Apertura superlativa per la stagione lirica di Ancona
Alberto Pellegrino
13 Nov 2004 - Commenti classica
La stagione lirica del Teatro delle Muse di Ancona ha ormai conquistato un livello d'importanza nazionale, sia per la qualità delle produzioni, sia la per la messa in scena di “novità ” destinata a promuovere la conoscenza del teatro musicale richiamando l'attenzione delle critica e di quel pubblico che ama andare alla ricerca di proposte musicali difficili da trovare negli altri cartelloni. Nella stagione 2004/2005 le attese non sono state deluse grazie alla raffinata e convincente messa in scena di The flood e L'enfant e les sortilèges, due opere che è raro vedere sui palcoscenici italiani.
Igor Stravinskij, uno dei più geniali del Novecento, è autore di una sterminata produzione musicale nella quale si distingue il suo teatro musicale formato da opere che sono spesso difficile da classificare. Infatti il grande compositore russo ha scritto otto balletti di grande spessore e compresi in un arco di tempo di quasi cinquant'anni (L'oiseau de feu, Petruska, Le sacre du printemps, Apollon musagète, Le baiser de la fèe, Jeu de cartes, Orpheus, Agon). Vi sono poi altri dieci titoli che hanno bisogno di essere indicati con una specifica indicazione: balletti con canto sono Le noces e Pulcinella; un'opera potrebbe definirsi Le rossignol, mentre Mavra è una parodia di un'opera buffa; una parabola può considerarsi The Rake's Progress e una Burleske Renard; una “narrazione con musica” viene definita dall'autore la celebre Histoire du soldat, mentre Oedipus Rex è un'opera-oratorio e Perèsephone un “mèlodrame”.
The Flood. Il diluvio (1961-62) rappresenta la conclusione di questo lungo itinerario musicale, in cui occupa un posto particolare, essendo stato ideato per la televisione su libretto di Robert Craft, che ha scelto e adattato testi della Genesi, codici quattrocenteschi di Chester e York. Straviskij ha classificato questo suo lavoro “A Musical Play” (Una rappresentazione musicale), che tuttavia comprende caratteri desunti dalle sacre rappresentazioni a tema biblico e dei drammi coreografici, dato che le parti cantate si alternano a quelle danzate secondo un “gioco” di combinazioni, in cui confluiscono diversi linguaggi teatrale: musica, canto, coro, canto corale e a solo, il melologo, la narrazione, la danza e la pantomima. Del resto fin dall'inizio l'autore dimostrava di avere idee molto chiare sulla natura di questa opera: “La mia prima idea per Il diluvio – cioè che gli esseri celestiali debbano cantare mentre quelli terrestri debbano semplicemente parlare – fu una concezione teatrale. La successiva intenzione preliminare fu che Il diluvio dovesse essere un pezzo caratterizzato dalla danza, una storia raccontata sia con la danza sia dalla narrazione”.
L'opera è stata composta per quattro voci recitanti, un tenore, due bassi, un coro misto senza bassi e l'orchestra, racchiudendo in una “gelida” e scarnificata sintesi musicale di appena 24 minuti una serie di eventi straordinari: la storia della Creazione, la ribellione dell'arcangelo Lucifero che diventa Satana il principe del Male, la tentazione di Eva e la cacciata dal paradiso terrestre della donna e del suo compagno, la costruzione dell'Arca e la designazione di Noè a perpetuare con la sua famiglia la razza umana e a salvare tutte le specie animali, il diluvio e la nuova alleanza fra Dio e l'uomo. Stravinskij adotta uno stile musicale “alto” (genus sublime) per i personaggi celesti e uno stile “basso” (genus humile) per i personaggi umani e questa concezione è stata ripresa dalla regia e dalla scenografia con la creazione di due piani distinti di azione corrisponde alla natura umana o soprannaturale dei personaggi per sottolineare la distanza che separa l'uomo da Dio verso il quale si può stabilire un rapporto improntato all'umiltà .
