interpretazioni, diretta dalla madre Victoria Thierrée Chaplin, figlia dell’immortale Charlot. La giovane protagonista si ritrova a dover abbandonare la propria casa: due uomini glielo impongono, l’edificio è pericolante. La donna allora comincia ad incartare tutti i propri oggetti in scatoloni, ma alla fine qualcosa non va: prende, chiude, riprende, incarta, chiude, ma la plastica nella quale inciampa più volte alla fine prende vita. Si trasforma in una bestia di plastica. Lei all’inizio la teme, ma poi accarezza quello strano essere che alla fine afferra la giovane, la attanaglia, la soffoca e ingloba. Il resto è il risultato di questo: una serie di piccole scenette oniriche che impressionano il pubblico che rimane immobile senza neanche applaudire durante le pause di buio per cambiare le stupende scenografie, i muri di tela che prendono vita e i personaggi, con circensi acrobazie, che regalano incanto e maestosità scivolando su e giù da essi. In esclusiva regionale, il Comune di Fermo in collaborazione con l’AMAT ha regalato una serata magica ed indimenticabile ad un teatro dell’Aquila inaspettatamente tutto esaurito, compresi i posti in piedi nel loggione.