Lo spettacolo si apre con un Te Deum seguito dal Narratore che descrive la Creazione con degli interventi di Dio che ha l'aspetto del doppio (lo interpretano due bassi) per sottolineare la natura indefinibile e vagamente androgena (quasi a citare il Dio padre e madre di Papa Luciani) e di Lucifero, l'angelo bellissimo e portatore di luce che per superbia si trasforma in Satana (prima splendente di luce bianca, poi violentemente colorato di rosso) e che, per vendicarsi di Dio, decide di portargli via l'uomo tentando Eva che a sua volta coinvolge Adamo. Prima nudi nella loro innocenza, i due peccatori sono scacciati dal paradiso terrestre schiacciati dalla vergogna. Dio decide di punire l'umanità per i suoi peccati e comunica a Noè che sarà l'unico a salvarsi con la sua famiglia, ordinandogli di costruire l'arca. Alcuni danzatori mimano la costruzione dell'arca e il “Nominatore” fa il di tutte che devono essere messe in salvo. Noè vince la resistenze di una bisbetica e indocile moglie convincendola a salire sull'arca. Un'altra azione coreografica rappresenta il diluvio che la regia risolve come una grande e violenta onda azzurra che riempie il fondo della scena. Placata la furia degli elementi, appare l'arcobaleno Dio annuncia il patto della nuova alleanza con l'umanità commentato ancora dal Te Deum, anche se Satana profetizza a Noè l'eterna lotta con il Male: “L'atto proibito ti farà sempre disubbidire. Per la catena d'amore che ti lega ad Adamo, sopravvivi, anche se gli assalti del diluvio punitivo e il sangue purificatore della ferita di un redentore soffocheranno il grido primitivo”.
La bella scena di Gregorio Gregori e l'intelligente regia di Daniele Abbado, unite alla bravura di cantanti, attori e danzatori, conferiscono a tutto lo spettacolo uno spessore musicale e visivo di alto livello, riuscendo a rappresentare tutti i vari passaggi del testo dalle forti atmosfere drammatiche alla commedia, dalla suggestione del canto all'intensità della recitazione.
Maurice Ravel ha composto L'enfant et les sortilèges (1920-24) su un libretto scritto da Colette nel 1916 ed originariamente intitolato Ballet pour ma fille. Il compositore francese ha concepito questa “fantasia lirica” come un divertissement in cui poter giocare il ruolo del geniale “contaminatore”, mescolando i generi musicali più vari, dal minuetto al rococò, dal fox-trot al valzer americano, dalla musica impressionista all'operetta, dall'opèra-comique all'opera seria, dal jazz e al rumorismo futurista.
La vicenda ha come protagonista un Bambino “cattivo” che si ribella alla madre e distrugge la propria cameretta, ma subito dopo si trova al centro di un sogno-incubo dove gli appaiono le poltrone e l'orologio a pendola che ha danneggiato, la teiera e le tazze cinesi che ha rotto, il fuoco che balza fuori dal caminetto, i pastori e le pastorelle che erano dipinte sulla carta da parati della sua stanza, la bionda principessa incantata che il bambino come un piccolo innamorato cercava “nel cuore della rosa e nel profumo del giglio bianco”, un vecchio maestro di scuola con uno stuolo di alunni-numero. Dietro una grande palla di lana rossa entra in scena un gatto grigio che intreccia un duetto mugolato e una sensuale danza con una gattina bianca. Arriva un albero ferito dal coltello del bambino e gli animali del suo giardino (libellule, pipistrelli, raganelle e scoiattoli) perseguitati dal protagonista che si pente, medica un animale ferito e, invocando la mamma, ritorna un bambino “buono”, rispettoso degli altri esseri e della natura.
Abbado, sfruttando al meglio gli splendidi costumi di Carla Tati e le coreografie di Eugenia Morosanu, dimostra di aver raggiunto una piena maturità interpretativa, creando atmosfere magiche e fantastiche, disegnando le luci in chiave narrativa, muovendo alla perfezione i vari personaggi interpretati con sensibilità ed eleganza da cantanti e danzatori impegnati a ricoprire più ruoli fatta eccezione per il Bambino interpretato da Laura Polverelli.
Tutto lo spettacolo è stato ben interpretato dalla Orchestra Filarmonica Marchigiana diretta da un grande maestro come l'israeliano Yoram David, che ha guidato importanti orchestre nei maggiori teatri di tutti continenti e che ha alle spalle un curriculum di straordinaria levatura, avendo diretto per anni prestigiose istituzioni musicali come la BBC Symphony Orchestra di Londra, il Teatro dell'Opera di Francoforte, lo Staatsoper di Berlino, lo Hamburgische Staatsoper, il Bayrische Staatsoper di Monaco e la Berlin Philarmoniker.
(Alberto Pellegrino)